La terra trema ancora in Abruzzo. Proseguono le verifiche sugli edifici
In apertura del nostro radiogiornale ancora la situazione in Abruzzo. La terra ha
continuato a tremare anche oggi con nuove scosse di magnitudo 3 con epicentro vicino
alle località di Fossa, Sant'Eusanio e Villa Sant'Angelo. Proseguono le verifiche
sugli edifici e presso alcuni campi tenda sono state allestite le prime aule scolastiche.
Intanto il ministro dell’istruzione Gelminiin visita all’Aquila assicura: “nessuno
perderà l’anno scolastico”. Il servizio è di Paolo Ondarza
Mentre il
Viminale annuncia che saranno necessari 12 miliardi di euro per la ricostruzione in
Abruzzo, continua a far discutere la proposta del titolare dell’Economia, Giulio Tremonti,
di destinare il 5 per mille ai terremotati. “E’ sbagliato togliere i fondi alle Ong”,
è l’appello bipartisan firmato da senatori e deputati di maggioranza e opposizione.
Tremonti assicura: “Nulla sarà tolto al volontariato”. Forti critiche arrivano dalle
associazioni. Sergio Marelli, coordinamento nazionale del Forum del Terzo Settore,
spiega i motivi al microfono di Roberta Rizzo
Ricostruzione,
la parola che apre alla speranza e sulla quale si discute in termini di scelte politiche
e imprenditoriali che andranno a condizionare il territorio. Massimiliano Menichetti
ha interpellato Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, che ritiene attendibile
la cifra prevista dal governo per la ricostruzione, e che ha chiesto di rinviare le
elezioni amministrative.
D. – La grande
problematicità legata a questo sisma è che ha investito un’intera città: questo rende
più difficile la ricostruzione. Da più parte gli appelli a ricostruire tutti i luoghi
d’arte. Si parla di un quartiere satellite, come vede questa possibilità?
R.
– Intanto c’è bisogno della ricostruzione del centro storico e dei luoghi anche artistici.
Prima le case, però, perché rappresentano l’identità di una comunità. Io auspico che
venga fatto all’Aquila perché le due cose non si escludono l’un l’altra. Quella del
centro storico richiede un forte investimento di capitali statali, invece il modello
che si sta studiando per le “new town” prevede un forte coinvolgimento di capitali
privati. Io dico sempre che se vogliamo vincere le sfide economiche bisogna mettere
insieme tutte le risorse pubbliche e private di cui un territorio dispone.
Sul
piano degli aiuti, la notizia stamane sulla raccolta di fondi avviata dalla Protezione
civile - attraverso donazioni telefoniche - che ha superato i 10 milioni euro. Ma
se la solidarietà collettiva è grande, ci sono popolazioni tutt’ora in stato di estrema
sofferenza, come riferisce l'inviato di “Avvenire” Luca Liverani, raggiunto da Stefano
Leszczynski:
R. – Io ho fatto
un lungo giro in alcune frazioni del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della
Laga. Lì ci sono effettivamente delle situazioni difficili. L’epicentro del terremoto
si sta spostando a nord-est proprio verso la zona dei monti della Laga e lì le scosse
che hanno fatto più danni non è stata quella della notte di domenica 6 aprile, quanto
quelle successive di mercoledì e giovedì. Ho visto Campotosto, il cui centro è lesionato,
la gente non può rientrare in casa; la tendopoli si trova sotto il paese, una quindicina
di tende, ci sono circa 150 persone. Fino a ieri sera non c’era ancora la luce elettrica
e, quindi, il riscaldamento e stiamo parlando di un paese a 1.400 metri di altezza,
che nella notte fra la domenica di Pasqua e il lunedì è stato sferzato da una bufera
di vento e neve.
Migliorano invece le condizioni dei cittadini assistiti nel
campo di Onna, il paese raso al suo dal sisma. Ascoltiamo la testimonianza di un medico,
il dottor Giovanni Valeri, al microfono di Luca Collodi:
R. – Grazie
a Dio con la tendopoli si comincia ad avere un assetto quasi regolare: ognuno ha la
propria piccola abitazione, una piccola tenda; sono arrivate le docce, la mensa già
c’era. La prospettiva del paese era quella di organizzarsi anche nell’immediato, di
creare qualcosa di più stabile per poter ricominciare l’attività lavorativa.
D.
– A cosa state pensando?
R. – Si sta pensando di avere delle casette in legno,
al più presto, per poi da lì poter riedificare, se possibile, il paese, o ristrutturarlo
oppure ricrearlo ex novo.
D. – Le stufe sono arrivate? Il freddo è intenso,
ancora?
R. – Il freddo è tanto: sono arrivate sia stufette piccole sia piccoli
climatizzatori, che fanno caldo e freddo. Però, per queste piccole tende vanno benissimo.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)
E mentre si attende domani una nuova visita
nelle zone del sisma del presidente del Consiglio Berlusconi, stamane arriva l’appello
- rivolto alla classe politica nel suo insieme - di madre Viviana Ballarin, presidente
dell'Unione delle Superiori maggiori di Italia (USMI) riunite in Assemblea nazionale
a Roma. Raccomanda madre Ballarin: non solo “proclami e promesse ma gesti concreti''
anche “quando non si parlerà più del terremoto”, “perché la vita e la speranza non
si ricostruiscono in pochi giorni ma nel tempo”. (A cura di Roberta Gisotti)