Le meditazioni sulla Via Crucis faranno risuonare la voce della Chiesa indiana:
le testimonianze di mons. Menamparampil e mons. Machado
Fra due settimane, con il Venerdì Santo, la Chiesa vivrà uno dei momenti centrali
dell’Anno liturgico. Le meditazioni a commento della Via Crucis, presieduta da Benedetto
XVI il 10 aprile al Colosseo, sono state affidate, quest’anno, all’arcivescovo indiano
di Guwahati, mons. Thomas Menamparampil. Un segno tangibile di fraternità verso
i fedeli indiani, provati - specie nello Stato dell’Orissa - da violenze e persecuzioni.
Al microfono di Antonella Palermo, mons. Menamparampil spiega quale sarà il
senso delle sue meditazioni:
R. – Credo
che dobbiamo meditare sul tema del maligno nel mondo, questo tema è molto importante
per noi. Il dolore, i diversi tipi di sofferenza sono un simbolo della presenza della
Croce di Gesù Cristo nella nostra vita. Dobbiamo accettarli perché la sofferenza ha
una forza di redenzione. Andiamo sempre alla Croce per un’ispirazione, ma anche quando
subiamo persecuzioni e difficoltà dobbiamo dire “Gesù è con noi” e dobbiamo andare
avanti con Lui e con la sua Croce.
Con la scelta di
mons. Menamparampil, il Papa ha dunque voluto ribadire la sua vicinanza ad una Chiesa
che soffre come quella indiana. Un’attenzione che viene sottolineata da mons. Felix
Machado, arcivescovo della diocesi indiana di Nashik, intervistato da Antonella
Palermo:
R. – La Chiesa
dell’India risuonerà nella Chiesa universale, perché le meditazioni sulla Via Crucis
porteranno adesso anche la voce della Chiesa in India.
D.
- Qual è la situazione dei cristiani in Orissa oggi?
R.
– La maggioranza è tornata nelle proprie case e la situazione è migliorata, ma sono
preoccupato per gli ultimi che restano ancora nei campi per rifugiati. Secondo me
la Chiesa si sta molto attivando. Per esempio, ieri nella mia diocesi, che è una povera
diocesi, una parrocchia ha fatto una colletta e mi hanno detto: “Noi vogliamo aiutare
ancora questi nostri poveri fratelli e sorelle”. Questo segno di solidarietà fra le
Chiese in India mi fa molto piacere. Tutti i cristiani in India sono vicini nella
solidarietà e stanno appoggiando la Chiesa che ha sofferto in Orissa.
D.
– Oggi in India quali sono gli strumenti per superare le difficoltà del dialogo interreligioso?
R.
– I fedeli cattolici seguono l’insegnamento della Chiesa riguardo al dialogo interreligioso,
perché la Chiesa ha dato linee guida molto chiare in India. La Chiesa è molto impegnata
nel dialogo interreligioso, per esempio nella mia diocesi, sperimento ottimi rapporti
tra diverse comunità delle diverse religioni. Noi siamo insieme, quando c’è qualche
difficoltà. Per esempio, quando sono arrivato in Orissa, ho organizzato un incontro
con i credenti delle altre religioni e sono venuti in gran numero. Inoltre è importante
insegnare alla gente a vivere in pace.