2009-04-15 13:23:42

Padre Lombardi: riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini attraverso l'amore di Cristo, centro del ministero di Benedetto XVI


Domenica 19 aprile, dunque, a tre giorni dal suo 82.mo compleanno, Benedetto XVI celebrerà anche il quarto anniversario della sua elezione. Per un bilancio di questo ultimo anno di Pontificato ascoltiamo il nostro direttore padre Federico Lombardi, al microfono di Roberto Piermarini:RealAudioMP3

R. – Possiamo ricordare che un anno fa il Papa era negli Stati Uniti e, quindi, quest’anno è stato un anno con quattro viaggi, fuori d’Italia, in quattro continenti diversi. Questo mi sembra una cosa da notare. Il Papa è stato negli Stati Uniti, alle Nazioni Unite, è stato in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù; è stato in Francia, ed è stato, infine, in Africa poche settimane fa. Ha percorso quattro continenti in un anno e tutti questi viaggi sono stati notevoli per l’accoglienza, per l’efficacia con cui il suo messaggio è stato accolto anche da audience pubblici completamente diversi dal punto di vista culturale, dal punto di vista della loro situazione. Quindi, direi che il Papa ha vissuto la dimensione universale del suo ministero in un modo estremamente efficace nel corso di questo anno. Un altro evento che mi sembra molto significativo è quello del Sinodo, il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, un evento della Chiesa universale che si è svolto con grande serenità, con grande partecipazione e soddisfazione di tutti coloro che vi hanno partecipato e che si sono fatti poi messaggeri anche di questo aspetto radicale della vita della Chiesa che è l’ascolto e l’annuncio della Parola di Dio. Poi, certamente, c’è l’aspetto che si nota di meno, perché non è collegato a un grande evento ma proprio alla natura del ministero del Papa, che è il suo magistero “ordinario” attraverso le omelie e le catechesi. Questo è un servizio fondamentale per il popolo di Dio, molto spirituale e teologico, che forma il popolo di Dio in profondità ed è - io ritengo - uno dei carismi più straordinari di Papa Benedetto XVI perché si tratta di discorsi, di omelie, di catechesi, di grandissima ricchezza e che possono rimanere a lungo come patrimonio del popolo cristiano, per formarlo culturalmente, teologicamente e spiritualmente. Pensiamo alle omelie degli ultimi giorni, quelle che abbiamo ascoltato in occasione del Triduo Sacro, per esempio, che sono veramente state sublimi. Non dobbiamo dimenticarle, anche se fanno poco notizia sui giornali, però nella vita cristiana e nella vita della Chiesa sono dei punti di riferimento e dei modelli di meditazione, di approfondimento della Parola di Dio, dell’evento cristiano, assolutamente importantissimi.

 
D. – Padre Lombardi, in questo ultimo anno ci sono stati momenti delicati e difficili per il Papa. Come li ha vissuti il Pontefice?

 
R. - Credo che l’aspetto più evidente sia quello recente delle discussioni in occasione della remissione della scomunica ai quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre e il contestuale caso Williamson, cioè le discussioni a proposito delle dichiarazioni negazioniste nei confronti dell’Olocausto del vescovo Williamson, uno dei quattro a cui era stata rimessa la scomunica. Il Papa come l’ha vissuto? Lo vediamo dalla Lettera che egli ha scritto ai vescovi di tutto il mondo, che è un documento straordinario, un documento molto personale, intenso, in cui vediamo come egli affronta una situazione di tensione all’interno della Chiesa e anche nei confronti della cultura circostante. L’ha affrontata sostanzialmente rimettendo in chiaro le priorità del suo Pontificato, riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini, e mettendo in rilievo i criteri evangelici con cui egli ha preso questa iniziativa della remissione della scomunica, come un gesto di misericordia, ispirandosi alle parole del Vangelo: “Riconciliati con il tuo fratello”. Direi che abbiamo avuto una testimonianza molto forte di uomo di fede, di un pastore che guida la Chiesa con criteri di pura fede e di grande carità e responsabilità spirituale nei confronti del popolo di Dio e dell’umanità di oggi.

