Sudan. Seminaristi tornati dall’esilio trovano seminario in condizioni precarie
Riserve alimentari che scarseggiano e beni di prima necessità estremamente ridotti:
sono queste le precarie condizioni in cui versa il St. Josephine’s Minor Seminary,
nel sud del Sudan, dove, dopo l’esilio, sono tornati 45 seminaristi minori per riprendere
le lezioni. Il seminario, ricorda l’agenzia Zenit, guidato dal coordinatore pastorale
Marcellus Nkafu, si trova a Mapuordit, nella diocesi di Rumbek, e ha appena ricevuto
una donazione di 30mila euro dall’associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che soffre
(Acs) per comprare riso, lenticchie, farina, fagioli e olio. Per il futuro, l’obiettivo
è diventare autosufficienti: “Speriamo di riuscire a provvedere coltivando e allevando
maiali – ha detto Nkafu – e di riuscire a recintare la zona del seminario”. Nkafu
ha così ricordato il raccolto dell’anno scorso, andato quasi interamente perduto dopo
il passaggio di capre sul territorio. La recinzione costerà 46mila euro. I seminaristi
si dividono tra il seminario, inaugurato dal vescovo Cesare Mazzolari nel giugno 2007,
e una scuola secondaria cattolica nelle vicinanze: pagano sia la retta che i trasporti
casa-scuola. I seminari minori esistono per fornire istruzione e formazione a potenziali
candidati al sacerdozio e alla vita religiosa e a ministri laici. (R.B.)