Ore d'angoscia per gli operatori della Croce Rossa rapiti nelle Filippine. Appello
del Papa
Sono ore di angoscia e preoccupazione nelle Filippine, dove è scaduto l’ultimatum
dei ribelli che da 75 giorni tengono in ostaggio 3 operatori della Croce Rossa Internazionale.
Secondo fonti locali, gli ostaggi sono ancora vivi e sono in corso negoziati per ottenerne
il rilascio. Benedetto XVI, facendo propria la preoccupazione delle famiglie e di
quanti hanno a cuore la salvezza dei tre operatori umanitari, ha lanciato un accorato
appello. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il Papa desidera
elevare “la sua voce e fare appello affinché il senso umanitario e la ragione abbiano
il sopravvento sulla violenza e l’intimidazione”. Il Santo Padre – si legge nel comunicato
diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede – chiede nel nome di Dio “la loro liberazione
e sollecita le autorità a favorire ogni pacifica soluzione della drammatica vicenda".
Gli ultimi sviluppi sono inquietanti: i guerriglieri, legati al gruppo islamico radicale
di Abu Sayaf vicino ad Al Qaeda, minacciano di decapitare uno dei sequestrati se il
governo non ritirerà le forze di sicurezza dispiegate nella provincia di Sulu. Le
autorità del Paese asiatico hanno proclamato lo stato di emergenza sull’isola di Jolo
e ribadiscono che “è materialmente impossibile soddisfare la richiesta dei rapitori”.
Il governo filippino aveva già accettato di ritirare le truppe schierate nella parte
meridionale dell’isola per consentire un corridoio umanitario finalizzato al rilascio
degli ostaggi. Ma ha anche dichiarato che le condizioni poste dai sequestratori sono
inaccettabili. Tutte le forze di sicurezza sono già state messe in allerta. Gli ostaggi
- l'italiano Eugenio Vagni, la filippina Jean Mary Lacaba e lo svizzero
Andreas Notter - sono stati rapiti lo scorso 15 gennaio. Nelle ultime
ore è anche stato diffuso un video: "Per favore - chiede la donna filippina
rapita dai ribelli - ritirate le truppe, abbiamo la speranza che uno di noi possa
essere liberato, ma sono passati otto giorni da quando è stato fissato l'ultimatum
e finora non è accaduto nulla. Possiamo ancora sperare?”.Il
sequestro è avvenuto all'uscita da una struttura penitenziaria dove i tre operatori
della Croce Rossa si erano recati per un sopralluogo nell’ambito di un progetto di
ristrutturazione della rete idrica.