Il dolore di Benedetto XVI per le sofferenze causate agli aborigeni del Canada da
alcuni membri della Chiesa
Dopo l’udienza generale, Benedetto XVI ha incontrato stamani in Aula Paolo VI una
delegazione di esponenti aborigeni canadesi, tra i quali Phil Fontaine, leader nazionale
dell’Assemblea dei nativi e il presidente dell’episcopato canadese, l’arcivescovo
James Weisgerber. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto
XVI, informa un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, ha dato ascolto alle
storie e alle preoccupazioni degli aborigeni. Il Papa ha ricordato che sin dalle origini
della sua presenza in Canada, la Chiesa è stata vicina alle popolazioni indigene.
Riguardo alle sofferenze subite da alcuni bambini aborigeni nelle scuole residenziali
canadesi, il Papa ha espresso il suo dolore per le sofferenze causate dalla condotta
deplorevole di alcuni membri della Chiesa nella gestione di queste scuole. Il Pontefice
ha assicurato la sua partecipazione ed espresso la sua solidarietà. Il Papa ha evidenziato
che tali abusi non possono essere tollerati nella società. Infine, conclude la nota,
ha pregato affinché coloro che hanno sofferto possano trovare un cammino di guarigione
ed ha incoraggiato i popoli nativi ad andare avanti con rinnovata speranza.
A
fine ‘800, il governo federale canadese istituì delle scuole, appunto definite “residenziali”,
per i bambini aborigeni. Si tratta, spiega una nota dell’episcopato canadese, di strutture
finanziate dallo Stato e rette da organizzazioni religiose, rimaste attive fino a
circa trent’anni fa. Delle 76 scuole residenziali, frequentate da circa centomila
allievi, 45 sono state amministrate da organismi cattolici. I bambini aborigeni, rammenta
la nota, furono strappati alle proprie famiglie e costretti ad abbandonare la propria
lingua, la propria religione e il modo di vivere per conformarsi alla cultura europea.
Alcuni allievi, inoltre, furono anche vittime di abusi fisici e sessuali.
I
vescovi sottolineano che tutte le comunità religiose e le diocesi, come anche le altre
Chiese, hanno chiesto scusa ufficialmente agli aborigeni del Canada. E scuse pubbliche
ha espresso, solennemente, l'11 giugno 2008, anche il primo ministro Stephen Harper
in una seduta speciale della Camera dei Comuni. Le comunità aborigene hanno
raggiunto un accordo di compensazione economica con il governo canadese e con le comunità
religiose coinvolte, compresa quella cattolica.