2009-04-21 19:01:35

Durban II: dalla Santa Sede no agli estremismi. Votato il documento finale, il commento di mons. Tomasi


La Conferenza dell'Onu sul razzismo, denominata Durban II, ha approvato a Ginevra, per acclamazione, il documento finale. A decidere di sottoporre il testo al voto tre giorni prima del previsto, oggi anziché venerdì, sono stati i partecipanti a seguito delle polemiche scatenate dall’intervento ieri di Ahmadinejad, che aveva pesantemente attaccato Israele. Di oggi intanto anche una nota con cui la Santa Sede ritorna sulle dichiarazioni del presidente iraniano. Francesca Sabatinelli RealAudioMP3

L’adozione della dichiarazione finale sul razzismo Durban II è stata la risposta al discorso antisemita del presidente iraniano Ahmadinejad, ha dichiarato l’alto commissariato dell’Onu per i diritti umani Pillay. Sui possibili motivi che hanno portato l’assemblea a votare anticipatamente il documento, Francesca Sabatinelli ha intervistato l’osservatore permanente della Santa Sede all'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi RealAudioMP3

R. - Penso che l’idea che sta un po’ nelle preoccupazioni di tutti era di dare un segno chiaro che ci si deve orientare sulla sostanza del documento e lasciar cadere altre interpretazioni o altri eventi politici e che il messaggio che il documento conclusivo vuole dare è che le nuove forme di razzismo, xenofobia e intolleranza non sono accettabili e che le proposte fatte di combatterle attraverso nuovi meccanismi, attraverso una rinnovata volontà della comunità internazionale è la strada su cui camminare. Quindi c’è stata una grande soddisfazione nel vedere chiuso questo capitolo del testo e questo ha liberato un po’ l’atmosfera della Conferenza.

D. Quindi, mons. Tomasi, Lei giudica positivamente il contenuto di questo documento?

R. – Il documento non è perfetto, però rispetta i punti sostanziali dei diritti umani, apre la strada a continuare a negoziare in futuro su alcuni temi che, per la prima volta, sono stati accettati universalmente. Se si continua su questa buona volontà di negoziare e di non entrare in formule particolari di pregiudizi verso uno Stato o l’altro, o discriminazioni verso un gruppo religioso o l’altro, si possono migliorare certamente le condizioni per continuare a combattere contro ogni forma e manifestazione di razzismo

 







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