2009-03-30 15:05:45

Filippine: il cardinale Rosales ha aderito all'Ora della Terra


Lo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali sta causando danni irreparabili per le generazioni future. È quanto denuncia il cardinale filippino Gaudencio Rosales in un messaggio che condanna gli scempi compiuti nel Pianeta ai danni dall’ambiente: dalla distruzione delle foreste, all’erosione delle montagne, all’inquinamento dei corsi d’acqua con le conseguenti ripercussioni sulla fauna, al surriscaldamento del pianeta. “Tutto questo ci dice che la Terra e le sue risorse non sono state usate in modo responsabile”, scrive l’arcivescovo di Manila, osservando che c’è ancora la speranza di potere fare qualcosa per salvare il Pianeta. “La Terra - ricorda citando il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa - è un dono del Creatore alla comunità umana, affidata all’intelligenza e alla responsabilità morale degli uomini e donne”. In altre parole, “non è di nostra proprietà”. Ne consegue che dobbiamo “comportarci con rispetto e usare in modo responsabile le risorse che sono messe a nostra disposizione, lasciando il resto alle generazioni future”, sottolinea l’arcivescovo. Noto per la sua particolare sensibilità sui temi ambientali, il cardinale Rosales figura tra le numerose personalità nel mondo che hanno aderito alla campagna “Earth Hour” (“L’Ora della Terra”) promossa dal WWF contro il riscaldamento globale. Sabato scorso, più di mille metropoli, città e piccoli centri nel mondo, hanno spento per un'ora le luci dei loro monumenti più rappresentativi. Grazie alla diffusione sul web e a diversi social network, l’iniziativa ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo che hanno spento la luce anche nelle loro abitazioni. Il cardinale Rosales ha invitato anche i fedeli filippini a partecipare: “Il vero significato di questa iniziativa – ha sottolineato - va ben oltre la quantità di watt risparmiati. L’Earth Hour serve a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare con cura la fragile terra in cui viviamo”. (L.Z.)







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