Si rafforza l’impegno sociale della Chiesa in Vietnam
Ottocentottantatrè tra asili, materne e scuole primarie di reinserimento, 123 dispensari
e infermerie, 169 istituti di assistenza ai disabili, agli orfani e alle persone anziane,
13 lebbrosari, diversi centri per i malati di Aids, malati psichiatrici e tossicodipendenti.
Sono alcuni numeri, aggiornati al 2007, riguardanti l’apostolato sociale della Chiesa
in Vietnam. Ad illustrarli – riferisce l’agenzia cattolica Églises d’Asie - un rapporto
preparato da un sacerdote, padre Nguyen Ngoc Son, che ha colto l’occasione della riapertura
ufficiale, lo scorso ottobre, della Caritas Vietnam per presentare l’opera caritativa
e sociale della Chiesa nel Paese nei diversi periodi della sua storia recente. Un’opera
che ha conosciuto alti e bassi. Lo studio ricorda in particolare come l’attivismo
sociale della Chiesa vietnamita abbia raggiunto il suo culmine durante la seconda
guerra del Vietnam, in quel periodo proliferarono nel Sud numerose istituzioni socio-caritative
cattoliche. Nel 1965 risale poi l’istituzione della Caritas Vietnam che svolse un
ruolo cruciale nell’accoglienza e nell’assistenza agli sfollati fuggiti dalle aree
devastate dal conflitto. A partire dal 1972, la Caritas è stata poi assistita dalla
COREV, la Cooperazione per la Ricostruzione del Vietnam, che - sotto la presidenza
del compianto cardinale François Nguyen Van Thuan - contribuì a riparare ai disastri
provocati dalla guerra in numerose località. Questo prezioso lavoro fu bruscamente
interrotto nel 1975, dopo la riunificazione del Vietnam sotto il regime comunista
che fece chiudere tutte le istituzioni cattoliche, compresa la Caritas. La ripresa
dell’opera caritativa della Chiesa vietnamita – spiega il rapporto di padre Ngoc Son
- è iniziata con il progressivo crollo dei regimi comunisti nel corso degli anni ’80
e quindi con l’avvio da parte del governo di Hanoi della cosiddetta “politica del
rinnovamento” (dôi moi) e della “socializzazione”. Un’opera resa tanto più
necessaria dall’aumento della povertà e degli squilibri sociali che hanno accompagnato
la crescita economica del Paese negli ultimi due decenni. Questa nuova politica, afferma
peraltro padre Ngoc Son, non ha comportato una piena liberalizzazione delle attività
sociali della Chiesa che restano ancora limitate e controllate delle autorità vietnamite.
(L.Z.)