2009-04-24 15:47:30

Baghdad: 60 morti per un attentato ad un mausoleo sciita


Drammatica serie di attentati in Iraq nelle ultime 48 ore. Dopo la doppia strage di ieri con un bilancio di 87 morti, a Baghdad stamani almeno 60 persone hanno perso la vita e 125 sono rimaste ferite in un attentato suicida compiuto nei pressi del mausoleo sciita dell'imam al Khadum a Baghdad, mentre la gente si stava radunando per le preghiere del venerdì. A Falluja un gruppo di armati ha condotto un attacco contro un posto di blocco, uccidendo un poliziotto. Secondo gli inquirenti, queste ultime violenze sarebbero la risposta di Al Qaeda all’arresto, avvenuto ieri, del successore di Al Zarqawi alla guida del gruppo terroristico in Iraq.

Pakistan
I talebani provenienti dall’Afghanistan si ritireranno dal distretto pakistano di Buner. E' quanto emerso dall’incontro tra il leader dei talebani ed un rappresentante del governo di Islamabad. Il ritiro giunge dopo che ieri la situazione nei distretti della provincia della frontiera nord-occidentale era sembrata precipitare. Molti osservatori ritengono, però, che il pericolo permanga e che il rischio maggiore sia quello dello smembramento del Pakistan. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica Limes:RealAudioMP3

R. – Mi sembra che ci sia un rischio proprio di mutamento profondo di orientamenti politici interni. Mi sembra sempre più difficile, per l’attuale governo - che poi, tra l’altro, è formato da una coalizione molto fragile - riuscire a controllare o anzi a far migliorare questa situazione sul terreno. Il problema adesso per il Pakistan non è tanto quello di dividersi quanto di diventare un Paese jihadista.

 
D. – Si è parlato tanto di questo rischio: che potessero impossessarsi delle armi nucleari possedute dal Pakistan. Secondo te, è un rischio concreto?

 
R. – Tutto l’arsenale nucleare pakistano è stato, in qualche modo, diciamo, tutto scomposto e distribuito in vari posti in modo che potesse essere più difficile poi riassemblarlo e renderlo efficace. Il rischio, tuttavia, è in prospettiva se non si riuscirà a fermare non la “talibanizzazione” ma la “alqaedizzazione”, diciamo in termini più ampi.

 
D. – L’esercito pakistano è intervenuto nelle ultime ore per frenare i talebani però la posizione del governo appare piuttosto debole ancora oggi. Perché?

 
R. – Il governo è un governo di coalizione molto fragile tra il marito della Bhutto che non ha, diciamo, gran seguito e un altro personaggio che invece è Sharaf, un uomo dei Sauditi, quindi che tenta di far passare una ideologia sunnita piuttosto spiccata e radicale.

 
India
Urne aperte in 17 Stati dell'India per la seconda fase di cinque votazioni per il rinnovo della camera bassa del Parlamento. Scarsa l’affluenza per l’ondata di gran caldo e soprattutto per la paura dell’ondata di attentati da parte dei ribelli maoisti che in questi giorni ha lasciato sul terreno almeno 22 morti. Anche oggi, infatti, nello Stato di Bihar, cinque persone sono state uccise all’uscita dai seggi dai miliziani comunisti. I risultati complessivi delle elezioni politiche si conosceranno solo dopo il 13 maggio, data dell’ultima fase delle votazioni.

Thailandia
In Thailandia sono rientrate le misure di sicurezza adottate il 12 aprile scorso a causa di violente manifestazioni che avevano indotto il premier a decretare lo Stato d’emergenza. Il prossimo passo dovrebbe portare alla riconciliazione con l’opposizione, in particolare con i sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra.

Filippine
L’operatore della Croce Rossa, Eugenio Vagni, rapito nelle Filippine ''al momento è ancora nelle mani del gruppo Abu Sayyaf'". Lo ha detto oggi il portavoce dell'unità di crisi sugli ostaggi istituita nelle Filippine, ponendo fine alle voci su un possibile trasferimento dell’italiano nelle mani di un altro gruppo di miliziani. Le notizie restano, però, molto confuse e il ministero degli Esteri italiano ha invitato alla "cautela".

Corea del Nord – giornaliste
Due reporter americane dell’emittente californiana Current Tv sono state rinviate a giudizio in Corea del Nord con l’accusa di “ingresso illegale” nel Paese e “atti ostili” verso il regime. Le due donne, di origini coreane e cinesi, sono state arrestate il 17 marzo scorso.
 
