2009-04-06 15:08:01

Nessun accordo all'Onu sul satellite-missile della Corea del Nord


Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi in serata a New York, non è riuscito, al termine di una prima riunione di tre ore, a mettere a punto una risposta unanime alla vicenda del missile-satellite lanciato ieri dalla Corea Del Nord. Pyongyang parla di satellite sperimentale per le telecomunicazioni, mentre la comunità internazionale parla di missile Taepodong-2. Giappone, Stati Uniti e Francia hanno espressamente richiesto una forte presa di posizione nei confronti della Corea Del Nord, ma Paesi come la Cina e la Russia frenano, convinti che sia meglio non isolare ancora di più il regime di Pyongyang. La discussione all’ONU proseguirà. Intanto, il Giappone fa sapere che deciderà venerdì prossimo le sanzioni da adottare nei confronti della Corea del Nord. Al microfono di Massimiliano Menichetti, il presidente del Centro studi internazionali, Andrea Margelletti.RealAudioMP3

R. - Indiscutibilmente, il fatto che la Corea del Nord sottoponga a test missili che hanno capacità Icbm, cioè balistico intercontinentali, è un problema. Quello che forse la Corea del Nord non ha guardato con attenzione è che nell’agenda del nuovo presidente statunitense c'è - insieme ovviamente alla lotta al terrorismo - anche quella alla controproliferazione, la lotta alle armi nucleari, ma non solo, e dunque anche ai vettori in grado di portare queste armi devastanti.
 
D. - Gli Stati Uniti chiedono nuove sanzioni. È possibile che si applichino ad un Paese già duramente provato?
 
R. - Forse non immediatamente, ma certamente è una delle opzioni forti in questo momento che la comunità internazionale sta pensando.
 
D. - Cina e Russia invitano alla calma. Reazioni che mostrano interessi e preoccupazioni diverse...
 
R. - Naturalmente sì, anche perché esiste uno scontro politico tra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina per quanto attiene all’atteggiamento nei confronti della Corea del Nord che - ricordiamo - è uno degli ultimi baluardi di un mondo che ormai non esiste più.
 
D. - La Nato parla di azione provocatoria e chiede di rispettare da subito la moratoria contro il lancio di missili a lunga gittata...
 
R. - Senza alcun dubbio, c’è il tentativo della Corea del Nord di forzare la mano. Ma un’altra cosa che preoccupa molto la Nato, e non solo: e cioè, che la Corea del Nord non solo sviluppa armi a lungo, lunghissimo raggio, ma le vende pure. E questa è una cosa in diretta correlazione con i programmi iraniani, che sono basati sostanzialmente su progetti coreani.
 
D. - Questo episodio, secondo lei, avrà delle ritorsioni sui colloqui a sei sul nucleare nordcoreano, che vedono coinvolti anche Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti e Corea del Sud?
 
R. - Il Giappone ha preso una posizione molto dura. Credo soprattutto che i negoziatori della Corea del Nord si troveranno davanti ad un’agenda americana che lascia pochi spazi di manovra. Diplomazia sì, ma con punti fermi.
 
