Baghdad: 60 morti per un attentato ad un mausoleo sciita
Drammatica serie di attentati in Iraq nelle ultime 48 ore. Dopo la doppia strage di
ieri con un bilancio di 87 morti, a Baghdad stamani almeno 60 persone hanno perso
la vita e 125 sono rimaste ferite in un attentato suicida compiuto nei pressi del
mausoleo sciita dell'imam al Khadum a Baghdad, mentre la gente si stava radunando
per le preghiere del venerdì. A Falluja un gruppo di armati ha condotto un attacco
contro un posto di blocco, uccidendo un poliziotto. Secondo gli inquirenti, queste
ultime violenze sarebbero la risposta di Al Qaeda all’arresto, avvenuto ieri, del
successore di Al Zarqawi alla guida del gruppo terroristico in Iraq.
Pakistan I
talebani provenienti dall’Afghanistan si ritireranno dal distretto pakistano di Buner.
E' quanto emerso dall’incontro tra il leader dei talebani ed un rappresentante del
governo di Islamabad. Il ritiro giunge dopo che ieri la situazione nei distretti della
provincia della frontiera nord-occidentale era sembrata precipitare. Molti osservatori
ritengono, però, che il pericolo permanga e che il rischio maggiore sia quello dello
smembramento del Pakistan. Salvatore Sabatino ne ha parlato con MargheritaPaolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica Limes:
R. – Mi sembra
che ci sia un rischio proprio di mutamento profondo di orientamenti politici interni.
Mi sembra sempre più difficile, per l’attuale governo - che poi, tra l’altro, è formato
da una coalizione molto fragile - riuscire a controllare o anzi a far migliorare questa
situazione sul terreno. Il problema adesso per il Pakistan non è tanto quello di dividersi
quanto di diventare un Paese jihadista.
D. – Si è
parlato tanto di questo rischio: che potessero impossessarsi delle armi nucleari possedute
dal Pakistan. Secondo te, è un rischio concreto?
R.
– Tutto l’arsenale nucleare pakistano è stato, in qualche modo, diciamo, tutto scomposto
e distribuito in vari posti in modo che potesse essere più difficile poi riassemblarlo
e renderlo efficace. Il rischio, tuttavia, è in prospettiva se non si riuscirà a fermare
non la “talibanizzazione” ma la “alqaedizzazione”, diciamo in termini più ampi.
D.
– L’esercito pakistano è intervenuto nelle ultime ore per frenare i talebani però
la posizione del governo appare piuttosto debole ancora oggi. Perché?
R.
– Il governo è un governo di coalizione molto fragile tra il marito della Bhutto che
non ha, diciamo, gran seguito e un altro personaggio che invece è Sharaf, un uomo
dei Sauditi, quindi che tenta di far passare una ideologia sunnita piuttosto spiccata
e radicale.
India Urne aperte in 17 Stati
dell'India per la seconda fase di cinque votazioni per il rinnovo della camera bassa
del Parlamento. Scarsa l’affluenza per l’ondata di gran caldo e soprattutto per la
paura dell’ondata di attentati da parte dei ribelli maoisti che in questi giorni ha
lasciato sul terreno almeno 22 morti. Anche oggi, infatti, nello Stato di Bihar, cinque
persone sono state uccise all’uscita dai seggi dai miliziani comunisti. I risultati
complessivi delle elezioni politiche si conosceranno solo dopo il 13 maggio, data
dell’ultima fase delle votazioni.
Thailandia In Thailandia sono rientrate
le misure di sicurezza adottate il 12 aprile scorso a causa di violente manifestazioni
che avevano indotto il premier a decretare lo Stato d’emergenza. Il prossimo passo
dovrebbe portare alla riconciliazione con l’opposizione, in particolare con i sostenitori
dell’ex premier Thaksin Shinawatra.
Filippine L’operatore della Croce
Rossa, Eugenio Vagni, rapito nelle Filippine ''al momento è ancora nelle mani del
gruppo Abu Sayyaf'". Lo ha detto oggi il portavoce dell'unità di crisi sugli ostaggi
istituita nelle Filippine, ponendo fine alle voci su un possibile trasferimento dell’italiano
nelle mani di un altro gruppo di miliziani. Le notizie restano, però, molto confuse
e il ministero degli Esteri italiano ha invitato alla "cautela".
