2009-04-07 16:15:33

Settimana Santa a Cuba


L’intensa religiosità con la quale è stata vissuta la Domenica delle Palme a Cuba, in ogni diocesi e in tutte le parrocchie, e che anticipa quanto sarà la partecipazione durante i riti della Settimana Santa, fanno pensare “che anche quest’anno il tempo pasquale è iniziato bene e sarà un grande momento religioso”. Così l’arcivescovo di Santiago di Cuba e neo presidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell’isola, mons. Dionisio García Ibáñez. A Cuba i riti della Settimana Santa si vivono con una grande partecipazione anche se nessun giorno è festivo; nonostante questo, i fedeli trovano il tempo e il mondo di prendere parte alle celebrazioni eucaristiche e soprattutto alle tradizionali processioni che in questa settimana caratterizzano la vita religiosa. D’altra parte va ricordato che parallelamente, in diverse località soprattutto rurali, molte persone affezionate alla cosiddetta “santeria”, retaggio afroamericano, mescolano in modo sincretico alcuni riti cattolici, soprattutto del Venerdì santo, con pratiche secolari che si pensa aiutino ad esorcizzare le malattie e le disgrazie. Il presidente dell’episcopato ha rilevato che in quest’occasione, come accadde già per la prima volta durante il Natale 2008, sarà possibile celebrare domenica prossima la Santa Messa in cinque carceri del Paese. “I detenuti hanno diritto all’assistenza pastorale e religiosa e speriamo che questa possa diventare una consuetidine quotidiana”, ha aggiunto. La Chiesa cubana in questa settimana ha, seppure in forma limitata, un importante accesso ai mass-media, in particolare alla radio. Quasi tutti i vescovi possono indirizzare messaggi ai fedeli delle loro diocesi e a volte tale accesso viene aperto anche ad alcuni brevi programmi televisivi. Sul piano religioso, a Cuba si sono registrati importanti progressi anche se spesso lenti e farraginosi. Il più importante è stato nel 1992 quando il nuovo testo costituzionale eliminò la definizione di “Stato ateo”. Poi, altro momento rilevante, la visita di Giovanni Paolo II nel 1998 che fu anticipata da parte del governo dell’allora presidente Fidel Castro, da un gesto di grande significato: il ristabilimento della festa di Natale che era stata soppressa anni prima. Inoltre negli ultimi anni è diventato più facile ottenere i permessi d’ingresso per i missionari e le religiose. (A cura di Luis Badilla)







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