2009-04-27 14:50:13

Dramma dei civili in Sri Lanka: il governo rallenta l'offensiva


Si aggrava di ora in ora in Sri Lanka la situazione umanitaria delle decine di migliaia di civili intrappolati nelle zone di combattimento tra Tigli Tamil ed esercito. Il governo di Colombo dopo aver respinto un appello per il cessate il fuoco da parte dei ribelli tamil ha deciso stamane di rallentare le operazioni militari per evitare di causare nuove vittime civili. Una dichiarazione che è stata, tuttavia, smentita dai portavoce dell’Esercito di liberazione delle Tigri Tamil. Sulla condizione dei civili coinvolti nel conflitto Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente nel Paese asiatico Rodolfo Pistoni, delegato internazionale della Croce Rossa Italiana:RealAudioMP3

R. – La situazione è abbastanza drammatica per quanto riguarda i civili, che sono all’interno della zona delle Tigri Tamil. Il problema è che il governo non fa passare gli aiuti umanitari. La popolazione civile all’interno era di circa 300 mila; credo che ne siano usciti 50-60 mila negli ultimi giorni. Sono all’estremo delle forze, senz’acqua, senza cibo e medicinali; le epidemie ora stanno anche avanzando.
 
D. – Come mai si è arrivati a questa situazione, perché nessuno dei contendenti è riuscito a cedere sulla questione dei civili?
 
R. – Perché non li lasciano proprio uscire; sembra che i ribelli si facciano anche un po’ scudo della popolazione civile. Diciamo che l’ultima forza che rimane ai ribelli è farsi scudo della popolazione civile per non permettere l’avanzata delle forze militari del governo all’interno.
 
D. – Qual è la situazione di quelli che sono riusciti ad uscire dalle zone dei combattimenti?
 
R. – Una volta fuori, purtroppo, quelli feriti vengono subito spostati in campi d’assistenza - ospedali o ospedali da campo - fintanto che si rimettono in forze, dopodiché vengono mandati in campi profughi, e lì rimangono perché il governo vuole effettivamente sapere se erano civili effettivi oppure facevano inizialmente parte delle Tigri, dei ribelli e poi sono divenuti civili. Quindi, queste persone, questi poveri civili resteranno ancora, per anni, in campi profughi di transito.
 
D. – La situazione degli operatori umanitari è difficile; quali sono i principali ostacoli che incontrate nel vostro operato?
 
R. – I principali ostacoli vengono soprattutto da parte dei militari governativi, che vedono quasi tutto il movimento internazionale abbastanza male, nel senso che per loro noi siamo solo la parte-Tamil. Chiaramente, noi abbiamo provato a spiegare che siamo la parte sofferente della popolazione, e per quello siamo presenti nelle zone di guerra.
 
D. – La situazione, secondo voi, potrebbe migliorare con la fine delle ostilità?
 
R. – Sì, magari in parte migliorerà di sicuro per quanto riguarda la popolazione civile, che ora è sotto il controllo dei ribelli; però, il problema è che non finirà la guerra, inizierà una mini-rappresaglia di tutti i gruppi che sono sparsi per tutto lo Sri Lanka.
 
D. – Comunque, la presenza umanitaria resta estremamente indispensabile…
 
R. – Ora sì, perché nel caso in cui queste forze internazionali umanitarie andassero via ora, potrebbe succedere veramente uno sterminio.







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