2009-04-21 15:37:48

Catalogna: alcuni istituti cancellano i riferimenti cristiani dalle festività del calendario scolastico


Stravolgere le festività del calendario in omaggio di un distorto concetto di laicità. È quanto hanno deciso di fare alcune scuole pubbliche della Catalogna che hanno cancellato ogni riferimento alla tradizione cristiana attraverso acrobazie linguistiche incomprensibili. Ed è così che il Natale diventa la “festa d’inverno” e la Pasqua la “festa di primavera”. Ma la battaglia di retroguardia relativista raggiunge il grottesco con il giorno di San Giorgio, patrono di Catalugna, che si celebra il 23 aprile: in occasione della ricorrenza gli studenti festeggeranno i giochi floreali. Per gli stessi motivi, tramite una circolare, è stato naturalmente proibito agli insegnati di svolgere attività relative al Natale e alla Pasqua e di ornare le aule con simboli religiosi come il presepe. Fra gli istituti che hanno deciso di stravolgere il calendario ci sono il Cervantes e Arenal di Llevant. “Queste festività hanno assunto nella nostra regione un carattere profano – ha spiegato in un intervista alla stampa locale, poi ripresa da Avvenire, la responsabile del Cervantes Isabel Nadal -. Ed è giusto che i nomi vengano adeguati per non urtare la sensibilità dei laici”. La singolare decisione di questi istituti ha suscitato l’immediata reazione della comunità cristiana: l’associazione E-Cristians si è mobilità per chiedere al Dipartimento di educazione di riportare la normalità “lessicale e culturale”. D’altra parte l’associazione evidenzia che per nessun catalano il 25 dicembre è la festa d’inverno, “in tutto l’occidente lo chiamano da sempre Natale”. La guerra lessicale proclamata da queste scuole ha quindi il solo risultato di confondere gli allievi e di privarli delle proprie radici e identità. “La costituzione afferma la laicità dello Stato ma parla anche di collaborazione tra istituzioni e fedi religiose. – conclude il comunicato di E- Cristians – La a-confessionalità dello stato, pertanto, non implica la a scomparsa della religione dalla vita pubblica”. (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.