 
D. – In questi giorni il Papa ha incessantemente invitato i fedeli a pregare per i terremotati dell’Abruzzo. Con quale spirito il Papa si appresta a incontrarli?

 
R. – Il Papa è una persona di grande sensibilità, non è solo l’uomo di cultura superiore e di teologia e spiritualità profonda, è anche un uomo di grande umanità, di attenzione all’altro, di gentilezza, di sensibilità profonda, di sentimenti umani profondi. Mi pare che questi si siano anche riflettuti nel modo in cui, continuamente, da quando è successo il terremoto, egli ha fatto riferimento a questa tragedia, a questo evento drammatico, in varie occasioni, nei suoi discorsi, nelle sue udienze, e manifestando la sua vicinanza che è anche rappresentata da questo desiderio di andare, quando questo sia effettivamente opportuno e possibile sotto tutti i punti di vista anche di carattere logistico, organizzativo. Ma la vicinanza del suo cuore, del suo spirito continua ed è molto sincera, umana e spirituale allo stesso tempo. Un uomo di fede vive queste vicende nel dolore, nella partecipazione ma anche nella speranza e credo che si è sentito così in sintonia con il modo in cui anche la Chiesa in Abruzzo ha dimostrato di vivere con il suo popolo queste giornate, che, tra l’altro, sono venute a coincidere proprio col mistero della morte e della Risurrezione di Gesù e che, quindi, hanno vissuto con una grande concretezza umana e spirituale e continuano adesso a proiettarsi in uno spirito di ripresa, animato dalla speranza e dalla fiducia nell’accompagnamento di Dio e della Chiesa.

 
D. – Quali sono le aspettative del Papa per il prossimo viaggio in Terra Santa?

 
R. – Lo ha detto lui stesso con molta chiarezza in occasione del Messaggio pasquale, della Benedizione Urbi et Orbi. Il Papa ha detto che “con la Pasqua, Cristo ha estirpato la radice del male ma ha bisogno di uomini e donne che in ogni tempo e luogo lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi, le armi della giustizia, della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore”. Questo Messaggio pasquale è quello che il Papa dice di aver portato in Africa per tanti popoli sofferenti e desiderosi di riscatto e di futuro ed è lo stesso messaggio che egli vuole portare in Terra Santa. Ha fatto riferimento esplicitamente al tema della riconciliazione, ha detto: “La difficile ma indispensabile riconciliazione, che è premessa per un futuro di sicurezza comune, di pacifica convivenza, non potrà diventare realtà che grazie agli sforzi rinnovati, perseveranti e sinceri per la composizione del conflitto israelo-palestinese”. Il Papa si prepara ad andare, certamente, con lo spirito del pellegrino, del credente, che desidera naturalmente andare sui luoghi principali che hanno visto gli eventi della storia della salvezza, dell’Antico e Nuovo Testamento, però anche con questo messaggio di riconciliazione, di perdono e di pace per tutti i popoli che vivono in quelle terre. Quindi, pellegrinaggio di fede, pellegrinaggio di pace.

 
D. – Padre Lombardi, un’ultima domanda a livello personale. Cosa augura al Papa per il suo compleanno?

 
R. – Io gli auguro che possa continuare a lungo a svolgere questo suo ministero, che è un ministero profondo di aiuto agli uomini e alle donne di oggi per incontrare Dio. Si vede che questo è veramente il centro della sua preoccupazione: riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini, attraverso un grande amore personale per Cristo. Io spero veramente che, per quanto possibile, egli riesca, sia all’interno della Chiesa con il suo magistero così qualificato - forse anche con il completamento del suo libro su Gesù, che io desidero veramente poter leggere anche nella sua seconda parte! - ma anche per l’umanità di oggi, a fare capire che nonostante gli atteggiamenti critici che bisogna avere verso tanti aspetti negativi della cultura o della mentalità di oggi, in fondo, il messaggio principale che si porta è un messaggio di amore, un messaggio per il bene dell’uomo, della persona umana, e che è proprio la sua riconciliazione con Dio e con tutti gli altri uomini che vivono su questa terra.







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