Sud Africa elezioni
I risultati definitivi arriveranno solo oggi, ma non ci sono più dubbi che a vincere le elezioni politiche in Sud Africa sia stato l'African National Congress e il suo leader Jacob Zuma. A ben oltre la metà dello spoglio, l'Anc è a circa il 67% dei consensi e le previsioni lo danno in ulteriore crescita. Eclissati tutti i leader delle altre formazioni politiche, Zuma ora non sembra avere più rivali nella corsa alla presidenza. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

L’African National Congress (Anc) ha vinto, anzi, è più corretto dire che ha stravinto la partita elettorale in Sudafrica, ottenendo quell’affermazione straordinaria chiesta dal suo leader e prossimo presidente della Repubblica Jacob Zuma. Ha dunque fallito la sua battaglia il Congress of the People, il Cope, nato da una costola dell’African National Congress, anima moderna e moderata, contro il populismo di Zuma. Il Cope, per ora, ha raggiunto il 7,86 per cento e dovrebbe attestarsi tra l’otto ed il nove per cento. Invece, va bene la democratica Liens, erede del partito democratico dei bianchi liberal che combattevano l’apartheid. A questo punto, il futuro è davvero nelle mani del sessantasettenne Zuma, carismatico, populista ma anche figura controversa avendo appena beneficiato del ritiro di scottanti procedimenti penali a suo carico. Dovrebbe essere eletto presidente per un mandato di cinque anni nel corso di una seduta straordinaria del Parlamento, il prossimo sei maggio.

 
Somalia
La comunità internazionale ha raccolto 213 milioni di dollari per aiutare il governo di transizione somalo a riportare sicurezza e stabilità nel Paese e combattere la pirateria che imperversa nelle acque del Golfo di Aden. La cifra è stata raccolta dalla conferenza dei donatori per la Somalia che, su invito dell'Unione europea, delle Nazioni Unite e dell'Unione africana (Ua), ha riunito ieri a Bruxelles oltre 60 tra Paesi e organizzazioni internazionali.

Madagascar
Nella capitale Madagascar, Antananarivo, una donna è morta a seguito della dispersione da parte della polizia di un raduno di sostenitori dell’ex Presidente espulso Marc Ravalomanana. Secondo alcuni testimoni, la donna sarebbe stata colpita da un proiettile alla testa. Ieri violenti scontri tra polizia e manifestanti hanno provocato il ferimento di 36 persone, molte colpite da arma da fuoco.

Stati Uniti torture Cia
ll via libera alle torture della Cia su presunti terroristi di al Qaeda venne dai vertici del precedente governo degli Stati Uniti. È quanto emerso dai documenti che l’amministrazione Obama ha voluto rendere pubblici, relativi agli incontri dell’allora segretario di Stato, Condoleeza Rice, con i responsabili della Cia. Rivelazioni che potrebbero portare ad una commissione d’inchiesta per molti alti funzionari dell’era Bush.

G 20 – Finanze
Si apre oggi a Washington la riunione dei ministri delle Finanze del G20. Una riunione voluta per proseguire il lavoro del G20 di Londra, svoltosi agli inizi di aprile. Secondo alcune indiscrezioni saranno analizzati i primi deboli segnali di ripresa dell’economia. Tra gli altri temi sul tappeto di ministri e banchieri: l'aumento delle risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale, il primo test della procedura di early warning per prevenire le crisi, le “exit strategy” e il miglioramento della regolamentazione dei mercati. Le conclusioni del vertice saranno esposte nella conferenza stampa di questa sera del ministro del Tesoro americano, Timothy Geithner.

Brucia la Carolina del Sud, maxi evacuazione
Avanzano le fiamme nella South Carolina, messa in ginocchio, da due giorni, da diversi incendi boschivi locali. Le lingue di fuoco hanno raggiunto già il centro abitato e divorato ad ora 6mila ettari di terreno, correndo su 6,5 chilometri di territorio. Numeri drammatici: 2500 persone costrette a lasciare le proprie abitazioni, 70 case distrutte, un centinaio quelle danneggiate. Un bilancio, purtroppo, destinato a salire. Grandi difficoltà da parte delle autorità locali e delle forze dell’ordine nel tentativo di riportare la situazione nella normalità. Il governatore Mark Sanford ha dichiarato lo stato d'emergenza per la contea di Horry. A favorire l’estendersi delle fiamme in poche ore è stato il ridotto tasso di umidità ed i forti venti che nei giorni scorsi hanno soffiato sulla zona del Nord Myrtle Beach, il più popolare centro turistico della South Carolina. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 114

 
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