Oggi colletta straordinaria in tutte le Chiese d'Italia a favore dei terremotati
La Conferenza episcopale italiana ha promosso per oggi una giornata di mobilitazione
a favore dei terremotati. Le consuete offerte raccolte durante le Messe saranno devolute
integralmente alle popolazioni colpite dal sisma. Una “colletta straordinaria” che
verrà immediatamente trasmessa alla Caritas. Don Domenico Pompili, direttore
dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, spiega il significato
di quest’impegno, nell’intervista di Roberta Rizzo.
R. – Credo
che la solidarietà sia scattata istintiva e penso che la gente abbia desiderio di
poter dare una mano. La colletta di domenica fa seguito peraltro a quel che la Conferenza
episcopale ha già determinato, con due stanziamenti, prima di tre milioni e poi di
due milioni di euro, in occasione della visita del cardinale Bagnasco. La colletta
di domenica 19 aprile, che verrà fatta in tutte le chiese e, dunque, in tutte le 26
mila parrocchie italiane, ha come scopo quello di venire incontro alle emergenze della
prima ora. In particolare, la finalità per cui verranno destinati questi soldi è sostanzialmente
la creazione di scuole e, dunque, di punti di incontro per l’infanzia, e anche centri
di comunità dove svolgere, non solo le celebrazioni liturgiche, ma anche momenti conviviali.
D.
– Per quel che riguarda i fondi futuri che la Cei destinerà...
R.
– Oltre a queste iniziative, che coprono appunto la fascia iniziale dell’emergenza,
occorrerà poi con il tempo e anche con una diversa valutazione dell’impatto che il
terremoto ha prodotto, considerare la possibilità di accompagnare non solo la fase
dell’emergenza, ma anche quella successiva. Da questo punto di vista la Conferenza
episcopale italiana ritiene anche importante accompagnare umanamente e pastoralmente
le popolazioni e, perciò, accanto a questi aiuti materiali, sarà data anche importanza
all’aiuto di persone, che sul posto possono condividere questo momento, che certamente
non sarà breve, e che ha bisogno di essere in qualche modo condiviso.
D.
– Il cardinale Bagnasco è rimasto favorevolmente colpito dalla prova di solidarietà
di questi giorni. Cosa pensa del futuro dei terremotati in questo momento?
R.
– L’impressione che il presidente della Cei ha ricavato è quella di una popolazione
solida, dignitosa, dotata di una grande fierezza sul piano semplicemente umano, ma
anche di una popolazione impastata di fede, che mostra quasi con una sorta di disinvolta
naturalezza una percezione della fede, che sicuramente in questi casi così drammatici
costituisce una marcia in più, una risorsa ulteriore. L’auspicio del cardinale Bagnasco
è stato che in questo terremoto, cui ha fatto seguito già da adesso un terremoto d’amore
e di solidarietà, questa iniziale reazione possa essere ancora di più consolidata
nei tempi che verranno.