La Pasqua in India, al di là della paura di violenze anticristiane
In India, dopo le violenze anti-cristiane, in particolare in Orissa, la comunità ecclesiale
si è radunata con gioia per celebrare la Pasqua, ricevendo anche la solidarietà di
molti indù. Mons. Felix Machado, arcivescovo di Nashik, lo racconta nell’intervista
a Claudia Di Lorenzi:
R. – Nelle
zone più a rischio, la situazione è migliorata, e continuiamo a vivere come se tutto
fosse normale, perchè non dobbiamo vivere sempre nella paura. Devo dire una cosa,
che le persone di altre religioni, soprattutto gli indù, sono molto attenti a quello
che noi viviamo, perché la maggioranza degli indù ama Gesù e soprattutto ama Gesù
sulla croce, nella sua sofferenza. Non trovano nessun altro come Gesù, come Figlio
di Dio, che viene a solidarizzare con l’umanità sofferente. Alcuni indù sono venuti
ad incontrarmi e hanno fatto davvero uno sforzo per venire, essendo una giornata di
vacanza per tutti in India, non solo per i cristiani, e questo perché la maggioranza
degli indù vive questa solidarietà nei nostri confronti. D. – In
quale clima è vissuta dunque la Pasqua? R. - I cristiani in India
sono in maggioranza i poveri, i semplici. Io ho vissuto il Venerdì Santo con questi
miei fedeli e per tutta la giornata sono stati in chiesa. E questo è incredibile.
Vengono da lontano e noi gli serviamo anche qualcosa da mangiare. E così viviamo questi
giorni intensamente nella preghiera.I giorni sono concentrati sui misteri
cristiani, soprattutto sul mistero della croce del Venerdì Santo. Vivere questi giorni
intensamente nella preghiera è già un segno di speranza, che il mondo non finisce
con la morte, non finisce con la violenza, non finisce con l’odio, ma c’è la grande
speranza del Signore risorto che ha vinto la morte. Allora, per questo, i cristiani
danno testimonianza a questa speranza.D. - Dopo gli attentati terroristici
di Mumbai, e ad una settimana dalle elezioni politiche nel Paese, la Pasqua in India
è anche speranza di pacificazione e la testimonianza dei cristiani individua percorsi
fruttuosi per l’intera società… R. - I cristiani prestano un’attenzione
seria a quello che sta succedendo, per esempio durante le elezioni. Altri fanno una
propaganda superficiale, ma i vescovi, i pastori della Chiesa, noi siamo impegnati
a far vedere alla gente che non facciamo le cose solo per oggi e domani, ma facciamo
le cose con un senso di eternità. Questa serietà dei cristiani è presa sul serio dagli
altri. Per esempio, quando ci sono le elezioni, la prima cosa che noi facciamo è far
sì che tutti i nostri cristiani preghino affinché sia protetta la Costituzione indiana,
che rispetta la libertà religiosa, che tratta tutti gli indiani come fratelli e sorelle.
Allora, questi valori cristiani vengono imitati dagli altri. Quindi, la speranza che
danno i cristiani con la Risurrezione di Gesù non rimane solo limitata alla Chiesa,
ma si diffonde al di là della Chiesa.