L'Ensemble de la Paix di suor Marie Keyrouz canta all’Accademia di Francia a Roma
Un canto cristallino al servizio della pace, capace di interpretare il suggestivo
ardore della musica sacra di tradizione orientale: è suor Marie Keyrouz, la
religiosa libanese cattolica-melchita, conosciuta in tutto il mondo: infaticabile
maratoneta della riconciliazione ha fondato a Beirut, nel 1984, l’Ensemble de la Paix,
la formazione interreligiosa, che l’accompagna nei suoi concerti in giro per i continenti.
Suor Marie, che è anche presidente e fondatrice dell’Istituto Internazionale di Canto
Sacro a Parigi, canterà questa sera alle 20.30 a Villa Medici presso l’Accademia di
Francia a Roma. Sentiamo la sua testimonianza al microfono di Andrea Rustichelli:
R. – Tout
ce que j’essaie de faire … Quello che cerco di fare è mettere la mia voce
al servizio di questi canti, che non sono che preghiere. E’ soprattutto per condividerli
con la gente. Si è sempre detto che cantare è pregare due volte, come ripetevano San
Basilio e Sant’Agostino, ma per me cantare è anche far pregare chi ascolta. Questo
deve essere lo scopo del cantante che fa canto sacro. E’ una responsabilità per noi,
ma non vogliamo fare proselitismo: è piuttosto la condizione di questo momento di
grazia, che viviamo pregando con coloro che sono presenti.
D.
– A chi offre il suo canto?
R. – Le Dieu de l’amour.
Quand je chante, je le vois … Al Dio dell’amore. Quando canto lo vedo davanti
a me: è il Dio che si dona, è il Dio crocifisso. Per me è il simbolo dell’amore, del
dono e di tutta la creazione.
D. – Lei crede che
il canto possa in qualche modo aiutare la pace?
R.
– Bien sûr. Bien sûr. C’est pourquoi, vous savez, moi j’ai vécu la guerre du Liban... Certo,
io ho vissuto la guerra del Libano. Ci cadevano le bombe sulla testa e volevano che
la chiamassimo "guerra di religione". Non ho mai creduto a questo e ho voluto agire.
E così 25 anni fa ho fondato l’Ensemble de la Paix, che mette insieme diverse religioni.
Ora ci sono una cinquantina di musicisti, di religioni, colore, cultura differenti.
Penso al canto come ad un fatto di grande riconciliazione del mondo, perché è un dialogo
tra i cuori. E se si va dritti al cuore delle persone, non si può trovare l’odio.
E’ il mondo che crea l’odio, sono le tentazioni. Attraverso il canto sacro cristiano,
dunque, per questa apertura verso le religioni, le culture diverse che il mio Ensemble
rappresenta, io penso al Cristo, che si è donato al mondo intero. E, in questo senso,
noi creiamo un’atmosfera di pace, che è prima interiore e che poi fa appello alla
pace esteriore tra le persone.
D. – Ci può descrivere
la vostra attività all’Istituto internazionale di canto sacro, da lei fondato?
R.
– Depuis dejà quinze ans, quand je suis venue a Paris … Quindici anni fa,
quando sono arrivata a Parigi per i miei studi di dottorato in antropologia religiosa
e musicologia, mi sono resa conto della fortuna di avere tutte queste informazioni
e materiali preziosi sulla musica sacra e mi sono dunque decisa di condividere tutto
questo, perchè in Oriente si conoscono questi canti, ma in Occidente no. Ho voluto
fare di questo centro un luogo di incontro e di condivisione di questa bellezza, che
mi ricorda la bellezza di Dio.