Corea del
Nord – giornaliste Due reporter americane dell’emittente californiana Current
Tv sono state rinviate a giudizio in Corea del Nord con l’accusa di “ingresso illegale”
nel Paese e “atti ostili” verso il regime. Le due donne, di origini coreane e cinesi,
sono state arrestate il 17 marzo scorso. Sud Africa elezioni I
risultati definitivi arriveranno solo oggi, ma non ci sono più dubbi che a vincere
le elezioni politiche in Sud Africa sia stato l'African National Congress e il suo
leader Jacob Zuma. A ben oltre la metà dello spoglio, l'Anc è a circa il 67% dei consensi
e le previsioni lo danno in ulteriore crescita. Eclissati tutti i leader delle altre
formazioni politiche, Zuma ora non sembra avere più rivali nella corsa alla presidenza.
Il servizio di Giulio Albanese:
L’African
National Congress (Anc) ha vinto, anzi, è più corretto dire che ha stravinto la partita
elettorale in Sudafrica, ottenendo quell’affermazione straordinaria chiesta dal suo
leader e prossimo presidente della Repubblica Jacob Zuma. Ha dunque fallito la sua
battaglia il Congress of the People, il Cope, nato da una costola dell’African National
Congress, anima moderna e moderata, contro il populismo di Zuma. Il Cope, per ora,
ha raggiunto il 7,86 per cento e dovrebbe attestarsi tra l’otto ed il nove per cento.
Invece, va bene la democratica Liens, erede del partito democratico dei bianchi liberal
che combattevano l’apartheid. A questo punto, il futuro è davvero nelle mani del sessantasettenne
Zuma, carismatico, populista ma anche figura controversa avendo appena beneficiato
del ritiro di scottanti procedimenti penali a suo carico. Dovrebbe essere eletto presidente
per un mandato di cinque anni nel corso di una seduta straordinaria del Parlamento,
il prossimo sei maggio.
Somalia La comunità
internazionale ha raccolto 213 milioni di dollari per aiutare il governo di transizione
somalo a riportare sicurezza e stabilità nel Paese e combattere la pirateria che imperversa
nelle acque del Golfo di Aden. La cifra è stata raccolta dalla conferenza dei donatori
per la Somalia che, su invito dell'Unione europea, delle Nazioni Unite e dell'Unione
africana (Ua), ha riunito ieri a Bruxelles oltre 60 tra Paesi e organizzazioni internazionali.
Madagascar Nella
capitale Madagascar, Antananarivo, una donna è morta a seguito della dispersione da
parte della polizia di un raduno di sostenitori dell’ex Presidente espulso Marc Ravalomanana.
Secondo alcuni testimoni, la donna sarebbe stata colpita da un proiettile alla testa.
Ieri violenti scontri tra polizia e manifestanti hanno provocato il ferimento di
36 persone, molte colpite da arma da fuoco.
Stati Uniti torture Cia ll
via libera alle torture della Cia su presunti terroristi di al Qaeda venne dai vertici
del precedente governo degli Stati Uniti. È quanto emerso dai documenti che l’amministrazione
Obama ha voluto rendere pubblici, relativi agli incontri dell’allora segretario di
Stato, Condoleeza Rice, con i responsabili della Cia. Rivelazioni che potrebbero portare
ad una commissione d’inchiesta per molti alti funzionari dell’era Bush.
G
20 – Finanze Si apre oggi a Washington la riunione dei ministri delle Finanze
del G20. Una riunione voluta per proseguire il lavoro del G20 di Londra, svoltosi
agli inizi di aprile. Secondo alcune indiscrezioni saranno analizzati i primi deboli
segnali di ripresa dell’economia. Tra gli altri temi sul tappeto di ministri e banchieri:
l'aumento delle risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale, il primo test
della procedura di early warning per prevenire le crisi, le “exit strategy” e il miglioramento
della regolamentazione dei mercati. Le conclusioni del vertice saranno esposte nella
conferenza stampa di questa sera del ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner.
Brucia
la Carolina del Sud, maxi evacuazione Avanzano le fiamme nella South Carolina,
messa in ginocchio, da due giorni, da diversi incendi boschivi locali. Le lingue di
fuoco hanno raggiunto già il centro abitato e divorato ad ora 6mila ettari di terreno,
correndo su 6,5 chilometri di territorio. Numeri drammatici: 2500 persone costrette
a lasciare le proprie abitazioni, 70 case distrutte, un centinaio quelle danneggiate.
Un bilancio, purtroppo, destinato a salire. Grandi difficoltà da parte delle autorità
locali e delle forze dell’ordine nel tentativo di riportare la situazione nella normalità.
Il governatore Mark Sanford ha dichiarato lo stato d'emergenza per la contea di Horry.
A favorire l’estendersi delle fiamme in poche ore è stato il ridotto tasso di umidità
ed i forti venti che nei giorni scorsi hanno soffiato sulla zona del Nord Myrtle Beach,
il più popolare centro turistico della South Carolina. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 114 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.