2009-04-18 13:30:35

Religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani in udienza dal Papa a 800 anni dall'approvazione della prima Regola da parte di Innocenzo III


Tremila religiosi dei quattro Ordini che compongono la Famiglia francescana sono stati ricevuti ieri in udienza da Benedetto XVI a Castel Gandolfo. L’occasione: la conclusione del cosiddetto “Capitolo delle stuoie”, celebrato ad Assisi, durante il quale tutti i Francescani e le Francescane hanno riflettuto sul carisma del loro fondatore a 800 anni dalla prima approvazione della Regola. Siate i “testimoni della bellezza di Dio”, è stato uno degli inviti del Papa ai religiosi. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

“…Poi, compiuto il Capitolo detto delle Stuoie presso Santa Maria della Porziuncola, al quale intervennero cinquemila fratelli, Santo Francesco confortandoli tutti in bene (…) con la benedizione di Dio e la sua li mandò alle loro province tutti consolati di letizia spirituale”. E’ la scena descritta in uno dei Fioretti del Poverello d’Assisi: a migliaia, già 800 anni fa, i frati accampati sotto delle stuoie - perché era impossibile dare un tetto a tutti - radunati in ascolto delle parole di Francesco.

 
Hanno voluto rivivere quell’esperienza i frati del terzo millennio, sotto un tendone allestito all’esterno della Chiesa della Porziuncola dal 15 aprile a oggi, per poi concludere il loro ritiro in Vaticano dal “Signor Papa”. Benedetto XVI ha usato questa tipica espressione di San Francesco accogliendo con gioia e parole di grande stima circa tremila religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani. “Sono passati ottocento anni, e quella dozzina di Frati è diventata una moltitudine, disseminata in ogni parte del mondo”, ha ricordato il Papa riferendosi al viaggio che Francesco e i suoi primi compagni fecero a Roma, ottenendo da Innocenzo III l’approvazione orale della prima Regola. Un fatto, ha osservato il Pontefice, che dimostra come carsima e istituzione siano "sempre complementari per l'edificazione della Chiesa":

 
“Francesco avrebbe potuto anche non venire dal Papa. Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in quell’epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione, o per lo meno non cercavano la sua approvazione. (…) Invece egli pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo ‘noi’ che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del grande ‘noi’ della Chiesa una e universale”.

 
“Dal piccolo ruscello sgorgato ai piedi del Monte Subasio, si è formato un grande fiume, che ha dato un contributo notevole alla diffusione universale del Vangelo”, ha riconosciuto Benedetto XVI, che si è soffermato sull’estrema aderenza tra la vita e lo stile di Cristo e quello che il Santo di Assisi incarnò durante la sua vita:

 
“E qui veniamo al punto che sicuramente sta al centro di questo nostro incontro. Lo riassumerei così: il Vangelo come regola di vita. ‘La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo’: così scrive Francesco all’inizio della Regola bollata. Egli comprese se stesso interamente alla luce del Vangelo. Questo è il suo fascino. Questa la sua perenne attualità”.

 
Ma l’attualità di un carisma ha bisogno di essere sempre riscoperta. Il Papa ha invitato “ogni fratello” e “ogni sorella” francescani a custodire, sull’esempio del Serafico Padre, “un animo contemplativo, semplice e lieto”. E come Francesco seppe celebrarla nel suo Cantico, anche voi, ha detto il Pontefice ai Francescani - che al termine dell'udienza hanno rinnovato le loro promesse - “siate testimoni della ‘bellezza’ di Dio”:

 
“Come Francesco e Chiara d’Assisi, anche voi impegnatevi a seguire sempre questa stessa logica: perdere la propria vita a causa di Gesù e del Vangelo, per salvarla e renderla feconda di frutti abbondanti”.

 
Infine una esortazione, con la quale Benedetto XVI ha legato uno degli episodi dell’antica conversione di San Francesco a uno degli avvenimenti più recenti che hanno segnato la cronaca e la coscienza collettiva degli italiani:

 
“Nei giorni scorsi, il terremoto che ha colpito l’Abruzzo ha danneggiato gravemente molte chiese, e voi di Assisi sapete bene che cosa questo significhi. Ma c’è un’altra 'rovina' che è ben più grave: quella delle persone e delle comunità! Come Francesco, cominciate sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare”.







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