Gli Usa convocano un vertice sui cambiamenti climatici
Svolta nelle politiche sui cambiamenti climatici da parte degli Stati Uniti. Il presidente
americano Barack Obama ha convocato a Washington per il 27 e 28 aprile un vertice
al quale ha invitato i 17 Paesi più industrializzati al mondo: Australia, Brasile,
Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia,
Italia, Messico, Russia, Sudafrica più l'Unione Europea. La Danimarca e l'Onu sono
stati invitati in qualità di organizzatori della Conferenza di Copenhagen. Sul tavolo
una bozza di accordo sui tagli ai gas serra che prenda il posto del trattato di Kyoto,
mai ratificato dagli Usa. Inoltre in una lettera inviata al premier italiano Berlusconi,
Obama ha chiesto il suo aiuto per riattivare il “Major Economies Forum” sull'energia
ed i cambiamenti climatici. La riunione si terrà al margine del G8 alla Maddalena.
“Un vertice che servirà – ha spiegato il capo della Casa Bianca – a facilitare un
dialogo aperto tra Paesi chiave del mondo industrializzato e in via di sviluppo” per
far progredire iniziative che incrementino la forniture di energia pulita.
Usa-Cuba Gli
Stati Uniti non revocheranno l’embargo a Cuba. Lo ha assicurato, in una conferenza
stampa in Cile, il vicepresidente americano Joe Biden che ha sottolineato come per
Washington sia comunque necessaria “una transizione politica” nei confronti dell’Avana.
“Riteniamo che i cubani – ha aggiunto Biden - dovrebbero poter decidere il proprio
destino ed essere in condizioni di vivere in libertà, oltre ad avere una qualche prospettiva
di benessere economico”.
Elezioni in Montenegro Giornata di elezioni
amministrative oggi in Montenegro. Circa mezzo milione di aventi diritto sono chiamati
a rinnovare, per la seconda volta dopo la proclamata indipendenza del giugno 2006,
il Parlamento. A vigilare sul voto circa 1200 osservatori. Favorito l’attuale premier
Milo Djukanovic che punta a un nuovo mandato di 4 anni. Il servizio di Giuseppe
D’Amato:
Sono 16 i
partiti che si contendono gli 81 seggi del Parlamento nazionale in queste elezioni
anticipate. Uno solo è il netto favorito. E' la compagine del premier uscente Milo
Djukanovic. Il Partito democratico dei socialisti dovrebbe raggiungere la maggioranza
assoluta delle preferenze dei 498mila aventi diritto. Le forze dell'opposizione non
sono riuscite ad accordarsi fra loro e si presentano alla consultazione divise. Secondo
i sondaggi della vigilia, i socialisti popolari sono al 17%, la nuova democrazia serba
al 12% ed i liberali del cambiamento al 6%. Il voto anticipato è stato convocato dall'esecutivo
uscente per scegliere un governo con pieno mandato popolare per gestire l'adesione
all'Unione Europea e alla Nato. Nel dicembre scorso Podgorica ha presentato richiesta
formale ai Ventisette. “Un Montenegro europeo” e “Portare il Paese in Europa” sono
i due slogan più popolari della maggioranza. Di diversa interpretazione le ragioni
del voto per l'opposizione. Djukanovic starebbe tentando di aver un nuovo incarico
prima che nello Stato balcanico si sentano veramente gli effetti della crisi economica.
Il Pil è cresciuto nel 2007 ad un tasso di oltre il 10%, nel 2009 la contrazione sarà
assai forte e l'inflazione è a circa il 9%. Turismo e metallurgia sono i due settori
trainanti. Forti sono stati gli investimenti russi. Il reddito pro-capite annuale
resta, però, basso sui 4mila dollari con una disoccupazione al 17%. In nottata sono
previsti i risultati.
Turchia-elezioni amministrative Si vota
anche in Turchia per le elezioni amministrative. Alle urne – aperte stamani circa
48 milioni di persone chiamate a rinnovare le amministrazioni di 32 province orientali
e sud-orientali del Paese. Saranno scelti anche i sindaci delle maggiori città turche
come Ankara, Istanbul e Smirne. Intanto si registrano violenti incidenti in villaggio
della provincia sud-orientale di Saliurfa, tre persone sono morte e altre 20 sono
rimaste ferite in seguito ad un diverbio.
Italia-politica Con l’elezione
di Silvio Berlusconi a presidente del Popolo della Libertà e la scelta dei tre coordinatori:
Ignazio Larussa, Denis Verdini e Sandro Bondi, si è chiuso il congresso costituente
della formazione politica a Roma. Nel suo intervento il premier ha assicurato di voler
portare l’Italia fuori dalla crisi economica ed ha accolto l’invito di Fini a riformare
la Costituzione; ha lanciato stoccate all’opposizione definita “irresponsabile” perché
si è sottratta alle modiche proposte alla Carta. Più poteri al premier: l’altra richiesta
di Berlusconi che ha ufficializzato la sua candidatura alle europee, invitando il
segretario del Pd Franceschini a fare lo stesso.
