2009-04-11 13:13:50

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa Domenica di Pasqua la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Maria di Magdala, Pietro e Giovanni si recano al sepolcro: ma Gesù non c’è. Pietro entra nella tomba vuota e osserva i teli posati là e il sudario avvolto in un luogo a parte…

“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”.

 
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

Durante tutti gli anni in cui i discepoli erano stati con Gesù avevano fatto esperienza della limitatezza della loro comprensione di Lui e della trascendenza del Suo essere e del Suo agire. Tutto nella persona di Gesù sconfinava nel Mistero più grande che i suoi percepivano presente, ma al quale la loro capacità di intendimento non aveva accesso. Ora, nel giorno della Sua Risurrezione, quel loro contatto col Mistero, con la vita e con l'identità di Gesù si ispessisce ancor di più e al contempo si ingigantisce la portata della Sua grandezza più che umana, divina.

 
Maria di Magdala Lo cerca lì dove supponeva che fosse, ma non è lì, Pietro e Giovanni corrono per vedere, ma non è lì. L'azione dell'uomo non raggiunge l'azione di Dio che ora si chiama 'Risurrezione'. Quel che Dio compie è più in là del punto a cui giunge ogni allungamento e ogni protensione dello sguardo dell'uomo, è oltre il confine che la sua corsa raggiunge.

 
Risurrezione: Dio non è solo risposta al desiderio di Lui che c'è in ogni uomo, Dio non coincide neppure con la conoscenza e l'esperienza che di Lui si è già acquisita. Il Suo Mistero comincia ad essere tale proprio quando si inizia ad entrare in esso nella fede. Adesso per Pietro, Giovanni e Maria il Mistero della Risurrezione inizia ad essere tale, prima c'era solo incomprensione (cf. Mc 9, 10).







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