Mons. Volante alla Fao in Asia: no alle speculazioni che lucrano sugli alimenti base
delle popolazioni povere
“Qualunque strategia o normativa rivolta al mondo rurale deve tenere presente la centralità
della persona e i suoi concreti bisogni”, senza che le risorse della terra siano sfruttate
a vantaggio di pochi. Con queste parole, l’arcivescovo Renato Volante, osservatore
della Santa Sede presso gli organismi dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione,
si è rivolto ai partecipanti alla Conferenza regionale della Fao per l’Asia e il Pacifico,
svoltasi nei giorni scorsi a Bangkok. I particolari nel servizio di Alessandro
De Carolis:
Da una parte,
milioni di persone sulla soglia della fame, o sotto di essa, che cercano di strappare
di che sopravvivere a terre spesso poco fertili, o coltivate in modo improduttivo.
Dall’altra parte, il gioco della speculazione, con prodotti come il riso sfruttati
per riempire le borse di pochi piuttosto che le bocche di moltissimi. Mons. Volante
ha denunciato davanti ai delegati internazionali della Fao per la zona dell’Asia e
del Pacifico le opposte facce di questa situazione. Da tempo, nei consessi internazionali,
ha rilevato il presule, si discute per individuare le migliori “strategie per garantire
la sicurezza alimentare”, nello “sforzo di liberare dalla fame e dalla malnutrizione
i più vulnerabili e svantaggiati”. Ma senza un “diretto e responsabile impegno dei
governi”, ha affermato con realismo, anche l’efficacia di organismi come la Fao risulta
condizionata.
Di fronte, c’è uno scenario difficile:
milioni di persone da sostenere in aree rurali dove il “principale ostacolo”, ha constatato
l’osservatore vaticano, resta “l’inadeguato processo di sviluppo” che finisce per
incidere sulle “aspettative di vita” dei più poveri. Si tratta - ha precisato - di
“situazioni evidenti” che “per essere affrontate necessitano decisioni di politica
interna ed internazionale ad iniziare da linee-guida per l'attività agricola e per
la produzione alimentare rispondenti alla realtà attuale”. Il livello dei prossimi
raccolti offre qualche speranza per l’immediato futuro e tuttavia, ha insistito mons.
Volante, “nonostante i segnali positivi per raggiungere un livello minimo di sicurezza
alimentare, la crisi che tocca i mercati, le attività finanziarie, il livello dei
prezzi degli alimenti richiede una revisione delle politiche agricole facendo emergere
la necessità di operare con tutti gli strumenti e gli accorgimenti possibili”. Sì
dunque alle nuove metodologie “per aumentare la produzione in modo stabile”, purché
non si stravolgano le tradizioni locali, ma - ha invocato il rappresentante pontificio
- si ponga attenzione non solo ai consumi, “ma anche un livello nutrizionale sano
e sicuro” e si diano “migliori condizioni nel lavoro agricolo, specie in quelle aree
strutturalmente a rischio o rese tali da fattori ambientali o dall'azione dell'uomo”.
Confermando
la collaborazione della Chiesa cattolica con le istituzioni civili per combattere
il problema dell’insicurezza alimentare, mons. Volante ha ribadito che “pur consapevole
delle difficoltà”, la delegazione della Santa Sede è “fiduciosa nelle capacità di
quanti sono impegnati quotidianamente nelle differenti funzioni e responsabilità nella
Regione, dove ci sono tanti segni positivi di un miglioramento della situazione. Questi
segni - ha concluso - possono essere rafforzati da un ulteriore sviluppo della vita
culturale e sociale della regione ed approfonditi così che l'antico valore della solidarietà
realmente permei le vite quotidiane delle persone, delle comunità e degli Stati, e
nessuno si senta solo o abbandonato”.