2009-04-22 15:27:38

Conferenza sul razzismo. Mons. Tomasi: testo finale non perfetto ma sulla strada giusta


“Un successo” dopo tante controversie: così l’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Navy Pillay, ha commentato ieri l’approvazione a sorpresa, con tre giorni di anticipo, del documento finale della seconda Conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia, aperta lunedì a Ginevra, tra polemiche e clamorose defezioni. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 
Soddisfazione generale a Ginevra per un atto definito “la risposta giusta” della Conferenza alle contestazioni che avevano accompagnato l’apertura dei lavori e dopo la pioggia di critiche all’intervento del presidente iraniano, che aveva profittato della tribuna dell’Onu per lanciare invettive contro Israele. E’ stato dunque approvato ieri nel tardo pomeriggio il testo finale, senza modifiche rispetto alla bozza contestata da alcuni Paesi occidentali per alcuni passaggi riferibili – a loro dire - ad Israele e all’antisemitismo. Da qui le defezione di Stati Uniti, Israele, Australia, Nuova Zelanda, Germania, Italia, Olanda, Polonia, che hanno disertato la Conferenza di Ginevra, abbandonata poi anche dalla Repubblica Ceca dopo il discorso del leader iraniano.

 
Si è detto “incoraggiato” il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, lanciando un appello agli Stati assenti a Ginevra di unirsi a tutta la comunità internazionale in quel “processo continuo” che è la lotta al razzismo e alla discriminazione razziale. Il documento - 16 pagine con 143 articoli - approvato per acclamazione, affronta ad ampio raggio i tanti temi del genocidio, dell’antisemismo, dell’Olocausto, della tratta degli esseri umani, dei diritti delle minoranze, dei popoli indigeni, degli zingari, delle donne, degli immigrati e dei rifugiati, degli ammalati di Aids, dei disabili, del diritto alla libertà d’espressione. Non contiene - ha sottolineato il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner - nessun riferimento alla “diffamazione delle religioni” e così anche non viene menzionato lo Stato di Israele, così come chiedevano i Paesi occidentali nel braccio di ferro - in fase negoziale - con i Paesi musulmani, ed è stato mantenuto il paragrafo sull’Olocausto, nonostante le richieste dell’Iran di cassarlo. Di parere diverso il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che ha giudicato il documento finale “un compromesso al ribasso, fragile e contradditorio”. Ma ribatte l’Organizzazione non governativa Human Rights Watch che questa Conferenza sarà ricordata per l’impegno nei confronti delle vittime del razzismo richiamando i Paesi assenti a sottoscrivere la Dichiarazione. A Ginevra i lavori continuano fino a venerdì 24. Ricordiamo che questa Assise è stata indetta dall’Onu per valutare l’attuazione degli obiettivi posti dalla prima Conferenza sullo stesso tema svoltasi a Durban, in Sudafrica, 8 anni fa, nel 2001, tanto che questa di Ginevra viene chiamata Durban 2.

 
Positivo anche il giudizio di massima sul documento finale della Conferenza contro il razzismo, espresso ieri dall’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi. Ascoltiamo il presule al microfono di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

 
R. - Penso che l’idea che sta un po’ nelle preoccupazioni di tutti era di dare un segno chiaro che ci si deve orientare sulla sostanza del documento e lasciar cadere altre interpretazioni o altri eventi politici e che il messaggio che il documento conclusivo vuole dare è che le nuove forme di razzismo, xenofobia e intolleranza non sono accettabili e che le proposte fatte di combatterle attraverso nuovi meccanismi, attraverso una rinnovata volontà della comunità internazionale è la strada su cui camminare. Quindi c’è stata una grande soddisfazione nel vedere chiuso questo capitolo del testo e questo ha liberato un po’ l’atmosfera della Conferenza.

 
D. - Quindi, mons. Tomasi, Lei giudica positivamente il contenuto di questo documento?

 
R. - Il documento non è perfetto, però rispetta i punti sostanziali dei diritti umani, apre la strada a continuare a negoziare in futuro su alcuni temi che, per la prima volta, sono stati accettati universalmente. Se si continua su questa buona volontà di negoziare e di non entrare in formule particolari di pregiudizi verso uno Stato o l’altro, o discriminazioni verso un gruppo religioso o l’altro, si possono migliorare certamente le condizioni per continuare a combattere contro ogni forma e manifestazione di razzismo.







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