Dramma dei civili in Sri Lanka: il governo rallenta l'offensiva
Si aggrava di ora in ora in Sri Lanka la situazione umanitaria delle decine di migliaia
di civili intrappolati nelle zone di combattimento tra Tigli Tamil ed esercito. Il
governo di Colombo dopo aver respinto un appello per il cessate il fuoco da parte
dei ribelli tamil ha deciso stamane di rallentare le operazioni militari per evitare
di causare nuove vittime civili. Una dichiarazione che è stata, tuttavia, smentita
dai portavoce dell’Esercito di liberazione delle Tigri Tamil. Sulla condizione dei
civili coinvolti nel conflitto Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente
nel Paese asiatico Rodolfo Pistoni, delegato internazionale della Croce Rossa
Italiana:
R. – La situazione
è abbastanza drammatica per quanto riguarda i civili, che sono all’interno della zona
delle Tigri Tamil. Il problema è che il governo non fa passare gli aiuti umanitari.
La popolazione civile all’interno era di circa 300 mila; credo che ne siano usciti
50-60 mila negli ultimi giorni. Sono all’estremo delle forze, senz’acqua, senza cibo
e medicinali; le epidemie ora stanno anche avanzando. D. – Come
mai si è arrivati a questa situazione, perché nessuno dei contendenti è riuscito a
cedere sulla questione dei civili? R. – Perché non li lasciano
proprio uscire; sembra che i ribelli si facciano anche un po’ scudo della popolazione
civile. Diciamo che l’ultima forza che rimane ai ribelli è farsi scudo della popolazione
civile per non permettere l’avanzata delle forze militari del governo all’interno. D.
– Qual è la situazione di quelli che sono riusciti ad uscire dalle zone dei combattimenti? R.
– Una volta fuori, purtroppo, quelli feriti vengono subito spostati in campi d’assistenza
- ospedali o ospedali da campo - fintanto che si rimettono in forze, dopodiché vengono
mandati in campi profughi, e lì rimangono perché il governo vuole effettivamente sapere
se erano civili effettivi oppure facevano inizialmente parte delle Tigri, dei ribelli
e poi sono divenuti civili. Quindi, queste persone, questi poveri civili resteranno
ancora, per anni, in campi profughi di transito. D. – La situazione
degli operatori umanitari è difficile; quali sono i principali ostacoli che incontrate
nel vostro operato? R. – I principali ostacoli vengono soprattutto
da parte dei militari governativi, che vedono quasi tutto il movimento internazionale
abbastanza male, nel senso che per loro noi siamo solo la parte-Tamil. Chiaramente,
noi abbiamo provato a spiegare che siamo la parte sofferente della popolazione, e
per quello siamo presenti nelle zone di guerra. D. – La situazione,
secondo voi, potrebbe migliorare con la fine delle ostilità? R.
– Sì, magari in parte migliorerà di sicuro per quanto riguarda la popolazione civile,
che ora è sotto il controllo dei ribelli; però, il problema è che non finirà la guerra,
inizierà una mini-rappresaglia di tutti i gruppi che sono sparsi per tutto lo Sri
Lanka. D. – Comunque, la presenza umanitaria resta estremamente
indispensabile… R. – Ora sì, perché nel caso in cui queste forze
internazionali umanitarie andassero via ora, potrebbe succedere veramente uno sterminio.