A un anno dall’omicidio di padre Rey Roda, il terzo sacerdote assassinato nell’area
negli ultimi undici anni, non accenna a migliorare la situazione dei cristiani nella
regione di Jolo, nel sud delle Filippine. A darne testimonianza è il vicario apostolico,
mons. Angelito Lampon, che ha parlato con l’associazione cattolica internazionale
Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) citata dall’agenzia Zenit. “I cristiani sono sempre
terrorizzati, nonostante ora regni una pace relativa”, ha detto. Inoltre i sacerdoti,
che prima rifiutavano la protezione delle forze di sicurezza, ritenendola “incompatibile
con la loro testimonianza cristiana”, ora hanno riconosciuto che “le circostanze sono
tali da non lasciare altra possibilità”. Secondo mons. Lampon, le attività della Chiesa
locale sono ostacolate dal coprifuoco cui sono costretti i fedeli per ragioni di sicurezza:
non si contano, infatti, i sequestri a scopo di estorsione, di cui, però, nessun musulmano,
è rimasto vittima, e gli attacchi violenti. Giorni fa sono stati esplosi alcuni colpi
di mortaio che hanno causato vittime e ingenti danni, rendendo necessarie anche diverse
evacuazioni della popolazione. Non mancano, però, anche i segnali positivi: la forza
della fede, varie attività che promuovono la pace, azioni congiunte tra cristiani
e musulmani e un eccellente rapporto con le autorità locali. Il Vicariato di Jolo
comprende la provincia di Sulú e le oltre 450 isole Tawitawi nel sud delle Filippine,
dove i cattolici rappresentano poco più del 3% degli abitanti. (R.B.)