2009-04-12 16:09:18

La Pasqua in India, al di là della paura di violenze anticristiane


In India, dopo le violenze anti-cristiane, in particolare in Orissa, la comunità ecclesiale si è radunata con gioia per celebrare la Pasqua, ricevendo anche la solidarietà di molti indù. Mons. Felix Machado, arcivescovo di Nashik, lo racconta nell’intervista a Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

R. – Nelle zone più a rischio, la situazione è migliorata, e continuiamo a vivere come se tutto fosse normale, perchè non dobbiamo vivere sempre nella paura. Devo dire una cosa, che le persone di altre religioni, soprattutto gli indù, sono molto attenti a quello che noi viviamo, perché la maggioranza degli indù ama Gesù e soprattutto ama Gesù sulla croce, nella sua sofferenza. Non trovano nessun altro come Gesù, come Figlio di Dio, che viene a solidarizzare con l’umanità sofferente. Alcuni indù sono venuti ad incontrarmi e hanno fatto davvero uno sforzo per venire, essendo una giornata di vacanza per tutti in India, non solo per i cristiani, e questo perché la maggioranza degli indù vive questa solidarietà nei nostri confronti. 
D. – In quale clima è vissuta dunque la Pasqua?  
R. - I cristiani in India sono in maggioranza i poveri, i semplici. Io ho vissuto il Venerdì Santo con questi miei fedeli e per tutta la giornata sono stati in chiesa. E questo è incredibile. Vengono da lontano e noi gli serviamo anche qualcosa da mangiare. E così viviamo questi giorni intensamente nella preghiera. I giorni sono concentrati sui misteri cristiani, soprattutto sul mistero della croce del Venerdì Santo. Vivere questi giorni intensamente nella preghiera è già un segno di speranza, che il mondo non finisce con la morte, non finisce con la violenza, non finisce con l’odio, ma c’è la grande speranza del Signore risorto che ha vinto la morte. Allora, per questo, i cristiani danno testimonianza a questa speranza. D. - Dopo gli attentati terroristici di Mumbai, e ad una settimana dalle elezioni politiche nel Paese, la Pasqua in India è anche speranza di pacificazione e la testimonianza dei cristiani individua percorsi fruttuosi per l’intera società…  R. - I cristiani prestano un’attenzione seria a quello che sta succedendo, per esempio durante le elezioni. Altri fanno una propaganda superficiale, ma i vescovi, i pastori della Chiesa, noi siamo impegnati a far vedere alla gente che non facciamo le cose solo per oggi e domani, ma facciamo le cose con un senso di eternità. Questa serietà dei cristiani è presa sul serio dagli altri. Per esempio, quando ci sono le elezioni, la prima cosa che noi facciamo è far sì che tutti i nostri cristiani preghino affinché sia protetta la Costituzione indiana, che rispetta la libertà religiosa, che tratta tutti gli indiani come fratelli e sorelle. Allora, questi valori cristiani vengono imitati dagli altri. Quindi, la speranza che danno i cristiani con la Risurrezione di Gesù non rimane solo limitata alla Chiesa, ma si diffonde al di là della Chiesa.







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