2009-04-07 15:45:06

Il messaggio del Patriarca latino di Gerusalemme per la Settimana Santa


Un’esortazione alla speranza ed al rinnovamento spirituale per tutti i cristiani: questo, in sintesi, il Messaggio per la Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Nel lungo documento, mons. Twal ripercorre i momenti salienti della Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme fino alla Pasqua di Risurrezione, invitando i fedeli ad identificarsi con Cristo. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

È una sorta di ‘sceneggiatura teatrale’ quella scritta da mons. Twal nel suo messaggio pasquale: in cinque paragrafi, infatti, il Patriarca latino di Gerusalemme racconta le cinque scene, i cinque avvenimenti centrali della Settimana Santa, ovvero la Domenica delle Palme, giovedì, venerdì e sabato Santo, fino alla Resurrezione, domenica. Ma non si tratta, ricorda mons. Twal, “di avvenimenti storici di cui fare pia memoria ogni anno, restando estranei al dramma che in essi si consuma”. No, non si tratta di questo, perché i cristiani “sono all’interno di quel dramma” e partecipano “al mistero di Salvezza ed il mistero di Salvezza si compie in loro”. “Durante la Settimana Santa – scrive – Dio ci dona la grazia di rivivere l’avvenimento della Salvezza: con Gesù, in Gesù, passeremo dalla morte alla vita, ci spoglieremo dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo. Questa settimana è la sintesi di tutta la nostra vita cristiana”.
 
Invitando, quindi, i fedeli a non distogliere mai lo sguardo da Cristo, Colui che “ci tocca e ci trasforma nell’animo”, mons. Twal si sofferma sulla Domenica delle Palme e sull’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme, “acclamato come un re”. Ma attenzione, dice mons. Twal: i cristiani devono comprendere che Gesù “è il Messia eterno, il Salvatore dell’umanità, ben al di sopra delle nostre strutture politiche e delle nostre divisioni”.
 
Quindi, la scena si sposta al Giovedì Santo, durante il quale Gesù si fa servitore dei suoi discepoli e da essi viene lasciato solo a pregare, viene arrestato e rinnegato da Pietro. “Quante volte anche noi abbiamo tradito la fiducia del Signore, dei nostri amici, delle persone che amiamo? - scrive mons. Twal – E in ciascuno di noi c’è un Pietro che ha l’audacia di promettere i miracoli ed il coraggio di rinnegare”. Poi, arriva il Venerdì Santo e Gesù viene crocifisso: “Vedere Cristo in croce è una prova per la nostra fede – ribadisce il Patriarca latino di Gerusalemme – Il nostro cuore è diviso tra la compassione e la ribellione”: la prima, perché vediamo soffrire Colui che ha fatto del bene; la seconda perché vediamo impotente Colui che sappiamo Onnipotente.
 
È Sabato Santo, ora, “il giorno del perché”, lo chiama mons. Twal. “Le nostre speranze sono scomparse – dice – Il nostro unico conforto arriva da Maria, la Madre, che ci invita a credere, a sperare contro tutte le speranze”. “Maria crede con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le sue forze. Facciamo come lei”, aggiunge mons. Twal. Finalmente, arriva la Pasqua di Resurrezione: “Il Signore ci aspetta in Galilea – scrive – e la Galilea è la Chiesa, la nostra casa, tutti i luoghi in cui il Signore ci invia affinché siamo testimoni gioiosi della sua morte e della sua resurrezione”. “Cristo è veramente resuscitato – conclude il Messaggio di Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme - L’avventura può continuare. Anzi: tutto può ricominciare, tutto è nuovo! Per noi, per il nostro Paese e per la nostra Chiesa. La salvezza si è compiuta e deve essere annunciata a tutti gli uomini”.







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