Due milioni e mezzo di italiani vivono in povertà assoluta
In Italia, circa due milioni e mezzo di persone vivono in povertà assoluta. Sono i
"poveri fra i poveri". Si trovano in questa condizione 975 mila famiglie, il 4,1%
dei nuclei. Lo stima l’Istat che ieri ha presentato un rapporto sulla povertà assoluta
nel 2007 sottolineando anche che rispetto al 2005, la situazione è rimasta sostanzialmente
immutata. Anche in relazione a questi dati il ministro del lavoro Sacconi ha risposto
ad un question time alla Camera. Il servizio di Gabriella Ceraso:
E’ importante
la nuova metodologia con cui l’Istat stima la soglia della povertà assoluta nel periodo
pre-crisi 2005-2007, perché aiuta a tracciare profili familiari e territoriali molto
più precisi in relazione a chi non arriva a quel paniere di beni e servizi considerati
essenziali per vivere. Laura Sabadini, ricercatrice Istat:
“Il
concetto non è un concetto di sopravvivenza, ma è un concetto di minimo accettabile.
Abbiamo fatto due ipotesi fondamentali: la prima è che i bisogni delle persone sono
omogenee su tutto il territorio nazionale, cambiano però i costi e quindi abbiamo
considerato questi costi in modo differenziato”.
La
soglia cambia a seconda dell’età, della composizione della famiglia e del luogo di
residenza, ma il dato resta drammatico: due milioni e 500 mila circa gli italiani
coinvolti. Ad esempio, per una famiglia formata da una sola persona tra i 18 ed i
59 anni, se vive in un’area metropolitana del Nord la soglia è di 700 euro, se invece
vive in un piccolo comune, di 600, se la stessa persona vive in un grande comune del
Mezzogiorno la soglia scende a circa 500. I più colpiti dalla povertà assoluta sono
famiglie con due o più figli minori, con presenza di anziani oppure con capofamiglia
che sia operaio, disoccupato, donna oppure ultracinquantenne. E le difficoltà maggiori
continuano ad essere al Sud, dove i tassi di povertà assoluta sono doppi rispetto
al Centro-Nord. I dati forniti dall’Istat segnalano quanto manca ancora nelle politiche
sociali italiane: lo sostiene la Caritas. Sentiamo Francesco Marsica:
“Non
è una novità, tutto questo, però ci dice appunto che se politiche devono esserci,
evidentemente politiche per il sostegno del reddito delle famiglie con figli sono
necessari. Come d’altro canto, sul tema degli anziani sappiamo che c’è stato un welfare
fondamentalmente privato: tutto questo comincia ad essere insufficiente”.
In
materia di politiche sociali, il ministro del Lavoro, Sacconi, ha garantito presto
un decreto interministeriale per i rimborsi di latte artificiale e pannolini, ha sottolineato
i bassi costi di applicazione della “social card”. Ancora Francesco Marsica, della
Caritas:
“La ‘social card’ andrebbe, in qualche misura,
ri-modulata a partire anche da quello che emerge rispetto al dato di povertà assoluta,
perché incominciare a parlare di tutele non più su una base categoriale ma in base
alle condizioni di bisogno”.