Incontro europeo sulla Pastorale del turismo: intervista con mons. Marchetto
Inizierà domani a Roma, a Palazzo San Calisto, la Riunione europea sul tema della
Pastorale del Turismo oggi, a 40 anni dal Direttorio “Peregrinans in terra”. L’incontro,
promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti, si aprirà con l’indirizzo di saluto
dell’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero promotore, cui farà
seguito la relazione del segretario, arcivescovo Agostino Marchetto. Sugli
obiettivi di questa riunione Fabio Colagrande ha sentito lo stesso mons. Marchetto:
R.
- Questo Incontro ha lo scopo principale di riunire i Vescovi Promotori e i Direttori
Nazionali della Pastorale del Turismo in Europa per analizzare, insieme ad alcuni
esperti e rappresentanti di altri continenti, la situazione attuale del turismo in
Europa e per studiare una sempre più aggiornata risposta pastorale della Chiesa. Per
dare maggiore forza all’evento, lo si è voluto celebrare proprio nella data del 30
aprile, in cui ricorre il 40.mo anniversario del primo Direttorio in materia, dal
titolo Peregrinans in terra, pubblicato nel 1969. Cogliamo l’occasione anche per presentare
una pubblicazione curata dal nostro Pontificio Consiglio relativa al Magistero Pontificio
e ai Documenti della Santa Sede sulla pastorale del turismo (dal 1952 a oggi), che
verrà messa su Compact Disc. Alla Riunione partecipano rappresentanti di 21 Paesi
europei, una quarantina di persone che amplieranno e approfondiranno l’analisi, lo
studio e la prospettiva del tema. D. - A 40 anni dal Direttorio
Peregrinans in terra e a 8 anni dai vostri Orientamenti per la pastorale del turismo,
quali sono le novità sostanziali che presenta il fenomeno del turismo nel Vecchio
Continente?
R. - L’Europa è sempre stata il bacino
di utenza che ha attratto un maggior numero di turisti internazionali. Lo scorso anno
questo continente ha accolto 488 milioni di visitatori internazionali, su un totale
di 924 milioni come cifra mondiale. Ma la crisi economica e finanziaria a livello
globale si riflette ora anche su questo settore con crescita più moderata, ma solida
e desideriamo responsabile. Come ci dirà nel suo intervento il Dott. Frangialli, già
Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, questo fenomeno deve
far fronte al presente a numerose sfide, fra cui quelle della sicurezza, della scelta
delle destinazioni, della tutela dell’ambiente, anche in vista di un necessario sviluppo
che sia sostenibile. L’introduzione di nuove tecnologie di gestione, informazione
e comunicazione è pure questione importante.
D. -
E quali sono oggi in Europa le sfide che si presentano alla Chiesa nella pastorale
del turismo?
R. - La Chiesa con la sua specifica
pastorale in questo settore deve cercare sempre più di essere presente pastoralmente,
anche se ciò sembra una cosa ovvia, e di collaborare con gli enti civili per offrire
ai visitatori un’accoglienza di qualità, oltre che spirituale, maggiormente attenta
ai risvolti sociali ed etici, e al tempo stesso rispettosa dell’ambiente. Un’attenzione
più accurata dovrebbe poi essere rivolta specialmente al turismo cosiddetto religioso,
diretto cioè a destinazioni care alla tradizione ecclesiale, come possono essere edifici
di culto, musei diocesani, dipinti e oggetti sacri, ecc., affinché sia rispettato
il senso originale del luogo e delle cose. Sta a noi, poi, studiare come meglio formare
e sostenere i nostri turisti cristiani affinché sempre e dovunque si comportino in
coerenza con la propria fede e rispettino le persone che incontrano, le culture e
le religioni, senza perdere l’identità cristiana.
D.
- Secondo lei cosa si aspettano le organizzazioni civili dalla Chiesa nell’ambito
del turismo?
R. - Le organizzazioni civili riconoscono
alla Chiesa, in genere, un ruolo importante nell’orientare i fedeli verso comportamenti
etici, rispettosi, nell’ambito turistico, di chi accoglie e di chi è accolto. Il turismo
deve essere visto cioè come opportunità, strumento di dialogo atto a favorire la comprensione
tra i popoli e a migliorare la convivenza nella unica famiglia umana. Così rileveranno
nei loro interventi i nostri relatori, che indicheranno come pista di comportamento
da seguire, fra l’altro, il Codice Mondiale di Etica del Turismo. Non sottovalutiamo
certo il pericolo che le visite turistiche possano tradursi in una forma di degenerazione
del turismo, nella quale tutto sarebbe al servizio del profitto, con grave danno per
esempio per gli abitanti del luogo visitato, fino alle forme più gravi dello sfruttamento
sessuale di donne e minori. Da deplorare è anche l’uso improprio delle risorse, come
il bene prezioso dell’acqua o la commercializzazione delle tradizioni.
D.
- È tempo per un nuovo approccio della Chiesa al fenomeno del turismo?
R.
- Pur essendo il Direttorio Peregrinans in terra un documento molto valido nella sua
analisi del fenomeno turistico, la Chiesa deve aggiornare la sua pastorale - è cosa
del resto fatta dal Concilio Ecumenico Vaticano II - studiando i nuovi indirizzi e
atteggiamenti che si manifestano nella società e offrendo il perenne, antico e sempre
nuovo, messaggio dell’Evangelo. Anche questo del turismo è un tempo che può essere
occasione propizia di salvezza, e lo studio che si farà in questa Riunione è rivolto
proprio a indicare un aggiornamento della pastorale specifica della mobilità umana
nel settore turismo.