Nessuna intesa all'Onu dopo il lancio del missile nordcoreano
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi in serata a New York, non
è riuscito, al termine di una prima riunione di tre ore, a mettere a punto una risposta
unanime alla vicenda del missile-satellite lanciato ieri dalla Corea Del Nord. Pyongyang
parla di satellite sperimentale per le telecomunicazioni, mentre la comunità internazionale
parla di missile Taepodong-2. Giappone, Stati Uniti e Francia hanno espressamente
richiesto una forte presa di posizione nei confronti della Corea Del Nord, ma Paesi
come la Cina e la Russia frenano, convinti che sia meglio non isolare ancora di più
il regime di Pyongyang. La discussione all’ONU proseguirà. Intanto, il Giappone fa
sapere che deciderà venerdì prossimo le sanzioni da adottare nei confronti della Corea
del Nord. Al microfono di Massimiliano Menichetti, il presidente del Centro studi
internazionali, Andrea Margelletti.
R. - Indiscutibilmente,
il fatto che la Corea del Nord sottoponga a test missili che hanno capacità Icbm,
cioè balistico intercontinentali, è un problema. Quello che forse la Corea del Nord
non ha guardato con attenzione è che nell’agenda del nuovo presidente statunitense
c'è - insieme ovviamente alla lotta al terrorismo - anche quella alla controproliferazione,
la lotta alle armi nucleari, ma non solo, e dunque anche ai vettori in grado di portare
queste armi devastanti.
D. - Gli Stati Uniti chiedono nuove sanzioni. È possibile
che si applichino ad un Paese già duramente provato?
R. - Forse non immediatamente,
ma certamente è una delle opzioni forti in questo momento che la comunità internazionale
sta pensando.
D. - Cina e Russia invitano alla calma. Reazioni che mostrano
interessi e preoccupazioni diverse...
R. - Naturalmente sì, anche perché esiste
uno scontro politico tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina per quanto attiene all’atteggiamento
nei confronti della Corea del Nord che - ricordiamo - è uno degli ultimi baluardi
di un mondo che ormai non esiste più.
D. - La Nato parla di azione provocatoria
e chiede di rispettare da subito la moratoria contro il lancio di missili a lunga
gittata...
R. - Senza alcun dubbio, c’è il tentativo della Corea del Nord di
forzare la mano. Ma un’altra cosa che preoccupa molto la Nato, e non solo: e cioè,
che la Corea del Nord non solo sviluppa armi a lungo, lunghissimo raggio, ma le vende
pure. E questa è una cosa in diretta correlazione con i programmi iraniani, che sono
basati sostanzialmente su progetti coreani.
D. - Questo episodio, secondo
lei, avrà delle ritorsioni sui colloqui a sei sul nucleare nordcoreano, che vedono
coinvolti anche Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti e Corea del Sud?
R. - Il
Giappone ha preso una posizione molto dura. Credo soprattutto che i negoziatori della
Corea del Nord si troveranno davanti ad un’agenda americana che lascia pochi spazi
di manovra. Diplomazia sì, ma con punti fermi.