Germania: a Berlino referendum sull’ora di religione
“La tradizione delle ore di religione in Germania ha portato i credenti a essere meno
fondamentalisti che in altri Paesi” dice Christopher Lehmann, promotore della campagna
chiamata “Pro Reli”, sostenuta da gruppi cristiani e musulmani, convinti che la conoscenza
della propria fede dia agli alunni un bagaglio morale che promuove e favorisce la
tolleranza. “E’ importante che le scuole tengano lezioni di islam illuminato e che
si evitino lezioni di corano non ufficiali” aggiunge Ender Cetin, esponente del Ditib
turkish-islamic union. La questione dell’insegnamento della religione a scuola ha
portato alla promozione di un referendum, che si terrà domenica prossima a Berlino.
Difficile fare previsioni, in quanto l’opinione pubblica risulta divisa sull’argomento,
sebbene un quarto degli elettori della capitale tedesca sostenga la mozione. La notizia,
rilanciata dall’Osservatore Romano, a seguito di una nota dell’agenzia Reuters, ha
sollevato stupore ed al tempo interesse in Europa. Non sono mancate però le reazioni
negative al referendum in Germania, dove a fronte di 82 milioni di abitanti vi sono
40 milioni di cattolici e 3,3 milioni di musulmani. Diversi cartelloni pubblicitari
sono stati presi di mira da vandali mentre migliaia di manifesti in strada riservano
parole molto forti nei confronti dell’imminente referendum. Divampa il dibattito dunque.
L’esito del voto potrebbe consentire agli studenti tedeschi di scegliere tra lezioni
di religione basate sulla fede e un corso obbligatorio di etica. Obiettivo del referendum
tedesco è di migliorare l’integrazione della comunità islamica - la più ampia nella
capitale - con circa 220mila turchi. Diversi i gruppi musulmani che guardano a questa
chiamata alle urne come un’opportunità per contrastare la “radicalizzazione”. (A.V.)