2009-03-29 15:57:30

Gli Usa convocano un vertice sui cambiamenti climatici


Svolta nelle politiche sui cambiamenti climatici da parte degli Stati Uniti. Il presidente americano Barack Obama ha convocato a Washington per il 27 e 28 aprile un vertice al quale ha invitato i 17 Paesi più industrializzati al mondo: Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sudafrica più l'Unione Europea. La Danimarca e l'Onu sono stati invitati in qualità di organizzatori della Conferenza di Copenhagen. Sul tavolo una bozza di accordo sui tagli ai gas serra che prenda il posto del trattato di Kyoto, mai ratificato dagli Usa. Inoltre in una lettera inviata al premier italiano Berlusconi, Obama ha chiesto il suo aiuto per riattivare il “Major Economies Forum” sull'energia ed i cambiamenti climatici. La riunione si terrà al margine del G8 alla Maddalena. “Un vertice che servirà – ha spiegato il capo della Casa Bianca – a facilitare un dialogo aperto tra Paesi chiave del mondo industrializzato e in via di sviluppo” per far progredire iniziative che incrementino la forniture di energia pulita.

Usa-Cuba
Gli Stati Uniti non revocheranno l’embargo a Cuba. Lo ha assicurato, in una conferenza stampa in Cile, il vicepresidente americano Joe Biden che ha sottolineato come per Washington sia comunque necessaria “una transizione politica” nei confronti dell’Avana. “Riteniamo che i cubani – ha aggiunto Biden - dovrebbero poter decidere il proprio destino ed essere in condizioni di vivere in libertà, oltre ad avere una qualche prospettiva di benessere economico”.

Elezioni in Montenegro
Giornata di elezioni amministrative oggi in Montenegro. Circa mezzo milione di aventi diritto sono chiamati a rinnovare, per la seconda volta dopo la proclamata indipendenza del giugno 2006, il Parlamento. A vigilare sul voto circa 1200 osservatori. Favorito l’attuale premier Milo Djukanovic che punta a un nuovo mandato di 4 anni. Il servizio di Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

Sono 16 i partiti che si contendono gli 81 seggi del Parlamento nazionale in queste elezioni anticipate. Uno solo è il netto favorito. E' la compagine del premier uscente Milo Djukanovic. Il Partito democratico dei socialisti dovrebbe raggiungere la maggioranza assoluta delle preferenze dei 498mila aventi diritto. Le forze dell'opposizione non sono riuscite ad accordarsi fra loro e si presentano alla consultazione divise. Secondo i sondaggi della vigilia, i socialisti popolari sono al 17%, la nuova democrazia serba al 12% ed i liberali del cambiamento al 6%. Il voto anticipato è stato convocato dall'esecutivo uscente per scegliere un governo con pieno mandato popolare per gestire l'adesione all'Unione Europea e alla Nato. Nel dicembre scorso Podgorica ha presentato richiesta formale ai Ventisette. “Un Montenegro europeo” e “Portare il Paese in Europa” sono i due slogan più popolari della maggioranza. Di diversa interpretazione le ragioni del voto per l'opposizione. Djukanovic starebbe tentando di aver un nuovo incarico prima che nello Stato balcanico si sentano veramente gli effetti della crisi economica. Il Pil è cresciuto nel 2007 ad un tasso di oltre il 10%, nel 2009 la contrazione sarà assai forte e l'inflazione è a circa il 9%. Turismo e metallurgia sono i due settori trainanti. Forti sono stati gli investimenti russi. Il reddito pro-capite annuale resta, però, basso sui 4mila dollari con una disoccupazione al 17%. In nottata sono previsti i risultati.

Turchia-elezioni amministrative
Si vota anche in Turchia per le elezioni amministrative. Alle urne – aperte stamani circa 48 milioni di persone chiamate a rinnovare le amministrazioni di 32 province orientali e sud-orientali del Paese. Saranno scelti anche i sindaci delle maggiori città turche come Ankara, Istanbul e Smirne. Intanto si registrano violenti incidenti in villaggio della provincia sud-orientale di Saliurfa, tre persone sono morte e altre 20 sono rimaste ferite in seguito ad un diverbio.

Italia-politica
Con l’elezione di Silvio Berlusconi a presidente del Popolo della Libertà e la scelta dei tre coordinatori: Ignazio Larussa, Denis Verdini e Sandro Bondi, si è chiuso il congresso costituente della formazione politica a Roma. Nel suo intervento il premier ha assicurato di voler portare l’Italia fuori dalla crisi economica ed ha accolto l’invito di Fini a riformare la Costituzione; ha lanciato stoccate all’opposizione definita “irresponsabile” perché si è sottratta alle modiche proposte alla Carta. Più poteri al premier: l’altra richiesta di Berlusconi che ha ufficializzato la sua candidatura alle europee, invitando il segretario del Pd Franceschini a fare lo stesso.

