2009-04-01 13:03:29

Mons. Volante alla Fao in Asia: no alle speculazioni che lucrano sugli alimenti base delle popolazioni povere


“Qualunque strategia o normativa rivolta al mondo rurale deve tenere presente la centralità della persona e i suoi concreti bisogni”, senza che le risorse della terra siano sfruttate a vantaggio di pochi. Con queste parole, l’arcivescovo Renato Volante, osservatore della Santa Sede presso gli organismi dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione, si è rivolto ai partecipanti alla Conferenza regionale della Fao per l’Asia e il Pacifico, svoltasi nei giorni scorsi a Bangkok. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Da una parte, milioni di persone sulla soglia della fame, o sotto di essa, che cercano di strappare di che sopravvivere a terre spesso poco fertili, o coltivate in modo improduttivo. Dall’altra parte, il gioco della speculazione, con prodotti come il riso sfruttati per riempire le borse di pochi piuttosto che le bocche di moltissimi. Mons. Volante ha denunciato davanti ai delegati internazionali della Fao per la zona dell’Asia e del Pacifico le opposte facce di questa situazione. Da tempo, nei consessi internazionali, ha rilevato il presule, si discute per individuare le migliori “strategie per garantire la sicurezza alimentare”, nello “sforzo di liberare dalla fame e dalla malnutrizione i più vulnerabili e svantaggiati”. Ma senza un “diretto e responsabile impegno dei governi”, ha affermato con realismo, anche l’efficacia di organismi come la Fao risulta condizionata.

 
Di fronte, c’è uno scenario difficile: milioni di persone da sostenere in aree rurali dove il “principale ostacolo”, ha constatato l’osservatore vaticano, resta “l’inadeguato processo di sviluppo” che finisce per incidere sulle “aspettative di vita” dei più poveri. Si tratta - ha precisato - di “situazioni evidenti” che “per essere affrontate necessitano decisioni di politica interna ed internazionale ad iniziare da linee-guida per l'attività agricola e per la produzione alimentare rispondenti alla realtà attuale”. Il livello dei prossimi raccolti offre qualche speranza per l’immediato futuro e tuttavia, ha insistito mons. Volante, “nonostante i segnali positivi per raggiungere un livello minimo di sicurezza alimentare, la crisi che tocca i mercati, le attività finanziarie, il livello dei prezzi degli alimenti richiede una revisione delle politiche agricole facendo emergere la necessità di operare con tutti gli strumenti e gli accorgimenti possibili”. Sì dunque alle nuove metodologie “per aumentare la produzione in modo stabile”, purché non si stravolgano le tradizioni locali, ma - ha invocato il rappresentante pontificio - si ponga attenzione non solo ai consumi, “ma anche un livello nutrizionale sano e sicuro” e si diano “migliori condizioni nel lavoro agricolo, specie in quelle aree strutturalmente a rischio o rese tali da fattori ambientali o dall'azione dell'uomo”.

 
Confermando la collaborazione della Chiesa cattolica con le istituzioni civili per combattere il problema dell’insicurezza alimentare, mons. Volante ha ribadito che “pur consapevole delle difficoltà”, la delegazione della Santa Sede è “fiduciosa nelle capacità di quanti sono impegnati quotidianamente nelle differenti funzioni e responsabilità nella Regione, dove ci sono tanti segni positivi di un miglioramento della situazione. Questi segni - ha concluso - possono essere rafforzati da un ulteriore sviluppo della vita culturale e sociale della regione ed approfonditi così che l'antico valore della solidarietà realmente permei le vite quotidiane delle persone, delle comunità e degli Stati, e nessuno si senta solo o abbandonato”.







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