Torna la paura in Iraq dove 4 cristiani sono stati uccisi mercoledì e giovedì scorsi
durante le celebrazioni del capodanno assiro. Gli omicidi mirati hanno sconvolto la
minoranza cristiana che, negli ultimi tempi, aveva registrato un sensibile miglioramento
sul fronte della sicurezza. Baghdad e Kirkuk sono gli scenari nei quali si sono verificati
in due giorni tre attacchi contro la minoranza cristiana, costati la vita a 4 persone.
Una scia di sangue – riferisce Avvenire - che è coincisa con la festività del capodanno
della comunità assira quando molte famiglie sono solite trascorrere insieme la giornata.
Manca ancora la rivendicazione degli agguati - vere e proprie esecuzioni - che minacciano
la sopravvivenza dei cristiani nel Paese del Golfo. Da qualche tempo la situazione
sul fronte della sicurezza era in miglioramento, lo aveva evidenziato anche lo stesso
arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako nonostante le pesanti stime sulle vittime
cristiane in Iraq: 750 morti in 5 anni. Quanto accaduto riporta in primo piano il
timore di “una pulizia etnico-religiosa” denunciata più volte dalle associazioni cristiane
e mette in pericolo il rientro dei profughi iracheni. Le organizzazioni umanitarie
hanno condannato le ultime uccisioni ed hanno espresso preoccupazione per l’escalation
di violenza dopo le recenti elezioni provinciali nel Paese. Durante il regime di Saddam
Hussein la presenza cristiana era pari al 3%, oggi è dimezzata per gli assassini,
i rapimenti e le violenze che hanno costretto le persone alla fuga, ripiegando soprattutto
in Libano, Siria e Giordania. (A cura di Benedetta Capelli)