2009-04-04 12:58:38

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


Nella Domenica delle Palme la Liturgia ci propone il Vangelo della Passione del Signore, dal tentativo dei capi dei sacerdoti di catturarlo fino alla morte in croce e alla sepoltura. Nel pretorio i soldati romani vestono di porpora Gesù e gli mettono sul capo una corona di spine:

“Gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo”.

Sulla Domenica delle Palme e della Passione del Signore, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3

"Il fatto che oggi ci viene raccontato, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, la sua ultima cena con i suoi, il suo arresto, il processo, la condanna, la passione e la morte, non è un fatto del passato, non è un fatto trapassato perché Egli è qui. Egli è qui come in quelle ore e in quei giorni. Ogni aspetto, ogni dettaglio, è qui presente ed operante. Quando il soggetto dell’azione è un soggetto passeggero, anche i suoi atti e i fatti, le circostanze che attengono a lui, sono effimere e transitorie. Ma qui il soggetto è l’eterno Figlio del Padre e tutto è eternamente presente. Oggi noi veniamo guariti dalle sue piaghe; oggi noi veniamo salvati dalla sua morte; oggi noi entriamo, dalla ferita del costato, nel suo cuore, stanza d’amore nella quale ci viene dato di assaporare l’amore di Dio, l’amore del Padre".







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