2009-04-19 20:01:34

Abruzzo: Messa nelle tendopoli. Sul fronte politico si discute di ricostruzione e indagini sui crolli


La seconda domenica dopo la forte scossa del terremoto, il 6 aprile scorso, è stata di nuovo scandita dalla celebrazione delle messe nelle tendopoli. E in comunione con le parrocchie abruzzesi la Conferenza Episcopale Italiana ha invitato oggi alla Giornata di mobilitazione delle coscienze a favore dei terremotati. Intanto i riflettori sono puntati sulla ricostruzione e le indagini sui crolli. Dopo il monito del Capo dello Stato Napolitano che ieri ha parlato di danni in Abruzzo aggravati dal disprezzo delle regole, oggi anche il presidente della camera Fini sottolinea la necessità di accertare eventuali responsabilità. E una scossa di magnitudo 3.9 è stata registrata oggi in Piemonte. Il servizio di Giampiero Guadagni RealAudioMP3


Come annunciato ieri, il 28 aprile prossimo il Pontefice visiterà i luoghi simbolo del terremoto in Abruzzo: la Casa dello Studente e la Basilica di Collemaggio a L’Aquila, Onna ed infine Coppito, dove sorge la Caserma della Guardia di Finanza, sede operativa della grande macchina dei soccorsi. Ma andiamo proprio ad Onna, un piccolo centro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese, che più di altri è stato colpito dal sisma; il 90% delle sue abitazioni è crollato durante la prima scossa, il 6 aprile, con un bilancio di 40 morti su 350 abitanti. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, è andato ieri nella tendopoli di Onna, che poco prima aveva accolto con gioia la notizia dell’arrivo del Papa. Le testimonianze:RealAudioMP3

R. – I nostri cuori hanno esultato di gioia, perchè avere qui con noi il Santo Padre è una gioia immensa, infinita. Davanti a questo disastro così grande la nostra fede è sempre viva e si rafforza ancor di più. Sicuramente nei nostri cuori c’è gioia, c’è fede, c’è speranza e c’è tanto amore, che è fondamentale per darci la forza per ripartire e ricominciare.

D. – C’è un altro segno di speranza concreto che ho visto entrando qui nella tendopoli: sono state recuperate le campane della chiesa e sono state messe su una struttura metallica, che diventa simbolo di fede in questo momento...

R. – Certamente. E’ sicuramente un simbolo di fede per noi fondamentale. Oggi, quando le campane hanno suonato, abbiamo sentito brividi di gioia e c’è sembrato per un istante di essere tornati alla nostra cara Onna, con i nostri affetti precedenti. Siamo una grande famiglia.

D. – Benedetto XVI ha scelto Onna per portare un segnale di speranza. Come avete accolto questa notizia? Come l’ha accolta la comunità?

R. – L’abbiamo accolta con una grande gioia, intima soprattutto. Penso che ognuno di noi la viva in modo intimo. Per noi è una cosa grande. Nella disgrazia abbiamo la felicità di averlo tra di noi e questa è una grande consolazione. E penso che soprattutto chi ha perso i familiari, i superstiti, possano trovare in questa sua venuta la carica e la forza per andare avanti e per dare inizio ad un futuro. Anche se nel dolore, ricominciare.

R. – Gli onnesi sono orgogliosi e vogliono ricominciare da capo. Quindi, saranno fieri di avere qui, anche se per poco tempo, il Papa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

Ascoltiamo, ora, don Cesare Cardoso, parroco di Onna, che ieri ha comunicato all’intera comunità l’arrivo del Papa. L’intervista è sempre del nostro inviato Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

R. – Vedere tra noi il pastore della Chiesa universale, il Papa, è una cosa che davvero ci incoraggia nella nostra fede, ci dona tanta speranza e richiama su tutti quanti noi l’attenzione per avviare una ricostruzione sia morale che delle case e del paese.

D. – Se avesse la possibilità di chiedere qualcosa a Benedetto XVI che cosa chiederebbe?

R. – Certo al Papa dobbiamo chiedere le sue preghiere per noi, la sua vicinanza non solo con la preghiera, ma attraverso le innumerevoli vie che il Sommo Pontefice ha, per far parlare del nostro paese nel mondo, in questa situazione particolare.

D. – C’è un senso di solidarietà – è evidente dall’esterno - che ha unito tutto il Paese, tutta l’Italia...

R. – Siamo stati – voglio usare questa frase – abbracciati da tutta l’Italia, da tutti gli italiani, da tutta l’Europa e da tutto il mondo. Ci siamo sentiti incoraggiati, rasserenati che non ci lasceranno soli.

D. – Qual è la speranza che lei ha per il prossimo futuro, per la sua comunità?

R. – La nostra speranza è Cristo. La nostra speranza è di poter riprenderci quanto prima possibile e incominciare con tanta pazienza, con tanta serenità e con tanta voglia, affinché tutte le cose, non solo strutturali ma interiori e spirituali, degli abitanti di questo Paese cambino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

Ma veniamo, ora, al capitolo ricostruzione, che ieri è stato affrontato anche dal premier Silvio Berlusconi, giunto per la settima volta nelle zone colpite dal sisma. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, lo ha intervistato nella tendopoli di Piànola, un altro dei paesi colpiti dal terremoto. Ascoltiamolo:RealAudioMP3

R. – La cosa importante adesso è che noi riusciamo nell’opera di approntamento di nuove case e di ricostruzione ad avere tempi brevi, perché la permanenza in tenda non può prolungarsi troppo. Dopo la prima parte, che è di novità, di speranza, di pericolo scampato, può subentrare una fase di malinconia o addirittura di disperazione, se non si vede il finale di questo soggiorno, che poi può anche dare luogo a sentimenti di rabbia. Questo noi lo sappiamo per le precedenti esperienze e quindi stiamo lavorando al progetto di questi nuovi insediamenti, che dovremmo fare con tecniche ipermoderne e che dovrebbero consentire di darci delle abitazioni assolutamente confortevoli nel giro di cinque o sei mesi.

D. – Girando per le tendopoli ci si rende conto anche di questo grande senso di unità del Paese: sono venuti davvero da ogni luogo...

R. – Sì, dal male, che è grande per i 300 morti, che è grande per le condizioni di disagio, che è grande per il lavoro improbo, immane di ricostruzione, sta venendo fuori anche un bene, che è un sentimento di solidarietà di tutti gli italiani, che superando qualsiasi divisione politica e anche regionale, si sono uniti in questa opera di solidarietà nei confronti degli altri cittadini italiani, che hanno subito questa tragedia. Si è rivelato un sentimento di orgoglio di essere italiani.







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