Sri Lanka: i vescovi pregano Cristo Risorto per la pace nel Paese
La Pasqua ricorda la vittoria di Gesù Cristo, il Dio vivente, sulle forze dell’oscurità
e della distruzione. Guardando a Cristo, l’umanità può risorgere a una nuova vita
superando la logica della morte, della guerra e delle divisioni. È il messaggio lanciato
in occasione delle festività pasquali da mons. Oswald Thomas Colman Gomis, arcivescovo
di Colombo, dal vescovo anglicano Duleep de Chickera e da padre Sebastian Maria Anthony,
superiore generale dei gesuiti dello Sri Lanka, che chiede “la pace nel Paese e la
fine delle sofferenze per la popolazione civile”. L’arcivescovo di Colombo ricorda
che con la guerra “non si raggiungono risultati duraturi” perché la pace e la prosperità
di una nazione “si possono costruire solo con il dialogo”. “Nell’approssimarsi della
Pasqua – sottolinea mons. Gomis – tutti gli abitanti dello Sri Lanka hanno vissuto
i pericoli della guerra, i dolori e le afflizioni degli sfollati, la dura realtà della
legge anti-conversione”. Pace e giustizia nel Paese sono al centro del messaggio del
vescovo anglicano Duleep De Chickera. “La Pasqua di risurrezione – afferma – è una
chiamata alla trasformazione per i nostri leader e per tutta la popolazione cingalese.
Ma prima che ciò accada, bisogna fare una profonda analisi di coscienza”. Solo così
si potrà “mettere fine alle sofferenze” degli sfollati, dei civili, dei poveri e di
quanti non hanno un lavoro. Il vescovo anglicano ricorda quanti sono colpiti dalla
crisi economica e i giovani, le cui difficoltà mettono a rischio lo “sviluppo futuro
della nazione”. Rivendica anche il diritto alla “libertà di espressione” e la possibilità
di “manifestare il dissenso” in termini civili e democratici. Padre Sebastian Maria
Anthony, superiore generale dei gesuiti dello Sri Lanka, lancia un monito per l’unità
nel Paese: “Non lasciamo – afferma il sacerdote – che differenze di credo religioso,
di casta, di etnia o identità linguistica ci impediscano di esercitare la nostra identità
di figli di Dio, di fratelli e di sorelle”. “Che il Cristo risorto – aggiunge – ci
dia la forza e il coraggio di parlare anche a nome dei fratelli e delle sorelle emarginati
e senza voce. Lasciamo che il Cristo risorto ci dia la forza di lavorare per la riconciliazione
e la pace”. I ribelli Tamil hanno annunciato, intanto, di voler negoziare un cessate
il fuoco con le forze governative e ripristinare i colloqui di pace, per porre fine
a decenni di sanguinosi conflitti sull’isola. Le Tigri Tamil - ricorda AsiaNews -
chiedono una tregua a lungo termine sotto la supervisione della comunità internazionale.
Una richiesta rispedita al mittente dal governo di Colombo che pone come condizione
la consegna delle armi prima di intavolare qualsiasi trattativa. (A.L.)