Obama in Turchia
"Gli Stati Uniti non sono e non sono mai stati in guerra con l'Islam" ha detto il presidente Usa Barack Obama parlando al parlamento turco nella sua prima visita a un Paese musulmano. "Il nostro obiettivo sarà - ha aggiunto - un'alleanza con la gente di tutto il mondo musulmano". "Ascolteremo attentamente, risolveremo i malintesi e cercheremo di trovare un terreno comune". "Saremo rispettosi - ha proseguito il presidente – anche laddove non saremo d'accordo e trasmetteremo il nostro profondo apprezzamento per la fede musulmana che tanto ha fatto nel corso dei secoli per migliorare il mondo, incluso il mio Paese". Da parte sua il presidente turco, Gul, durante la conferenza stampa con Obama, rispondendo a una domanda di un giornalista circa i massacri di armeni compiuti ai tempi dell'Impero Ottomano, ha affermato che si tratta “di un episodio storico, non politico”. Obama poco prima aveva affermato di non avere cambiato opinione circa una risoluzione del Congresso americano che parla di "genocidio" degli armeni. Gul ha detto inoltre che, ai tempi dell'Impero Ottomano, “prima della fondazione della Repubblica turca, si è vissuta una tragedia ed anche i turchi hanno subito tante perdite. Gli storici - ha aggiunto Gul - debbono fare un'indagine in proposito come farà un'apposita commissione congiunta turco-armena. Il presidente americano Obama è in visita in Turchia, ultima tappa del suo primo viaggio oltreoceano. Durante il colloquio con il presidente turco è emerso anche l’impegno comune contro il terrorismo. La Turchia è considerata il miglior alleato degli Stati Uniti nel mondo musulmano. Oltre ad una visita d'insolita lunghezza (due giorni pieni), Obama ha inviato segnali d'amicizia al governo di Ankara, compreso il fermo sostegno, ieri a Praga, al vertice Ue-Usa all’ammissione della Turchia nell’Unione Europea. Ma, mentre su tutto il resto Obama ha registrato piena sintonia con l’Ue (nucleare, ambiente etc), per quanto riguarda l’ingresso della Turchia nell’Ue, Francia e Germania hanno risposto con forti riserve, mentre l’Italia si è detta favorevole ad un compromesso. Al vertice Nato di Strasburgo, la Turchia ha risposto in modo positivo alla richiesta di Obama di rinunciare al veto alla scelta del danese Rasmussen a segretario generale dell’Alleanza atlantica.

Repubblica Ceca
Solo una settimana fa a Strasburgo, davanti al parlamento europeo, il presidente di turno della Ue, Mirek Topolanek, aveva definito il piano anticrisi di Obama “la via per l'inferno”, non senza creare grande imbarazzo. Ieri, invece, dopo lo storico discorso del presidente Usa nella piazza dell'antico castello di Praga, il premier ceco dimissionario ha definito le parole di Obama “importanti non solo per noi cechi ma per tutti i cittadini europei”. Migliaia di cittadini cechi hanno acclamato in piazza il presidente Usa. Intanto, a proposito della crisi di governo a Praga, ieri sera i partiti della coalizione governativa uscente con l'opposizione hanno concordato che il successore del premier dimissionario Topolanek sarà Jan Fischer, attuale direttore dell'Ufficio statistico ceco. Fischer dovrà guidare un governo transitorio di tecnici fino alle elezioni anticipate previste nella prima metà di ottobre. Potrebbe entrare in carica a maggio e portare a conclusione il semestre di presidenza ceca dell'Ue, che si conclude il 30 giugno.

Iraq
Sale ad almeno 34 il numero delle persone rimaste uccise in un'ondata di attentati messi a segno questa mattina a Baghdad, che hanno provocato anche oltre 130 feriti. Lo riferiscono fonti della sicurezza citate dall'agenzia Nina, secondo la quale gli attentati più gravi sono avvenuti nel quartiere Um al Maalef, nella parte sud della città - dove 12 persone sono morte e 25 sono state ferite - e a Sadr City, dove i morti sono stati 10 e feriti 65. In tutto, gli attentati sono stati cinque, compiuti con sei autobomba.

Pakistan-Usa
L'inviato speciale statunitense per l'Afghanistan ed il Pakistan, Richard Holbrooke, arriverà domani ad Islamabad, proveniente da Kabul. Lo ha annunciato una fonte ufficiale pakistana. Holbrooke, si è appreso, sarà accompagnato dal capo degli Stati maggiori statunitensi, l'ammiraglio Mike Mullen. Al riguardo, l'emittente GEO Tv ha indicato che le due personalità incontreranno responsabili governativi e militari pakistani, all'indomani dell'annuncio del presidente Barack Obama di una nuova politica per la regione afghano-pachistana.

Darfur
I due operatori umanitari di Aide Medicale Internationale, sequestrati ieri nella regione sudanese del Darfur, sono di nazionalità francese e canadese. I due volontari sono stati rapiti da uomini armati e, secondo fonti giornalistiche sudanesi, i rapitori avrebbero richiesto il pagamento di un riscatto.

