Il cardinale Ruini: relativismo e nichilismo stanno cambiando il concetto di uomo
sempre più ridotto ad oggetto
“L’emergenza educativa, persona, intelligenza, libertà, amore” è il titolo del IX
Forum del progetto culturale della Cei che si è aperto stamani a Roma. L’incontro,
in programma fino a domani, è stato inaugurato dalla prolusione del cardinale Camillo
Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale. Il servizio di Isabella
Piro:
L’emergenza
educativa c’è ed indica una crisi grave ed acuta, bisognosa di una risposta non rinviabile.
Puntuale e preciso, nella sua prolusione il cardinale Ruini scatta una fotografia
nitida dell’intera società di oggi. Nelle sue parole, che citano spesso Benedetto
XVI, non c’è “l’indulgenza ad un globale ed unilaterale pessimismo”, bensì constatazioni
di fatto. La prima riguarda la “stretta parentela” tra relativismo e nichilismo che
si concretizza nella “mutazione del concetto di uomo”. Una mutazione, continua il
cardinale Ruini, che deriva da “un’interpretazione dell’evoluzione cosmica e biologica”,
secondo la quale l’uomo “non sarebbe altro che un risultato dell’evoluzione stessa”.
Poi, da quella visione che “tende a ridurre la nostra intelligenza e la nostra libertà
a funzioni dell’organo cerebrale” ed infine dalla tendenza delle “scienze empiriche
a considerare l’uomo come un oggetto”, e come tale “conoscibile” attraverso l’indagine
sperimentale.
Certo, sottolinea il porporato, si
tratta di “un approccio legittimo, anzi indispensabile per il progresso della conoscenza
e della cura di noi stessi, ad esempio per la cura delle malattie fisiche e mentali”.
Ma se si considera quella scientifica come “l’unica forma valida di conoscenza del
nostro essere”, allora “si finisce con il negare che l’uomo sia anzitutto e irriducibilmente
soggetto”.
Al di là delle critiche, allora, l’invito
del porporato è a guardare i risultati operativi delle tecnoscienze e gli sviluppi
delle biotecnologie con la consapevolezza che essi “non possono e non devono essere
arrestati, poiché “rappresentano un’importante espressione delle potenzialità intrinseche
all’intelligenza dell’uomo”. Tuttavia, mette in guardia il cardinale Ruini, ciò “non
significa che tutto quel che è tecnicamente possibile deve essere attuato”, basti
pensare “all’uso delle armi nucleari”. Significa però che questo processo deve essere
“orientato, resistendo all’idea ingannevole e anti-umana di uno sviluppo deterministico
e neutrale della tecno-scienza”.
In questo scenario,
allora, cosa possono fare i cristiani? Innanzitutto, afferma il porporato, devono
trovare risposte chiare nelle fonti della fede, nella Scrittura, che ha in Dio e nell’uomo
i centri di gravità. E poi, non devono avere timori di “attardarsi su posizioni superate
mantenendo l’uomo al centro”, poiché non si tratta di immobilismo, ma di tener fermo
il suo carattere di fine. Tutto il nostro agire, infatti, anche quello tecnologico,
mira all’autentico bene, alla tutela, alla promozione e allo sviluppo integrale dell’essere
umano.
Di conseguenza, sul piano educativo, bisognerà
legare la formazione alle istanze costitutive dell’uomo, come il bisogno d’amore,
di conoscenza, il desiderio di libertà ed il suo rapporto con la responsabilità, il
senso della sofferenza e della speranza. Solo in questo modo, ribadisce il cardinale
Ruini, l’educazione assume spessore e fascino.
In
conclusione, allora, il cristianesimo ha un ruolo fondamentale in rapporto
al bene umano, un ruolo derivante dalla verità di fede che dona alla dignità intrinseca
di ogni uomo il suo riconoscimento più alto. Perché finché la fede cristiana è viva
e riesce a generare cultura, conclude il cardinale Ruini, non possono affermarsi né
il nichilismo né il relativismo.