Il messaggio del Patriarca latino di Gerusalemme per la Settimana Santa
Un’esortazione alla speranza ed al rinnovamento spirituale per tutti i cristiani:
questo, in sintesi, il Messaggio per la Pasqua del Patriarca latino di Gerusalemme
Fouad Twal. Nel lungo documento, mons. Twal ripercorre i momenti salienti della Settimana
Santa, dalla Domenica delle Palme fino alla Pasqua di Risurrezione, invitando i fedeli
ad identificarsi con Cristo. Il servizio di Isabella Piro:
È una sorta
di ‘sceneggiatura teatrale’ quella scritta da mons. Twal nel suo messaggio pasquale:
in cinque paragrafi, infatti, il Patriarca latino di Gerusalemme racconta le cinque
scene, i cinque avvenimenti centrali della Settimana Santa, ovvero la Domenica delle
Palme, giovedì, venerdì e sabato Santo, fino alla Resurrezione, domenica. Ma non si
tratta, ricorda mons. Twal, “di avvenimenti storici di cui fare pia memoria ogni anno,
restando estranei al dramma che in essi si consuma”. No, non si tratta di questo,
perché i cristiani “sono all’interno di quel dramma” e partecipano “al mistero di
Salvezza ed il mistero di Salvezza si compie in loro”. “Durante la Settimana Santa
– scrive – Dio ci dona la grazia di rivivere l’avvenimento della Salvezza: con Gesù,
in Gesù, passeremo dalla morte alla vita, ci spoglieremo dell’uomo vecchio per rivestirci
dell’uomo nuovo. Questa settimana è la sintesi di tutta la nostra vita cristiana”.
Invitando, quindi, i fedeli a non distogliere mai lo sguardo
da Cristo, Colui che “ci tocca e ci trasforma nell’animo”, mons. Twal si sofferma
sulla Domenica delle Palme e sull’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme, “acclamato
come un re”. Ma attenzione, dice mons. Twal: i cristiani devono comprendere che Gesù
“è il Messia eterno, il Salvatore dell’umanità, ben al di sopra delle nostre strutture
politiche e delle nostre divisioni”. Quindi, la scena si sposta
al Giovedì Santo, durante il quale Gesù si fa servitore dei suoi discepoli e da essi
viene lasciato solo a pregare, viene arrestato e rinnegato da Pietro. “Quante volte
anche noi abbiamo tradito la fiducia del Signore, dei nostri amici, delle persone
che amiamo? - scrive mons. Twal – E in ciascuno di noi c’è un Pietro che ha l’audacia
di promettere i miracoli ed il coraggio di rinnegare”. Poi, arriva il Venerdì Santo
e Gesù viene crocifisso: “Vedere Cristo in croce è una prova per la nostra fede –
ribadisce il Patriarca latino di Gerusalemme – Il nostro cuore è diviso tra la compassione
e la ribellione”: la prima, perché vediamo soffrire Colui che ha fatto del bene; la
seconda perché vediamo impotente Colui che sappiamo Onnipotente. È
Sabato Santo, ora, “il giorno del perché”, lo chiama mons. Twal. “Le nostre speranze
sono scomparse – dice – Il nostro unico conforto arriva da Maria, la Madre, che ci
invita a credere, a sperare contro tutte le speranze”. “Maria crede con tutto il cuore,
con tutta l’anima, con tutte le sue forze. Facciamo come lei”, aggiunge mons. Twal.
Finalmente, arriva la Pasqua di Resurrezione: “Il Signore ci aspetta in Galilea –
scrive – e la Galilea è la Chiesa, la nostra casa, tutti i luoghi in cui il Signore
ci invia affinché siamo testimoni gioiosi della sua morte e della sua resurrezione”.
“Cristo è veramente resuscitato – conclude il Messaggio di Pasqua del Patriarca latino
di Gerusalemme - L’avventura può continuare. Anzi: tutto può ricominciare, tutto è
nuovo! Per noi, per il nostro Paese e per la nostra Chiesa. La salvezza si è compiuta
e deve essere annunciata a tutti gli uomini”.