Fidel Castro: bene le aperture di Obama ma Cuba non vuole elemosine
Dopo le aperture volute da Obama nei confronti di Cuba, Fidel Castro ha chiesto al
presidente americano Obama la fine del “blocco” contro l'isola caraibica e ha rifiutato
“qualsiasi elemosina”. Cuba - afferma tuttavia l'ex presidente cubano - “non accusa
Obama delle atrocità commesse da altri governi degli Stati Uniti” e non dubita della
“sua sincerità e della sua volontà di cambiare la politica e l'immagine degli Stati
Uniti”, piuttosto sottolinea che ora “ci sono le condizioni perchè Obama sfrutti la
sua capacità a condurre una politica costruttiva per porre fine a quella che è fallita
per quasi cinquant'anni”. Castro ribadisce che “Cuba ha resistito e resisterà ancora,
non tenderà la mano per chiedere l'elemosina, andrà avanti con la testa alta”, offrendo
la propria “disponibilità a dialogare con Obama per normalizzare i rapporti sulla
base del rispetto rigoroso della sovranità”. In particolare, Obama ha revocato le
restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani che hanno ancora parenti
a Cuba, oltre ad annunciare la liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni
tra i due Paesi. Obama ha anche chiesto di studiare l'ipotesi di collegamenti aerei
diretti tra i due Paesi. Si tratta del primo cambiamento di rotta significativo in
decenni di frizioni tra Stati Uniti e Cuba e coincide con sforzi in corso al Congresso
per la revoca totale dell'embargo americano. L'annuncio, alla vigilia del Vertice
delle Americhe che si aprirà questa settimana a Trinidad, risponde alle pressioni
dei leader latino americani per una normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti
e Cuba. Il presidente americano continua quindi la tradizione dei suoi predecessori
democratici, di chi, come Carter prima e Clinton dopo, avevano già ammorbidito l’embargo.
Francesca Sabatinelli ha intervistato Antonio Annino, docente di storia
e istituzioni dell’America Latina all’Università di Firenze