2009-04-08 16:12:26

La Moldova accusa Bucarest per i disordini a Chisinau


Il presidente moldavo, Vladimir Voronin, ha definito i disordini e le azioni di violenza di ieri a Chisinau un chiaro tentativo di colpo di Stato. Manifestazioni sono scoppiate ieri in Moldova dopo la vittoria elettorale dei comunisti nelle consultazioni del 5 aprile. Migliaia di manifestanti hanno preso d'assalto la presidenza e il parlamento denunciando brogli e inneggiando all’annessione alla Romania, ormai parte integrante dell’Unione europea. Una persona è morta negli scontri e 193 sono state arrestate, tra cui un leader dell'opposizione. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

L'ambasciatore romeno a Chisinau è stato dichiarato persona ‘non grata' ed è stato annunciato il regime dei visti con la Romania. Sono le misure annunciate dal presidente Voronin, che parla esplicitamente di ingerenza della Romania negli affari interni della Moldova e di partecipazione di cittadini romeni ai disordini di ieri a Chisinau. L’opposizione chiama anche oggi a raccolta nella capitale gente da tutto il Paese e Voronin minaccia l’uso della forza. È stata presto smentita, infatti, la voce di un accordo per nuove elezioni o nuovo scrutinio dei voti: il ministro degli Esteri russo definisce l’ipotesi “assolutamente priva di fondamento”. Ma la Russia si spinge oltre: Mosca lancia un monito contro ogni tentativo di ingerenza esterna nella vita politica della Moldova, condividendo di fatto le accuse del presidente moldavo nei confronti della Romania. Dopo la "rivoluzione arancione" in Ucraina, quella delle rose in Georgia e quella dei tulipani in Kirghizistan, un esponente del partito di Putin parla di rivoluzione dei lillà. La Romania nega un proprio coinvolgimento nei disordini scoppiati in Moldova, a Chisinau, parlando di provocazione. Bucarest sottolinea che ''la Romania non prenderà simili misure sul personale dell'ambasciata della Moldova a Bucarest e manterrà il sistema di visti gratuiti per i cittadini moldavi''. Da parte sua, il presidente del Senato romeno afferma che la scontentezza della gente in Moldova è stata nutrita dalla mancanza cronica di vita democratica autentica. Resta da riferire dell’appello rivolto a tutte le parti coinvolte dal segretario generale dell’Onu: evitare la violenza.







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