Italia: in 30 anni i Centri di Aiuto alla Vita hanno salvato 100 mila bambini
A trent’anni dall’approvazione della legge 194 sono stati 100mila i bambini aiutati
a nascere, una cifra minima se si pensa che sono stati 5 milioni gli aborti compiuti.
A evidenziare queste stime Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, in
un articolo pubblicato da Zenit, nel quale sottolinea l’importante contributo dei
Centri e dei Servizi di aiuto alla vita (CAV e SAV). Da questa esperienza infatti
emerge l’importanza di un’educazione permanente volta a promuovere il rispetto della
vita, una linea che ha “come suo primo caposaldo il riconoscimento della pienezza
di uguale dignità di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale”. Inoltre
il presidente Casini sottolinea l’efficacia di un aiuto economico – una somma di 160
euro per 18 mesi erogato con il “Progetto Gemma” – “misurato sui bisogni di una situazione
concreta”; l’importanza di iniziative che prevedono “l'incontro con la donna in difficoltà,
anche sulla base di segnalazioni provenienti dall'ambiente in cui vive oppure dallo
stesso personale sanitario con cui ha avuto contatti nel primo colloquio o per la
fissazione dell'intervento”. Infine Casini evidenzia “l’efficacia del volontariato
non sostitutivo dei compiti primari dello Stato riguardo alla protezione della vita
e della maternità, ma dimostrativo di un operoso amore per la vita”. Nel suo articolo,
il presidente del Movimento per la Vita ricorda come “la legge 194 preveda la possibilità
(non l'obbligo) di una collaborazione mediante apposite convenzioni dei Consultori
familiari con le associazioni di volontariato che hanno lo scopo di assistere le maternità
in difficoltà sia prima che dopo la nascita”. Un’opportunità - denuncia – che non
è stata utilizzata mentre esistono convenzioni con i presidi ospedalieri e i Centri
di aiuto alla Vita “con risultati significativi in termini di vite umane salvate”.
Numerosi i progetti avviati come il "Telefono Verde" (800813000) un servizio nazionale,
funzionante 24 ore su 24, destinato a ricevere telefonate di donne nel tormento di
una decisione. “L'esperienza dei CAV – aggiunge Casini - si è arricchita anche di
una dimensione educativa e culturale, risultata particolarmente efficace anche in
termini di prevenzione post-concezionale, realizzata particolarmente, oltre che con
incontri formativi di vario genere, anche mediante la diffusione di opuscoli, video
e radio-cassette, DVD” tradotti in sedici lingue. “L'originalità dei CAV – aggiunge
- consiste nel proporre proprio quella alternativa specifica all'aborto che la legge
194 dice di desiderare, ma che non ha affatto strutturato, promosso e, tanto meno,
realizzato”. Così l'esperienza dei CAV può offrire indicazioni preziose per una rivisitazione
del testo, specialmente della sua prima parte, che a parole “dovrebbe disegnare anche
una prevenzione post-concezionale dell'aborto”. (B.C.)