L’intensa religiosità con la quale è stata vissuta la Domenica delle Palme a Cuba,
in ogni diocesi e in tutte le parrocchie, e che anticipa quanto sarà la partecipazione
durante i riti della Settimana Santa, fanno pensare “che anche quest’anno il tempo
pasquale è iniziato bene e sarà un grande momento religioso”. Così l’arcivescovo di
Santiago di Cuba e neo presidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell’isola,
mons. Dionisio García Ibáñez. A Cuba i riti della Settimana Santa si vivono con una
grande partecipazione anche se nessun giorno è festivo; nonostante questo, i fedeli
trovano il tempo e il mondo di prendere parte alle celebrazioni eucaristiche e soprattutto
alle tradizionali processioni che in questa settimana caratterizzano la vita religiosa.
D’altra parte va ricordato che parallelamente, in diverse località soprattutto rurali,
molte persone affezionate alla cosiddetta “santeria”, retaggio afroamericano, mescolano
in modo sincretico alcuni riti cattolici, soprattutto del Venerdì santo, con pratiche
secolari che si pensa aiutino ad esorcizzare le malattie e le disgrazie. Il presidente
dell’episcopato ha rilevato che in quest’occasione, come accadde già per la prima
volta durante il Natale 2008, sarà possibile celebrare domenica prossima la Santa
Messa in cinque carceri del Paese. “I detenuti hanno diritto all’assistenza pastorale
e religiosa e speriamo che questa possa diventare una consuetidine quotidiana”, ha
aggiunto. La Chiesa cubana in questa settimana ha, seppure in forma limitata, un importante
accesso ai mass-media, in particolare alla radio. Quasi tutti i vescovi possono indirizzare
messaggi ai fedeli delle loro diocesi e a volte tale accesso viene aperto anche ad
alcuni brevi programmi televisivi. Sul piano religioso, a Cuba si sono registrati
importanti progressi anche se spesso lenti e farraginosi. Il più importante è stato
nel 1992 quando il nuovo testo costituzionale eliminò la definizione di “Stato ateo”.
Poi, altro momento rilevante, la visita di Giovanni Paolo II nel 1998 che fu anticipata
da parte del governo dell’allora presidente Fidel Castro, da un gesto di grande significato:
il ristabilimento della festa di Natale che era stata soppressa anni prima. Inoltre
negli ultimi anni è diventato più facile ottenere i permessi d’ingresso per i missionari
e le religiose. (A cura di Luis Badilla)