Ungheria Spiragli
di soluzione nella crisi politica in Ungheria. Il partito socialista ha indicato il
ministro dell'economia Gordon Bajnai come futuro premier al posto del dimissionario
Ferenc Gyurcsany, chiedendo poi ai liberali – alleati di governo – di appoggiare la
scelta. Gyurcsany aveva rimesso il mandato la scorsa settimana per la persistente
crisi economica in cui versa il Paese. L’ex primo ministro si è anche dimesso da presidente
del partito socialista.
Darfur Pesanti accuse da parte del presidente
dell’Unione Africana Gheddafi alla Corte penale internazionale. Secondo il leader
libico, il tribunale è “una nuova forma di terrorismo mondiale” che intende ricolonizzare
il continente. Gheddafi ha così condannato la richiesta d'arresto nei confronti del
presidente sudanese Omar el-Bashir, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità
per quanto accaduto in Darfur.
Filippine Cresce la preoccupazione
per la sorte dei tre operatori della Croce Rossa - una donna filippina, uno svizzero
e l’italiano Eugenio Vagni - rapiti lo scorso 15 gennaio nel sud delle Filippine.
Fonti ufficiali hanno riferito che è saltato l’accordo tra il gruppo islamico di Abu
Sayyaf, responsabile del sequestro, e il governo di Manila. Quest’ultimo ieri aveva
annunciato l’intenzione di ritirare le sue truppe da una zona di 130 chilometri quadrati
sull'isola di Jolo e la successiva creazione di un corridoio umanitario per permettere
la liberazione di uno degli ostaggi, come promesso dai ribelli. Gli insorti hanno
reso noto che un ritiro limitato delle truppe è “insufficiente”.
Medio Oriente Si
riaccende la tensione in Medio Oriente. Il braccio armato di Hamas, le Brigate al-Qassam,
hanno minacciato di rapire altri soldati israeliani se non si concluderà in tempi
brevi un’intesa, con la mediazione dell’Egitto, per uno scambio di prigionieri. Da
mesi sono in corso trattative su una lista di 450 nomi di detenuti palestinesi coinvolti
in gravi attentati terroristici in cambio del caporale Ghilad Shalit, sequestrato
nel giugno 2006. Le dichiarazioni di Hamas arrivano alla vigilia della riunione in
Qatar dei Paesi della Lega Araba che intendono mostrare una posizione comune nei confronti
di Israele soprattutto in vista del varo del governo di Nethanyahu. Al vertice non
prenderà parte il presidente egiziano Mubarak che non ha gradito l’appoggio di Doha
ad Hamas. Intanto in un’intervista alla radio, Shimon Peres ha assicurato che il nuovo
governo israeliano proseguirà il processo di pace. Il presidente israeliano ha così
rassicurato la comunità internazionale dopo le riserve espresse dall’Unione Europea.
Afghanistan Violenza
in Afghanistan. L’esplosione di un ordigno ha ucciso tre militari afgani nella provincia
di Paktia, nell’est del Paese. Altri 4 soldati sono rimasti feriti, mentre al confine
con l’Afghanistan, almeno 11 membri delle forze di sicurezza pachistane sono stati
sequestrati dai talebani. Le violenze arrivano all’indomani dell’approvazione da parte
del presidente afgano Karzai del piano di Obama per il Paese asiatico che prevede
il dispiegamento di altri 4 mila uomini oltre ai 17 mila già in partenza in vista
delle elezioni presidenziali di agosto. Karzai ha anche espresso favore per l’intenzione
degli Usa di dialogare con l’Iran, confermando il proprio impegno nella lotta alla
corruzione.
Iraq Sono 6 le vittime – 5 agenti e un civile - e 7 i
feriti a Bassora per l’esplosione di un’autobomba contro una pattuglia della polizia.
Lo hanno riferito le forze dell’ordine.
Corea del Nord-Iran Secondo
fonti di stampa giapponesi, esperti iraniani si troverebbero in Corea del Nord, dove
è in programma tra il 4 e l’8 aprile il lancio di un satellite per le comunicazioni,
per fornire aiuto. La comunità internazionale ha espresso dubbi sull’esperimento che
ritiene essere un test balistico militare.
Indonesia E’ stato aggiornato
il bilancio del cedimento di una diga avvenuto due giorni fa alla periferia di Giacarta,
in Indonesia. Sono 93 le vittime. Le autorità stanno ancora cercando i dispersi sotto
le macerie della struttura, crollata per la troppa pressione dell'acqua dovuta alle
forti piogge degli ultimi giorni.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta
Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII
no. 88 E' possibile ricevere gratuitamente, via posta
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