Usa: il Maryland restringe la legge sulla pena di morte
Ancora un passo avanti verso l’abolizione della pena di morte negli Stati Uniti. Dopo
la recente decisione del Parlamento del New Mexico di abolirla, anche i legislatori
del Maryland hanno approvato una legge che introduce forti restrizioni all’attuale
legislazione in materia. Pur non prevedendo la sua completa abrogazione, il provvedimento
ne limita l’applicazione ai casi di omicidio di primo grado in cui la responsabilità
dell’imputato sia dimostrata dalla prova del DNA, o da altre tracce biologiche, oppure
da una confessione video-registrata. Soddisfazione per l’esito del voto è stata espressa
dalla direttrice esecutiva della Conferenza Cattolica del Maryland, Mary Ellen Russell.
“Questa misura - ha dichiarato in un’intervista al giornale diocesano di Baltimora
“The Catholic Review, ripresa dall’agenzia Cns – è un importante passo avanti per
fare in modo che non vengano sacrificate vite di persone innocenti e per limitare
l’applicazione della pena capitale. È incoraggiante vedere che il messaggio della
Chiesa sul valore della vita, compresa quella di un criminale condannato, sta forse
cominciando a convincere l’opinione pubblica e molti legislatori”, ha inoltre osservato,
precisando che la Chiesa del Maryland continuerà comunque la sua battaglia per la
completa abolizione. Prima del New Mexico, la pena capitale, reintrodotta dalla Corte
Suprema americana nel 1976, era stata abolita nel New Jersey nel 2007. Attualmente
è in vigore in 35 Stati. In Montana una proposta di abolizione è stata approvata dal
Senato e attende il vaglio della Camera, mentre in Kansas un analogo disegno di legge
non è passato al Senato. Secondo diversi osservatori, in diversi casi le proposte
per l’abolizione della pena di morte sono motivate anche dai suoi alti costi insostenibili
con l’attuale crisi. (L.Z.)