Benedetto XVI al Regina Coeli: la salvezza di Dio si compirà nonostante le
oscurità della storia, la risurrezione ponte fra il mondo e la vita eterna
“Risorgendo da morte, Gesù ha inaugurato il giorno eterno”, un giorno che guarda alla
meta finale della salvezza, quando gli uomini saranno pienamente uniti a Cristo “nonostante
le oscurità della storia”. E’ il pensiero spirituale del primo Regina Coeli
dopo la Pasqua espresso questa mattina da Benedetto XVI nel Palazzo apostolico di
Castel Gandolfo. Il Papa, che ha concluso la preghiera mariana salutando i fedeli
in cinque lingue, ha invitato i cristiani a vivere il cammino di fede sostenuti dalla
forza spirituale dell’Eucaristia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Più di ogni
difficoltà degli uomini, vale la promessa di Cristo: un giorno l’intera umanità sarà
di Dio. E’ questo il sentimento pasquale che in queste ore muove il cuore dei cristiani.
La Pasqua, ha affermato Benedetto XVI, fa del Crocifisso sul Golgota la pietra angolare
del “nuovo edificio spirituale”, la Chiesa, che cammina verso quel “perfetto compimento
di tutte le cose”, come San Paolo definisce la realizzazione della salvezza divina
dell’uomo:
“Gioisce pertanto giustamente la comunità
cristiana, noi tutti, perché la risurrezione del Signore ci assicura che il piano
divino della salvezza, nonostante tutte le oscurità della storia, si compirà. Ecco
perché la sua Pasqua è veramente la speranza per noi”. La
strada per raggiungere questa meta della fede ha però bisogno, ha osservato il Papa,
di “santità di vita”. Dobbiamo camminare “senza sosta verso la Pasqua eterna, sorretti
- ha proseguito - dalla consapevolezza”:
“Che
le difficoltà, le lotte, le prove, le sofferenze dell’umana esistenza, compresa la
morte, ormai non potranno più separarci da Lui e dal suo amore. La sua risurrezione
ha gettato un ponte fra il mondo e la vita eterna, sul quale ogni uomo e ogni donna
può passare per giungere alla vera meta del nostro pellegrinaggio terreno”.
E
qui Benedetto XVI ha indicato ai fedeli la vicinanza all’Eucaristia come via per fare
esperienza della risurrezione, che vuol dire anche aiuto interiore per non cedere
quando l’esistenza incrocia momenti di difficoltà o dolore:
“E’
in ogni celebrazione eucaristica che la Chiesa, ed ogni suo membro, sperimentano la
sua presenza viva e beneficiano di tutta la ricchezza del suo amore. Nel Sacramento
dell’Eucaristia, il Signore risuscitato ci purifica dalle nostre colpe; ci nutre spiritualmente
e ci infonde vigore per sostenere le dure prove dell’esistenza e per lottare contro
il peccato ed il male”.
Il saluto del Papa ai fedeli raccolti nel
cortile del Palazzo apostolico è stato più volte intervallato da acclamazioni di entusiasmo,
alle quali Benedetto XVI ha risposto con questo augurio finale:
“A
tutti, nuovamente buona Pasqua, tutta la gioia della Pasqua! Grazie a voi tutti!”
(applausi)