2009-04-24 15:24:24

Emergenza umanitaria in Sri Lanka: migliaia di civili bloccati dagli scontri


Ci sono ancora 50 mila civili bloccati in Sri Lanka nelle zone di combattimento tra i Tamil e le forze militari governative. Ieri, durante i bombardamenti sono stati feriti anche due sacerdoti della Caritas locale, uno dei quali gravemente. E l’Onu denuncia: è emergenza umanitaria. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
L’esercito dello Sri Lanka ha avviato nel 2008 la riconquista di una fascia nel nordest ancora sotto il controllo dell'Esercito di liberazione delle Tigri tamil (Ltte), e da settimane parla di battute finali del conflitto. Un conflitto che dura da 25 anni e che solo negli ultimi 3 mesi è costato la vota a 6.500 civili. Ieri, nel bombardamento che ha colpito una chiesa sono rimasti uccisi 14 civili e sono stati feriti due dei 17 sacerdoti che, assieme a 22 suore, sono rimasti nella zona di guerra per prestare soccorso. I ribelli tamil controllano ormai un’area non vasta, ma continuano ad opporsi all’avanzata dell’esercito di Colombo. Oltre alle 50 mila persone ancora in balia del conflitto, mentre almeno in 103 mila hanno abbandonato la zona dove si trovano i tamil e sono tuttora senza aiuti. Altre 95 mila hanno trovato rifugio in campi installati ma anche per loro c’è bisogno di tutto. La Croce Rossa parla di situazione catastrofica e l’ONU annuncia una missione imminente. Abbiamo raggiunto telefonicamente padre Damien Fernando, direttore della Caritas nazionale dello Sri Lanka:RealAudioMP3

R. - We are very much worried. The thing is, they are coming in …
Siamo molto preoccupati. Il fatto è che arrivano in gran numero, vengono privi di tutto e quindi dobbiamo provvedere a al cibo, ai vestiti e a un riparo.Tutto questo è fonte di grande preoccupazione, arriva sempre più gente. Credo stiano continuando a combattere, per cui la gente viene in questa zona dove c’è controllo. In particolare hanno bisogno di cibo cucinato.

 
D. - Cosa sapete dei due sacerdoti che sono stati feriti, padre Vasanthaseelan e padre Pathinathan...

 
R. - One father, father James Pathinathar, is in one of the hospitals…
Uno dei sacerdoti, padre James Pathinathar, si trova in uno degli ospedali del distretto nordorientale di Mullaitivu, al Mulli-vaaykkaal Hospital. Padre Vesanthaseelan è ancora nell’ospedale di Vanni ma stiamo cercando di portarlo a Colombo per la riabilitazione: gli è stata amputata una gamba per le ferite riportate nel momento in cui proiettili hanno colpito la Chiesa di St. Anthony a Valaignarmadam. Io avevo un contatto con loro, ma poi da mesi non abbiamo sentito più niente perché la comunicazione non è possibile. Siamo stati in contatto forse fino a dicembre, ma ora non si può più. L’unica possibilità è quando riusciamo a contattare la Croce Rossa per ottenere aiuti. Questo è l’unico contatto che abbiamo.

 
D. - Lei, padre, dove si trova?

 
R. - I am in Colombo. Colombo is very quiet…
Io mi trovo a Colombo, dove la situazione è calma. Domani qui ci sono le elezioni per il Consiglio provinciale. La situazione è molto tranquilla: non c’è nulla da dire, su Colombo.

 
D. - Qual è il suo appello, padre Damien?

 
R. - My recommendation is to abandon this arms struggle and then…
Il mio appello è di abbandonare la lotta armata e di ricercare una soluzione politica, perché il conflitto armato non porterà il Paese da nessuna parte. Per risolvere i problemi che abbiamo è necessaria una soluzione politica, affinché tutti ricevano il loro riconoscimento e sia rispettata la dignità di ciascuno. La cosa più importante è che la gente possa vivere in dignità. Per questo, dobbiamo creare un’atmosfera che ci aiuti a raggiungere questo scopo, attraverso una soluzione politica.







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