Il nuovo arcivescovo di Westminster, mons. Nichols: lavorerò per stabilire buoni rapporti
tra fede e cultura e con le altre religioni
Venerdì scorso, Benedetto XVI ha nominato nuovo arcivescovo di Westminster, mons.
Vincent Gerard Nichols, finora alla guida dell’arcidiocesi di Birmingham. Succede
al cardinale Cormac Murphy O'Connor, che lascia per raggiunti limiti di età. Il nuovo
arcivescovo di Westminster, 63 anni, ha conseguito la Licenza in Teologia presso la
Pontificia Università Gregoriana a Roma. Ordinato sacerdote a 24 anni, è stato responsabile
della pastorale per i poveri a Liverpool. Nel 1983 è stato eletto segretario generale
della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles. Philippa Hitchen gli ha
chiesto come ha accolto la nomina del Papa:
R. - Well,
when I was approached by the nuncio and he told me that there was the … Quando
il nunzio mi ha contattato e mi ha detto che era desiderio del Santo Padre che io
succedessi al cardinale Cormac Murphy-O’Connor, mi sono fatto coraggio ed ho detto
di sì, perché la mia vita è svolgere il mio ruolo al servizio della Chiesa nell’obbedienza
alla Chiesa. In realtà, non è stata una decisione che ho dovuto prendere, quanto piuttosto
qualcosa che dovrò imparare ad affrontare: è una prospettiva che, in certo modo, mi
spaventa.
D. - Qual è la sfida più grande che come
arcivescovo di Westminster dovrà affrontare?
R. -
Well, the challenges that faces the archbishop of Westminster … Le sfide
che deve affrontare l’arcivescovo di Westminster sono, essenzialmente, né più né meno
quelle che deve affrontare qualsiasi vescovo nel Paese - per quanto, a volte, considerando
che l’intensità di azione dei media è ovviamente concentrata a Londra - le voci che
si levano contro la Chiesa sono probabilmente più forti a Londra che altrove. In molte
parti del Paese, i rapporti tra la Chiesa e le autorità pubbliche sono molto buoni;
nella capitale sembra siano più tesi. Mi piacerebbe - e spero di esserne capace -
stabilire buoni rapporti tra la cultura e la fede nella capitale, insieme con gli
altri capi religiosi.
D. - Lei si è espresso in termini
molto franchi parlando dei media di ispirazione laica in Gran Bretagna, ed ha parlato
- mi sembra - anche di una sorta di programma anti-cattolico, in particolare alla
Bbc…
R. - The Bbc is a very large and complicated
organization, and I don’t recall ever … La Bbc è un’organizzazione molto
ampia e molto complessa, e non ricordo di avere mai detto che la Bbc nel suo insieme
sia anticattolica. Penso ci siano delle sacche e delle iniziative all’interno della
Bbc che certamente - dal mio punto di vista - si sono poste nel modo sbagliato, e
contro questo ho protestato. In altre occasioni, la Bbc è collaborativa in modo meraviglioso.
Basti pensare ai funerali di Giovanni Paolo II, quando la Bbc ha fornito una copertura
tra le migliori in assoluto. C’è tantissima collaborazione e tanto lavoro condiviso
con i media, nel nostro Paese, e non mi piacerebbe etichettarlo semplicemente come
“di opposizione”, perché non lo è.
D. - Lei è conosciuto
per il suo impegno nel campo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, in particolare
con la comunità islamica a Birmingham, dove lei risiedeva. Considera questo impegno
una priorità nell’arcidiocesi di Westminster?
R.
- Well, I look forward to learning a lot about the pattern of interfaith dialogue
… Mi aspetto di imparare molto dal modello di dialogo interreligioso di
Westminster. So che questo dialogo è una tradizione basilare, e che nella diocesi
è stato svolto un grande lavoro tramite la rete interreligiosa, anche se non so bene
cosa avvenga a livello di leadership. Certo, a Birmingham questo è stato un nostro
grande caposaldo, e sono felice di poterlo affermare oggi, sapendo per certo che nella
città di Birmingham molte persone pregheranno per me, compresi musulmani, ebrei e
sikh, in particolare. E poter fare questa affermazione è meraviglioso. (Traduzione
a cura di Gloria Fontana)