Il grazie del Papa per le tante manifestazioni di affetto per il compleanno e l'anniversario
di Pontificato. L'invito a confidare in Gesù misericordioso e l'appello contro il
razzismo
In questa Domenica che chiude l’Ottava di Pasqua e in cui si celebra la Divina Misericordia,
Benedetto XVI ringrazia per le manifestazioni di vicinanza spirituale e di affetto
ricevute in particolare in questi giorni ribadendo “non mi sento mai solo”. Poi la
riflessione sulla Conferenza ONU che da domani a Ginevra tratterà della Dichiarazione
di Durban su razzismo e discriminazione. E il pensiero alle Chiese Orientali che celebrano
oggi la Pasqua. L’occasione, la recita della preghiera mariana Regina Coeli nel cortile
del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, al termine della quale Benedetto XVI ha
incontrato il cardinale Lozano Barragan, Presidente emerito del Pontificio Consiglio
per la Pastorale della Salute. Nel pomeriggio, alle 18:30 il Papa lascerà in elicottero
le Ville Pontificie di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano. Sulle parole
del Papa, il servizio di Fausta Speranza.
“Ringrazio
il Signore per la coralità di tanto affetto”, dice Benedetto XVI. “Ho sperimentato
una solidarietà spirituale, nutrita essenzialmente di preghiera, che si manifesta
in mille modi”: così aggiunge esprimendo un cordialissimo grazie a tutti coloro –
e sottolinea tanti - hanno fatto pervenire un segno di affetto e di vicinanza spirituale
in questi giorni, per le festività pasquali, per il compleanno, il 16 aprile, e per
il quarto anniversario dell’elezione alla Cattedra di Pietro, che ricorre proprio
oggi. E alle sue parole si leva dal cortile del Palazzo di Castel Gandolfo, un coro
di applausi e di manifestazioni festose. “Come ho avuto modo di affermare di recente
– ribadisce Benedetto XVI – non mi sento mai solo”: “A partire
dai miei collaboratori della Curia Romana, fino alle parrocchie geograficamente più
lontane, noi cattolici formiamo e dobbiamo sentirci una sola famiglia, animata dagli
stessi sentimenti della prima comunità cristiana, di cui il testo degli Atti degli
Apostoli che si legge in questa domenica afferma: “La moltitudine di coloro che erano
diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32).” Il
Papa ricorda che le prime comunità cristiane si sono fondate su Cristo Risorto che
ha donato ai suoi “una nuova unità, più forte di prima, invincibile, - ricorda il
Papa- perché fondata non sulle risorse umane, ma sulla divina misericordia, che li
fece sentire tutti amati e perdonati da Lui.” E’ dunque l’amore misericordioso di
Dio – ricorda - ad unire saldamente, oggi come ieri, la Chiesa e a fare dell’umanità
una sola famiglia.” E dunque Benedetto XVI ricorda che con questa convinzione Giovanni
Paolo II ha voluto intitolare la seconda domenica di Pasqua alla Divina Misericordia,
accogliendo il messaggio spirituale trasmesso dal Signore a Santa Faustina Kowalska
e sintetizzato nell’invocazione: “Gesù confido in te”. “Come
per la prima comunità, è Maria ad accompagnarci nella vita di ogni giorno. Noi la
invochiamo “Regina del Cielo”, sapendo che la sua regalità è come quella del suo Figlio:
tutta amore, e amore misericordioso. Vi domando di affidare a Lei nuovamente il mio
servizio alla Chiesa, mentre con fiducia Le diciamo: Mater misericordiae, ora pro
nobis.” Dopo la preghiera mariana, il pensiero del Papa va alla Conferenza
di esame della Dichiarazione di Durban del 2001 contro il razzismo, la discriminazione
razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza. “Si tratta di un’iniziativa importante
- spiega Benedetto XVI - perché ancora oggi, nonostante gli insegnamenti della storia,
si registrano tali deplorevoli fenomeni.” La Dichiarazione di Durban – spiega il Papa
- riconosce che “tutti i popoli e le persone formano una famiglia umana, ricca in
diversità, e promuove tolleranza, luralismo e rispetto per una società più inclusiva.
A partire da queste affermazioni si richiede un’azione ferma e concreta, a livello
nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione
e di intolleranza. Benedetto XVI aggiunge che “occorre, soprattutto, una vasta opera
di educazione, che esalti la dignità della persona e ne tuteli i diritti fondamentali”.
E a questo proposito il Papa ricorda l’insegnamento di fondo della Chiesa: “La
Chiesa ribadisce che solo il riconoscimento della dignità dell’uomo, creato ad immagine
e somiglianza di Dio, può costituire un sicuro riferimento per tale impegno. Da questa
origine comune, infatti, scaturisce un comune destino dell’umanità, che dovrebbe suscitare
in ognuno e in tutti un forte senso di solidarietà e di responsabilità”. Dunque,
l’incoraggiamento del Papa: “Formulo i miei sinceri
voti affinché i Delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con
spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo,
discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione
del valore universale della dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte
di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo.” Nei
saluti in varie lingue, il Papa incoraggia tutti a riconoscere la luce della gioia
pasquale, facendosi aiutare da Maria. In tedesco ringrazia in particolare quanti lo
hanno sostenuto e lo sostengono in Germania ricordando che 4 anni fa divenendo Papa
chiese sostegno spirituale e preghiere. Inoltre in polacco, un pensiero particolare
ai connazionali del Servo di Dio Giovanni Paolo II, ricordando che “è stato proprio
lui a ricordare a noi tutti il messaggio di Cristo Misericordioso, rivelato a Santa
Faustina”. Poi il saluto ai pellegrini di lingua italiana e,
in particolare, ai partecipanti, stamane, alla Messa presieduta dal Cardinale Vicario
Agostino Vallini nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. “Cari
amici, voi portate la celebre immagine di Gesù Misericordioso: portatela sempre dentro
di voi, e siate dovunque suoi testimoni! Buona domenica a tutti!”