2009-04-16 16:16:52

Inaugurato a Cotonou un nuovo monastero di monache clarisse cappuccine


Costrette dalla furia dell’Oceano, che stava minacciando di travolgere il loro monastero insieme alle case di un gruppo di pescatori, le monache clarisse cappuccine italiane, che si trovavano da 16 anni nel quartiere di Dontaen, a Cotonou, capitale economica del Bénin, hanno deciso di trasferirsi nel comune di Zivié, a 45 Km dalla città. Dopo due anni di lavoro, il monastero è stato solennemente inaugurato e benedetto ieri, da mons. Agboton Marcel Honorat Léon, arcivescovo della città, che ha presieduto una concelebrazione con 29 sacerdoti. Il presule ha sottolineato l’importanza e la preziosità del nuovo luogo di contemplazione per la chiesa locale e in un Paese in cui il cristianesimo deve affrontare le sfide della religione tradizionale, che trova nel vodou la sua massima espressione, e l’inarrestabile proliferazione delle sètte. “La Chiesa - ha egli detto rivolgendosi direttamente alle contemplative - aspetta molto da voi, scelte da Dio per essere prezioso riferimento alla gente del nostro tempo, distratta da mille occupazioni. L’Eucaristia, a cui é dedicato il monastero, e la Parola di Dio che voi meditate giorno e notte, sono i cardini su cui la Chiesa deve reggersi per far fronte alle diffcoltà che premono da ogni parte”. Un momento di particolare commozione é stato vissuto quando una monaca locale ha eseguito un canto da lei stessa composto per l’occasione, e cantato da tutta l’assemblea che l’ha accompagnato con i caratteristici movimenti ritmici, proprii della musica africana. Nel monastero vivono 14 monache: sei italiane, sei beninesi, una del Burkina Faso e una del Rwanda, scampata miracolosamente al genocidio di qualche anno fa. Le monache italiane provengono tutte dal monastero di Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino), patria di Santa Veronica Giuliani, la cui abitazione, secondo una sua profezia, è stata trasformata in monastero. All’inaugurazione hanno partecipato le autorità locali; un bel gruppo di religiosi e religiose provenienti da Cotonou, e una piccola delegazione proveniente dall’Italia, guidata dalla Superiora del monastero del piccolo comune marchigiano. (Da Cotonou, padre Egidio Picucci)







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