La comunità cristiana irachena sempre più colpita dal dramma dell’insicurezza
La situazione dei cristiani in Iraq è tragica: sono oltre 200.000 quelli che hanno
abbandonato il Paese. La guerra è costata la vita a 750 cristiani, tra cui l’arcivescovo
caldeo di Mosul, mons. Paulos Farai Rahho. Molte famiglie vivono nel nord dove è difficile
trovare lavoro. Una grande sfida per la Chiesa è anche l’emigrazione di molti cristiani,
soprattutto in Siria, Giordania, Libano e Turchia. E’ questo il drammatico scenario
sulla situazione della comunità cristiana irachena illustrato dall’arcivescovo caldeo
di Kirkuk, mons. Louis Sako, durante una conferenza stampa tenutasi a Vienna. Nonostante
le difficoltà – ha aggiunto il presule - i cristiani non demordono: “Abbiamo molti
problemi, ma anche molte speranze. Non abbiamo paura, vogliamo convivere in pace con
i musulmani iracheni”. La situazione attuale, rispetto al passato, presenta profondi
mutamenti ma le condizioni di vita per la popolazione restano drammatiche: “Durante
il regime di Saddam - ha detto mons. Sako le cui parole sono state riprese dall’agenzia
Zenit – avevamo la sicurezza ma non la libertà. Oggi - ha concluso – abbiamo la libertà,
ma anche il problema della sicurezza”. (A.L.)