2009-04-06 16:09:34

Nessuna intesa all'Onu dopo il lancio del missile nordcoreano


Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi in serata a New York, non è riuscito, al termine di una prima riunione di tre ore, a mettere a punto una risposta unanime alla vicenda del missile-satellite lanciato ieri dalla Corea Del Nord. Pyongyang parla di satellite sperimentale per le telecomunicazioni, mentre la comunità internazionale parla di missile Taepodong-2. Giappone, Stati Uniti e Francia hanno espressamente richiesto una forte presa di posizione nei confronti della Corea Del Nord, ma Paesi come la Cina e la Russia frenano, convinti che sia meglio non isolare ancora di più il regime di Pyongyang. La discussione all’ONU proseguirà. Intanto, il Giappone fa sapere che deciderà venerdì prossimo le sanzioni da adottare nei confronti della Corea del Nord. Al microfono di Massimiliano Menichetti, il presidente del Centro studi internazionali, Andrea Margelletti.RealAudioMP3

R. - Indiscutibilmente, il fatto che la Corea del Nord sottoponga a test missili che hanno capacità Icbm, cioè balistico intercontinentali, è un problema. Quello che forse la Corea del Nord non ha guardato con attenzione è che nell’agenda del nuovo presidente statunitense c'è - insieme ovviamente alla lotta al terrorismo - anche quella alla controproliferazione, la lotta alle armi nucleari, ma non solo, e dunque anche ai vettori in grado di portare queste armi devastanti.

D. - Gli Stati Uniti chiedono nuove sanzioni. È possibile che si applichino ad un Paese già duramente provato?

R. - Forse non immediatamente, ma certamente è una delle opzioni forti in questo momento che la comunità internazionale sta pensando.

D. - Cina e Russia invitano alla calma. Reazioni che mostrano interessi e preoccupazioni diverse...

R. - Naturalmente sì, anche perché esiste uno scontro politico tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina per quanto attiene all’atteggiamento nei confronti della Corea del Nord che - ricordiamo - è uno degli ultimi baluardi di un mondo che ormai non esiste più.

D. - La Nato parla di azione provocatoria e chiede di rispettare da subito la moratoria contro il lancio di missili a lunga gittata...

R. - Senza alcun dubbio, c’è il tentativo della Corea del Nord di forzare la mano. Ma un’altra cosa che preoccupa molto la Nato, e non solo: e cioè, che la Corea del Nord non solo sviluppa armi a lungo, lunghissimo raggio, ma le vende pure. E questa è una cosa in diretta correlazione con i programmi iraniani, che sono basati sostanzialmente su progetti coreani.

D. - Questo episodio, secondo lei, avrà delle ritorsioni sui colloqui a sei sul nucleare nordcoreano, che vedono coinvolti anche Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti e Corea del Sud?

R. - Il Giappone ha preso una posizione molto dura. Credo soprattutto che i negoziatori della Corea del Nord si troveranno davanti ad un’agenda americana che lascia pochi spazi di manovra. Diplomazia sì, ma con punti fermi.







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