2009-04-22 15:44:25

Carmelitani Scalzi: padre Saverio Cannistrà nuovo preposito generale


“Dopo l’elezione e l’accettazione dell’incarico il nuovo Superiore Generale ha pronunciato la Professione di fede. Subito dopo, intonando il Te Deum, tutti i capitolari si sono recati in processione alla cappella della 'Domus Carmeli', dove ciascuno dei presenti ha dimostrato la propria vicinanza a padre Saverio Cannistrà con un abbraccio fraterno, accompagnato dal canto dell’'Ecce quam bonum' e del 'Nada te turbe' di Santa Teresa di Gesù”. E' quanto riferisce in una nota inviata all’agenzia Zenit l’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Il neo Preposito Generale, eletto lunedì scorso, lascia l’incarico di superiore provinciale della provincia italiana della Toscana succedendo a padre Luis Aróstegui Gamboa, eletto Preposito Generale nel maggio 2003. “Ho sentito che Dio mi prendeva e che nell’abbraccio con voi potevo fidarmi di Dio”. Le prime parole pronunciate dalla nuova guida dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi padre Saverio Cannistrà del Sacro Cuore, che ha 50 anni ed è originario di Catanzaro. Ha studiato Filologia presso la Scuola Normale di Pisa e ha ottenuto il Dottorato in Teologia Dogmatica presso l’Università Gregoriana di Roma. Entrato nel Noviziato nel 1985, ha emesso la sua prima Professione l’anno seguente, nel 1990 ha fatto invece la professione solenne. E' stato ordinato sacerdote nell’ottobre dell’anno 1992 ed è stato docente nella Facoltà di Teologia del Teresianum di Roma. Attualmente insegna Cristologia e Antropologia teologica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, a Firenze. Il nuovo Superiore Generale guiderà 4.600 religiosi, 2.600 dei quali sacerdoti. “Abbracciamo la vita religiosa per l’amicizia e il servizio di Gesù Cristo, a imitazione e sotto il patrocinio della Vergine Maria, la cui forma di vita, di fede e di semplicità, di unione intima con Gesù e con la sua causa, costituisce per noi il modello interiore”. “La nostra vocazione - si legge sul sito www.carmelitaniscalzi.com - tende alla unione con Dio attraverso il cammino della contemplazione e del fervore apostolico indissolubilmente uniti, formando una comunità fraterna, segno di comunione nel mondo”. (A.V.)








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