Assolti in Pakistan due cristiani accusati di blasfemia
Dopo quasi tre anni di prigione, James Masih e Buta Masih torneranno in libertà. L’alta
Corte di Lahore, in Pakistan, li ha infatti assolti dall’accusa di blasfemia. Si tratta
di “una conquista enorme” ha detto ad Asianews il loro legale. I due erano stati denunciati
da un vicino di casa che li aveva visti bruciare in strada una copia del Corano ma
è diversa la ricostruzione della vicenda da parte del parroco della zona padre Yaqub
Rosaf. Il religioso ritiene che all’origine di tutto ci sia l’ignoranza e la povertà
dei due cristiani. La figlia di uno di loro lavorava come domestica per un musulmano
ed era solita portare a casa oggetti scartati dal padrone che poi venivano in parte
rivenduti al mercato locale, un’altra conservata in famiglia e il resto bruciato in
strada. L’uomo, analfabeta, non si sarebbe accorto che fra gli oggetti che stava bruciando
vi era anche una copia del Corano. In seguito al loro arresto, James e Buta Masih
hanno subito una condanna a dieci anni di galera e al pagamento di 25mila rupie ciascuno.
Padre Rosaf, ringraziando il Signore per aver aiutato i due innocenti, chiede che
sia cancellata la legge sulla blasfemia che crea “odio e pregiudizio” tra fedeli di
religioni diverse. Secondo la Commissione nazionale di giustizia e pace, dal 1986
ad oggi almeno 892 persone sono state accusate di blasfemia e circa 25 persone sono
state uccise da estremisti anche prima della sentenza. (B.C.)