Religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani in udienza dal Papa a 800 anni
dall'approvazione della prima Regola da parte di Innocenzo III
Tremila religiosi dei quattro Ordini che compongono la Famiglia francescana sono stati
ricevuti ieri in udienza da Benedetto XVI a Castel Gandolfo. L’occasione: la conclusione
del cosiddetto “Capitolo delle stuoie”, celebrato ad Assisi, durante il quale tutti
i Francescani e le Francescane hanno riflettuto sul carisma del loro fondatore a 800
anni dalla prima approvazione della Regola. Siate i “testimoni della bellezza di Dio”,
è stato uno degli inviti del Papa ai religiosi. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“…Poi, compiuto
il Capitolo detto delle Stuoie presso Santa Maria della Porziuncola, al quale intervennero
cinquemila fratelli, Santo Francesco confortandoli tutti in bene (…) con la benedizione
di Dio e la sua li mandò alle loro province tutti consolati di letizia spirituale”.
E’ la scena descritta in uno dei Fioretti del Poverello d’Assisi: a migliaia, già
800 anni fa, i frati accampati sotto delle stuoie - perché era impossibile dare un
tetto a tutti - radunati in ascolto delle parole di Francesco.
Hanno
voluto rivivere quell’esperienza i frati del terzo millennio, sotto un tendone allestito
all’esterno della Chiesa della Porziuncola dal 15 aprile a oggi, per poi concludere
il loro ritiro in Vaticano dal “Signor Papa”. Benedetto XVI ha usato questa tipica
espressione di San Francesco accogliendo con gioia e parole di grande stima circa
tremila religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani. “Sono passati
ottocento anni, e quella dozzina di Frati è diventata una moltitudine, disseminata
in ogni parte del mondo”, ha ricordato il Papa riferendosi al viaggio che Francesco
e i suoi primi compagni fecero a Roma, ottenendo da Innocenzo III l’approvazione orale
della prima Regola. Un fatto, ha osservato il Pontefice, che dimostra come carsima
e istituzione siano "sempre complementari per l'edificazione della Chiesa":
“Francesco
avrebbe potuto anche non venire dal Papa. Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano
formando in quell’epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione,
o per lo meno non cercavano la sua approvazione. (…) Invece egli pensò subito a mettere
il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di
Pietro. Questo fatto rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo ‘noi’
che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del
grande ‘noi’ della Chiesa una e universale”.
“Dal
piccolo ruscello sgorgato ai piedi del Monte Subasio, si è formato un grande fiume,
che ha dato un contributo notevole alla diffusione universale del Vangelo”, ha riconosciuto
Benedetto XVI, che si è soffermato sull’estrema aderenza tra la vita e lo stile di
Cristo e quello che il Santo di Assisi incarnò durante la sua vita:
“E
qui veniamo al punto che sicuramente sta al centro di questo nostro incontro. Lo riassumerei
così: il Vangelo come regola di vita. ‘La Regola e vita dei frati minori è questa,
cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo’: così scrive Francesco
all’inizio della Regola bollata. Egli comprese se stesso interamente alla luce del
Vangelo. Questo è il suo fascino. Questa la sua perenne attualità”.
Ma
l’attualità di un carisma ha bisogno di essere sempre riscoperta. Il Papa ha invitato
“ogni fratello” e “ogni sorella” francescani a custodire, sull’esempio del Serafico
Padre, “un animo contemplativo, semplice e lieto”. E come Francesco seppe celebrarla
nel suo Cantico, anche voi, ha detto il Pontefice ai Francescani - che al termine
dell'udienza hanno rinnovato le loro promesse - “siate testimoni della ‘bellezza’
di Dio”:
“Come Francesco e Chiara d’Assisi, anche
voi impegnatevi a seguire sempre questa stessa logica: perdere la propria vita a causa
di Gesù e del Vangelo, per salvarla e renderla feconda di frutti abbondanti”.
Infine
una esortazione, con la quale Benedetto XVI ha legato uno degli episodi dell’antica
conversione di San Francesco a uno degli avvenimenti più recenti che hanno segnato
la cronaca e la coscienza collettiva degli italiani:
“Nei
giorni scorsi, il terremoto che ha colpito l’Abruzzo ha danneggiato gravemente molte
chiese, e voi di Assisi sapete bene che cosa questo significhi. Ma c’è un’altra 'rovina'
che è ben più grave: quella delle persone e delle comunità! Come Francesco, cominciate
sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare”.