Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia, la Liturgia
ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù risorto appare ai discepoli. Tommaso
è assente e resta incredulo. Gesù riappare un’altra volta invitando alla fede Tommaso,
che risponde: «Mio Signore e mio Dio!». Allora il Signore gli dice:
"Perché
mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti,
docente di Cristologia all'Università Lateranense:
L'uomo
diventa tanto più se stesso quanto più grande è la realtà che incontra e che riconosce.
In Gesù Cristo è il culmine della realtà. Dice Paolo: «La realtà è Cristo» (Col 2,
17).
Nella Risurrezione la realtà di Cristo si rende presente e si comunica
a tutti. E' dunque incontrando e riconoscendo Gesù Cristo nella sua Risurrezione che
ogni uomo si trova dinanzi alla verità tutta intera. In Lui infatti abita la pienezza
(cf. Col 2, 9-10). Solo quando dinanzi all'evidenza irrefutabile della pienezza di
Cristo l'uomo può esclamare con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le
forze: «Mio Signore e mio Dio!», solo allora l'uomo comincia veramente ad esserci,
solo allora comincia ad esistere in verità. Tutto quel che precede questa esclamazione
è un preambolo, un preliminare, una «passione inutile» che, lasciata a se stessa,
rimane largamente inconsistente.
La Risurrezione di
Cristo e solo la Risurrezione di Cristo dà consistenza d'essere e d'esistere all'intera
vita dell'uomo. Sulla base d'essa noi viviamo e, a partire da questa vita e da questa
esistenza nuova, noi parliamo. Coloro che sono rinati «in Cristo», tutto quel che
dicono ed esprimono lo dicono a partire dal dato d'essere fondamentale della Risurrezione.
Dal momento che noi abbiamo cominciato ad esistere in essa, tutto quel che siamo ed
esprimiamo è inconcepibile senza di essa.