Inaugurato a Cotonou un nuovo monastero di monache clarisse cappuccine
Costrette dalla furia dell’Oceano, che stava minacciando di travolgere il loro monastero
insieme alle case di un gruppo di pescatori, le monache clarisse cappuccine italiane,
che si trovavano da 16 anni nel quartiere di Dontaen, a Cotonou, capitale economica
del Bénin, hanno deciso di trasferirsi nel comune di Zivié, a 45 Km dalla città. Dopo
due anni di lavoro, il monastero è stato solennemente inaugurato e benedetto ieri,
da mons. Agboton Marcel Honorat Léon, arcivescovo della città, che ha presieduto una
concelebrazione con 29 sacerdoti. Il presule ha sottolineato l’importanza e la preziosità
del nuovo luogo di contemplazione per la chiesa locale e in un Paese in cui il cristianesimo
deve affrontare le sfide della religione tradizionale, che trova nel vodou la sua
massima espressione, e l’inarrestabile proliferazione delle sètte. “La Chiesa - ha
egli detto rivolgendosi direttamente alle contemplative - aspetta molto da voi, scelte
da Dio per essere prezioso riferimento alla gente del nostro tempo, distratta da mille
occupazioni. L’Eucaristia, a cui é dedicato il monastero, e la Parola di Dio che
voi meditate giorno e notte, sono i cardini su cui la Chiesa deve reggersi per far
fronte alle diffcoltà che premono da ogni parte”. Un momento di particolare commozione
é stato vissuto quando una monaca locale ha eseguito un canto da lei stessa composto
per l’occasione, e cantato da tutta l’assemblea che l’ha accompagnato con i caratteristici
movimenti ritmici, proprii della musica africana. Nel monastero vivono 14 monache:
sei italiane, sei beninesi, una del Burkina Faso e una del Rwanda, scampata miracolosamente
al genocidio di qualche anno fa. Le monache italiane provengono tutte dal monastero
di Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino), patria di Santa Veronica Giuliani, la cui
abitazione, secondo una sua profezia, è stata trasformata in monastero. All’inaugurazione
hanno partecipato le autorità locali; un bel gruppo di religiosi e religiose provenienti
da Cotonou, e una piccola delegazione proveniente dall’Italia, guidata dalla Superiora
del monastero del piccolo comune marchigiano. (Da Cotonou, padre Egidio Picucci)