2009-03-28 15:26:22

Caritas a Lampedusa: gli interventi dei vescovi sull’immigrazione


No alla costruzione di altri centri per immigrati irregolari sull’isola perché “significherebbe proporre una politica miope”. E un appello “alle istituzioni italiane ed europee perché i diritti umani dei migranti non siano violati, a Lampedusa ed altrove”. Sono le parole di mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, intervenuto a Lampedusa alla tavola rotonda pubblica a conclusione della tre giorni di lavori del Coordinamento immigrazione di Caritas italiana. “Tanti migranti sono annegati sulle onde dei nostri eccessi – ha affermato -. Queste morti interrogano le nostre coscienze civili e cristiane, ci riguardano”. Il vescovo di Agrigento ha chiesto inoltre “l’esigibilità dei diritti” anche per le popolazioni di Lampedusa e Linosa, che soffrono a causa della carenza cronica di “sanità, trasporti, istruzione”. “Chiedo – ha concluso – interventi, azioni e servizi”. Presente alla tavola rotonda anche l’arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, che ha parlato degli immigrati senza documenti di soggiorno sbarcati a Lampedusa tra dicembre e gennaio scorso e ora chiusi nel Centro di identificazione ed espulsione, dove devono rimanere 180 giorni per effetto di un recente decreto governativo. “ Non si può pensare - ha detto - che oltre 700 persone rimangano per sei mesi chiusi, senza far niente, senza una strada che si apre o una porta che li accoglie”. L’incontro, riferisce il Sir, si è svolto nel “Centro di fraternità” della parrocchia, dove la comunità aveva cominciato, spontaneamente, ad accogliere ed assistere i primi immigrati sbarcati nel ‘94. Mons. Romeo ha accennato anche a “problemi gravissimi” come “un migliaio di minori non accompagnati, sui 3600 registrati in Italia nel 2008, di cui si sono perse le tracce, e che rischiano di finire nelle reti della malavita, dello sfruttamento o del traffico di organi”. O il problema delle “donne sole immigrate incinte, che una volta partorito e lasciato l’ospedale, sono esposte alla mercé di chiunque. La Chiesa non può abbandonare questa gente”. Mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente di Caritas italiana, ha poi invitato a “coniugare legalità, rispetto della dignità umana e accoglienza”. (V.V.)







All the contents on this site are copyrighted ©.