Terra Santa: con la visita del Papa i media israeliani faranno conoscere il cattolicesimo
In Israele “c’è in generale una diffusa ignoranza sul cattolicesimo e sui cambiamenti
rivoluzionari dell’atteggiamento della Chiesa verso l’ebraismo e il popolo ebraico
in particolare”. Questo rende ancora più delicato il ruolo dei media nella copertura
della prossima visita di Benedetto XVI in Terra Santa. Ad affermarlo, in un’intervista
all’agenzia Cns è il prof. Daniel Rossing, direttore del Centro per i rapporti ebraico-cristiani
di Gerusalemme. Il problema – dice lo studioso – è che il Cristianesimo non è insegnato
nelle scuole”. Se viene insegnato qualcosa “è sulle Crociate e sull’Inquisizione,
non esiste nessuno studio comparato delle religioni”. Analoga la diagnosi avanzata
dal rabbino Ron Kronish, co-direttore del Consiglio di coordinamento interreligioso
di Israele (ICCI), un organismo impegnato nella promozione della conoscenza reciproca
dei credenti delle tre fedi monoteiste: “I ragazzi che escono dal liceo non sanno
assolutamente nulla del Concilio Vaticano II. Non ho mai sentito di nessuno che si
sia preso la briga di educare gli ebrei sui cristiani del dopo Concilio”, ha detto
il religioso alla Cns. Secondo il prof. Rossing questa ignoranza, diffusa anche nella
comunità arabo-musulmana, spiega anche l’atteggiamento delle nuove generazioni verso
la religione cristiana. Da una recente indagine condotta dal suo Centro in collaborazione
con il Jerusalem Institute for Israel Studies, emerge che i meno tolleranti verso
il cristianesimo sono proprio i più giovani. Un risultato che - afferma lo studioso
- non dovrebbe sorprendere: “Le persone tra i 18 e i 20 anni sono il prodotto dell’attuale
sistema educativo. Essi non hanno alcun contatto con il mondo cristiano, mentre persone
più mature hanno avuto altre esperienze”. Secondo Rossing, l’assenza di nozioni
di base sul cristianesimo e sulla cultura cristiana impedisce agli israeliani di avere
una corretta visione storica del mondo. In questo senso - sottolinea - la funzione
dei media durante il prossimo pellegrinaggio di Benedetto XVI sarà cruciale. Proprio
per preparare i media all’evento il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme
ha organizzato un simposio qualche giorno prima dell’arrivo del Papa. (L.Z.)