Mons. Crepaldi auspica una nuova economia che includa i Paesi più poveri
In un intervento – riportato dal Sir - pubblicato sul sito dell’Osservatorio Internazionale
Cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa, il presidente mons. Giampaolo
Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la pace ha auspicato
“una rinnovata governance globale dell’economia”. Un cambiamento che prende avvio
da tre principi: responsabilità, la solidarietà e la sussidiarietà. Il presule ha
evidenziato il fallimento dei modelli di sviluppo economico, basati essenzialmente
sulle “istituzioni che non hanno saputo o voluto penetrare in profondità i temi dello
sviluppo, della leale concorrenza e dell’evasione fiscale”. Su questa base si sono
creati “luoghi di potere” come il G7 e il G8 e contemporaneamente l’Onu, per esempio,
ha perso di efficacia. Per mons. Crepaldi, dunque, bisogna “partire dalle mutue responsabilità
individuali e comunitarie, così spesso trascurate”, tenendo conto delle “responsabilità
verso i sistemi economici meno progrediti, verso i più poveri, verso le nuove generazioni”.
Una nuova governace che includa molti attori e tra questi anche i Paesi più poveri
e emergenti fino ad “un pieno coinvolgimento della società civile”. “Nuovi diritti
di partecipazione – precisa il presule - non possono però esser fatti valere se non
con la previa assunzione dei doveri connessi con il rispetto dei diritti umani e della
democrazia”. Tra i tanti temi in questione, vi sono “l’inclusione dei Paesi meno sviluppati
nei circuiti commerciali internazionali, la leale concorrenza internazionale che ponga
fine a fenomeni speculativi sul costo e sulle condizioni del lavoro, l’accesso trasparente
ai mercati dei capitali e dei prodotti finanziari ossia la revisione dei cosiddetti
paradisi artificiali, la riduzione della volatilità dei capitali per cui i Paesi poveri
finanziano quelli ricchi, la lotta alla corruzione”. “La ripresa comprende tutto questo
e tutto questo non può non essere fatto assieme ai Paesi poveri – sottolinea -. Lavorare
per essi è lavorare per tutti”. (B.C.)