Ungheria
Spiragli di soluzione nella crisi politica in Ungheria. Il partito socialista ha indicato il ministro dell'economia Gordon Bajnai come futuro premier al posto del dimissionario Ferenc Gyurcsany, chiedendo poi ai liberali – alleati di governo – di appoggiare la scelta. Gyurcsany aveva rimesso il mandato la scorsa settimana per la persistente crisi economica in cui versa il Paese. L’ex primo ministro si è anche dimesso da presidente del partito socialista.

Darfur
Pesanti accuse da parte del presidente dell’Unione Africana Gheddafi alla Corte penale internazionale. Secondo il leader libico, il tribunale è “una nuova forma di terrorismo mondiale” che intende ricolonizzare il continente. Gheddafi ha così condannato la richiesta d'arresto nei confronti del presidente sudanese Omar el-Bashir, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità per quanto accaduto in Darfur.

Filippine
Cresce la preoccupazione per la sorte dei tre operatori della Croce Rossa - una donna filippina, uno svizzero e l’italiano Eugenio Vagni - rapiti lo scorso 15 gennaio nel sud delle Filippine. Fonti ufficiali hanno riferito che è saltato l’accordo tra il gruppo islamico di Abu Sayyaf, responsabile del sequestro, e il governo di Manila. Quest’ultimo ieri aveva annunciato l’intenzione di ritirare le sue truppe da una zona di 130 chilometri quadrati sull'isola di Jolo e la successiva creazione di un corridoio umanitario per permettere la liberazione di uno degli ostaggi, come promesso dai ribelli. Gli insorti hanno reso noto che un ritiro limitato delle truppe è “insufficiente”.

Medio Oriente
Si riaccende la tensione in Medio Oriente. Il braccio armato di Hamas, le Brigate al-Qassam, hanno minacciato di rapire altri soldati israeliani se non si concluderà in tempi brevi un’intesa, con la mediazione dell’Egitto, per uno scambio di prigionieri. Da mesi sono in corso trattative su una lista di 450 nomi di detenuti palestinesi coinvolti in gravi attentati terroristici in cambio del caporale Ghilad Shalit, sequestrato nel giugno 2006. Le dichiarazioni di Hamas arrivano alla vigilia della riunione in Qatar dei Paesi della Lega Araba che intendono mostrare una posizione comune nei confronti di Israele soprattutto in vista del varo del governo di Nethanyahu. Al vertice non prenderà parte il presidente egiziano Mubarak che non ha gradito l’appoggio di Doha ad Hamas. Intanto in un’intervista alla radio, Shimon Peres ha assicurato che il nuovo governo israeliano proseguirà il processo di pace. Il presidente israeliano ha così rassicurato la comunità internazionale dopo le riserve espresse dall’Unione Europea.

Afghanistan
Violenza in Afghanistan. L’esplosione di un ordigno ha ucciso tre militari afgani nella provincia di Paktia, nell’est del Paese. Altri 4 soldati sono rimasti feriti, mentre al confine con l’Afghanistan, almeno 11 membri delle forze di sicurezza pachistane sono stati sequestrati dai talebani. Le violenze arrivano all’indomani dell’approvazione da parte del presidente afgano Karzai del piano di Obama per il Paese asiatico che prevede il dispiegamento di altri 4 mila uomini oltre ai 17 mila già in partenza in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Karzai ha anche espresso favore per l’intenzione degli Usa di dialogare con l’Iran, confermando il proprio impegno nella lotta alla corruzione.

Iraq
Sono 6 le vittime – 5 agenti e un civile - e 7 i feriti a Bassora per l’esplosione di un’autobomba contro una pattuglia della polizia. Lo hanno riferito le forze dell’ordine.

Corea del Nord-Iran
Secondo fonti di stampa giapponesi, esperti iraniani si troverebbero in Corea del Nord, dove è in programma tra il 4 e l’8 aprile il lancio di un satellite per le comunicazioni, per fornire aiuto. La comunità internazionale ha espresso dubbi sull’esperimento che ritiene essere un test balistico militare.

Indonesia
E’ stato aggiornato il bilancio del cedimento di una diga avvenuto due giorni fa alla periferia di Giacarta, in Indonesia. Sono 93 le vittime. Le autorità stanno ancora cercando i dispersi sotto le macerie della struttura, crollata per la troppa pressione dell'acqua dovuta alle forti piogge degli ultimi giorni.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 88
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