Somalia
È stata sequestrata questa mattina da alcuni pirati somali una nave britannica gestita da una società italiana. Lo ha reso noto il portavoce della Compagnia che si occupa della sicurezza nell’Oceano Indiano, Andrei Mwandura, secondo il quale il sequestro è avvenuto all’alba in una località non ancora esattamente identificata al largo della Somalia.
 
Algeria
Prima donna in Algeria e in tutto il mondo arabo ad aver puntato alla più alta carica dello Stato già nel 2004, Louisa Hanoune ci riprova e anche se giovedì prossimo non avrà speranza contro il presidente, Abdelaziz Bouteflika, potrebbe conquistare il secondo posto: un successo in un Paese dove il Codice della famiglia, ispirato alla legge islamica, rende le donne "minorenni" a vita. Ma l'agguerita leader del Partito dei lavoratori (PT, trotzkista), 54 anni, occhi neri sottolineati da un leggero 'kajal' e capelli sempre raccolti in un rigoroso chignon, non ama essere definita “il candidato delle donne, ma di tutto il popolo.

Moldova
Il partito comunista della Moldova ha ottenuto la vittoria nelle elezioni legislative di ieri con circa il 50% dei voti, assicurando a questa formazione la maggioranza assoluta in parlamento. Lo ha annunciato la commissione elettorale. La percentuale dovrebbe consentire al partito di avere in parlamento 61-62 seggi, quindi una maggioranza dei tre quinti necessaria per l'elezione del nuovo capo dello Stato, prevista tra l'8 aprile e l'8 giugno. Il partito liberale ha ottenuto il 12,9%, il partito liberaldemocratico il 12,24% e Nostra Moldavia il 9,87%. La Repubblica ex sovietica della Moldova è uno dei Paesi più poveri d'Europa.

Macedonia
Ljubomir Frckovski, candidato dell'opposizione socialdemocratica al ballottaggio per le presidenziali tenuto ieri in Macedonia, ha riconosciuto la scorsa notte la sconfitta ed ha detto ai suoi sostenitori di essersi congratulato con Gjorgje Ivanov, il candidato del centrodestra vincitore della consultazione. I risultati definitivi non sono ancora noti ma in base agli ultimi dati disponibili, Ivanov, del partito Vmrp-Dpme, aveva raccolto oltre 200 mila suffragi mentre il suo avversario era fermo a poco più della metà. L'affluenza è stata del 42 per cento, una delle più basse nella storia della giovane Repubblica balcanica, e di due punti appena oltre il quorum del 40 per cento previsto dalla costituzione.

India
È salito a 6 il bilancio delle vittime dell'attentato di oggi a Guwahati, nello Stato indiano di Assam, con oltre 30 feriti. Il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha annunciato che domani farà come previsto la sua visita in Assam per una manifestazione elettorale. È la terza bomba a deflagrare in Assam in una settimana, la seconda a Guwahati. Tra i feriti ci sono alcuni scolari appena usciti da scuola. Domani, il primo ministro si recherà a Dibrugarh, 500 km a est di Guwahati, per un comizio elettorale in favore del Partito del Congresso. Sempre domani l'ULFA (United Liberation Front of Asom) - il movimento separatista che da anni si batte per l'indipendenza da New Delhi e che è indicato come responsabile dell'attentato di oggi - festeggia il 30.mo anniversario della sua fondazione.

Sri Lanka
L'esercito dello Sri Lanka ha annunciato oggi di aver conquistato l'ultimo bastione dell'organizzazione separatista LTTE (Esercito di Liberazione delle Tigri Tamil), prendendo pieno controllo del territorio di Puthukkudiriruppu e lasciando libera solo una zona franca per permettere ai civili di mettersi in salvo. Le autorità di Colombo sono convinte di essere alla soglia della vittoria finale. E il presidente, Mahinda Rajapakse, ha chiesto al capo dei ribelli, la primula rossa Prabhakaran, di deporre le armi e di arrendersi. Negli ultimi tre giorni, di combattimenti, sarebbero caduti almeno 420 ribelli, 250 nella sola Puthukkudiriruppu. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 96
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