2009-04-22 15:36:06

L’arcivescovo di Lahore: Sharia contraria ai principi ispiratori del Pakistan


La Sharia nella Swat Valley è una “totale mancanza di considerazione” nei confronti delle minoranze e dei loro diritti, sanciti “dal padre fondatore della patria” nel 1947. È quanto afferma mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana. Il presule in una lettera inviata al presidente Asif Ali Zardari, al primo ministro Raza Gilani e al ministro della Giustizia del governo della North West Frontier Province (Nwfp), sottolinea con “dispiacere” la mancata valutazione delle “preoccupazioni manifestate dalla società civile” sull’introduzione della legge islamica nello Swat. La Sharia – si legge nel testo - “mette in pericolo la crescita socio-economica e culturale” della regione e legittima le rivendicazioni dei talebani, che distruggono “le norme sancite dalla Costituzione a tutela delle donne e delle minoranze”. Le minoranze della regione sono “senza lavoro”, subiscono “intimidazioni” e sono costrette a “migrare” per l’imposizione della Jizya, la tassa per i non musulmani. Gli estremisti islamici – ricorda poi AsiaNews - hanno mutilato le “statue del Buddha” e raso al suolo “la scuola di Santa Maria, il convento e la cappella a Sangota (nello Swat)”. Nel mirino dei fondamentalisti è finita anche la scuola di don Bosco, a Bannu. Desta particolare preoccupazione, inoltre, la creazione di “un sistema giudiziario parallelo”, basato sulla legge islamica. “Questa decisione – sottolinea l’arcivescovo – deve essere messa al voto, dei giudici e del popolo”. Un altro aspetto rilevante è “l’estremismo ideologico” che sembra prendere sempre più piede nel Paese. I talebani, intanto, continuano la loro battaglia per estendere la legge islamica a tutto lo Stato. Domenica scorsa Sufi Muhammad, guida spirituale del movimento Tahrik-e-Nifaz Shariat Muhammadi (Tnsm), ha affermato che nella valle di Swat è “valida solo la legge islamica”. Tutto il sistema giudiziario del Pakistan - ha aggiunto - deve essere regolato “secondo i dettami della Sharia”. Il leader fondamentalista ha dichiarato infine che nell’islam “non c’è spazio per la democrazia”. (A.L.)







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